2021-02-11
L’incarico con Delrio del mediatore d’oro grazie al curriculum con la laurea fasulla
Le anomalie nel cv depositato al ministero delle Infrastrutture Il giornalista indagato ha collaborato anche con Giuliano Poletti e Sandro Gozi.Dichiarare di avere una laurea che in realtà non è stata conseguita può costituire un reato. Previsto dall'articolo 483 del codice penale, lo stesso che punisce anche le false autocertificazioni che abbondano in periodo di Covid. Recita il codice: chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni. Secondo altri sostenere di aver conquistato l'alloro accademico può far configurare un altro reato, quello di «false dichiarazioni sull'identità o su qualità personali proprie o altrui».A commettere questi illeciti potrebbe essere stato Mario Benotti, se fosse confermato, come hanno riferito due atenei, La Sapienza di Roma e la Pontificia università lateranense, che lo stesso non ha conseguito alcuna laurea, contrariamente da quanto da lui dichiarato.Benotti, per chi non lo ricordasse, è il caporedattore Rai in aspettativa che ha consentito, attraverso le sue conoscenze, al commissario per l'emergenza da Covid 19 di importare 801 milioni di mascherine. Azione meritoria certo, se non fosse che adesso la Procura di Roma sta indagando sulle laute provvigioni ottenute dal giornalista e dai suoi soci e sulla qualità dei dispositivi di protezione, sulla cui capacità di filtraggio sembra esserci più di un dubbio.Ma la nostra storia non riguarda le mascherine, bensì i titoli sfoderati da Benotti allorquando è stato ingaggiato come consigliere da un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Sandro Gozi) e da due ministri (Giuliano Poletti e Graziano Delrio). Nei giorni scorsi abbiamo chiesto copia dei decreti di nomina agli uffici stampa e ai gabinetti dei dicasteri. Al momento ci ha risposto solo il capo di gabinetto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Alberto Stancanelli, sostenitore della trasparenza nella pubblica amministrazione (dovrebbe dare qualche lezione ai suoi colleghi e a Domenico Arcuri). Grazie a tale documentazione abbiamo appreso che Delrio, quando era al vertice del Mit, sarebbe stato tratto in inganno dal cv di Benotti. Infatti nei decreti a firma dell'ex sindaco di Reggio Emilia si legge che al giornalista «è affidato l'incarico di consigliere giuridico per collaborare con l'ufficio di gabinetto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti per gli affari istituzionali», per due principali motivi: «visto l'allegato curriculum vitae del Prof. Dott. Mario Benotti» e «sulla base dell'esperienza e della comprovata competenza posseduta dal medesimo». Ma pare che, almeno a livello accademico, il mediatore delle mascherine non abbia i titoli giuridici che dichiara di avere. Dopo essere stato nominato nel maggio del 2016, Benotti è stato confermato consigliere nel dicembre dello stesso anno, visto che l'incarico aveva come durata massima il mandato governativo. Delrio ha firmato un secondo decreto, dopo l'insediamento del governo Gentiloni, «ritenendo necessario continuare ad avvalersi dell'attività di un consigliere giuridico che collabori con l'ufficio di gabinetto del ministro […] per gli affari istituzionali». Per tale ruolo, a Benotti non era «attribuito alcun compenso». In conclusione Benotti avrebbe lavorato per la gloria e, probabilmente, per arricchire il curriculum.Quello depositato al Mit è un cursus honorum lungo sette pagine in grado di abbagliare chiunque. Compresi i ministri, i cui uffici, forse, avrebbero potuto vigilare meglio.Ma immergiamoci in questo debordante cv (Mario Draghi, ne siamo certi, ne ha uno più sintetico).Alla voce «studi e formazione» elenca la laurea in giurisprudenza alla Sapienza, dove non risulta aver dato neanche un esame in sei anni di iscrizione, e i gradi accademici in «utroque iure» presso la Pontifica università lateranense (ma anche qui ci hanno detto che «il Signor Benotti non risulta tra i laureati»). Il mediatore delle mascherine sotto inchiesta sfoggia anche un «baccalaureato in mediazione internazionale dei conflitti» presso l'università di Marsiglia promosso dall'Onu, in cui avrebbe discusso «per la prima volta una tesi del Diritto di ingerenza per fini umanitari». Avrebbe frequentato il corso di diplomazia internazionale presso la Pontificia accademia ecclesiastica, durante gli studi alla Pontificia università lateranense e, dal 1997, sostiene di frequentare regolarmente corsi di aggiornamento professionale sui nuovi media promossi dal centro studi del Financial times. Benotti dichiara di essere «professore associato di comunicazione e trasferimento tecnologico» alla Temple university di Filadelfia e, sempre nello stesso dipartimento, docente di comunicazione, etica ed economia e membro dell'advisory board. Alla Sapienza avrebbe insegnato nel modulo didattico di «giornalismo internazionale» come professore a contratto, ma sarebbe stato docente anche del corso sullo «spazio sociale nella politica economica europea» e di due master, uno in geopolitica e sicurezza globale e un altro in istituzioni parlamentari. Ricordiamo che per insegnare all'università non occorre essere laureati, sebbene aiuti aiuta. Benotti avrebbe fatto il docente anche presso la Scuola superiore di polizia tributaria e presso l'Accademia della Guardia di finanza, le stesse Fiamme gialle che ora, nell'indagine sulle mascherine, stanno passando al setaccio la sua vita presente e passata.L'indagato (a dicembre gli veniva contestato il traffico illecito di influenze) dedica molto spazio alla sua professione di giornalista (parlamentare, ma anche scientifico).Ha lavorato a lungo in Rai, dove è stato inviato speciale del Giornale radio; è stato anche caporedattore e direttore generale di Rai World, ha lavorato nella segreteria del Cda della tv pubblica e per un anno ha fatto parte dello staff del dg Luigi Gubitosi con l'incarico di consigliere per gli affari internazionali.Nel cv fa sapere di aver vinto il Premio Santa Caterina d'oro, di essere Cavaliere del Santo Sepolcro di Gerusalemme, (nominato da Papa Giovanni Paolo II) e Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica italiana (onorificenza assegnata «“motu proprio" dal Presidente della Repubblica italiana» specifica Benotti).Infine ha (o forse sarebbe meglio dire: avrebbe) almeno quattro studi privati dislocati tra l'Italia e gli Stati uniti: uno a Roma, uno a Milano, uno nella Rockefeller plaza a New York (di cui Benotti non indica il numero civico) e uno a Filadelfia. Il giornalista avrebbe pure un'ottima conoscenza di inglese e francese e buona di spagnolo e portoghese. Nessuna nozione di cinese. Paese grazie alla quale ha incassato almeno 12 milioni di provvigioni. I pm capitolini stanno cercando di capire se quei soldi siano meritati e Benotti, durante la perquisizione subita a dicembre, ha fatto mettere a verbale dai finanzieri di essersi laureato. Ma questo, per un indagato, non dovrebbe costituire reato.