2024-12-26
Un libro scomodo e il ciclone Chido: i problemi degli 007 francesi
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Ansa
Sull'ìsola di Mayotte sarebbe stata colpita anche una stazione d'ascolto dei servizi segreti transalpini, mentre continuano le polemiche sull'opera di Jean-François Lhuillier, ex agente del Dgse, sulla sua esperienza in Libia tra il 2009 e il 2012. L'ex agente è ancora sotto inchiesta per violazione di segreti di difesa.
Sull'ìsola di Mayotte sarebbe stata colpita anche una stazione d'ascolto dei servizi segreti transalpini, mentre continuano le polemiche sull'opera di Jean-François Lhuillier, ex agente del Dgse, sulla sua esperienza in Libia tra il 2009 e il 2012. L'ex agente è ancora sotto inchiesta per violazione di segreti di difesa. Tempi duri per l’intelligence francese. Allo scandalo legato a Jean-François Lhuillier, l’ex agente segreto sotto accusa per aver pubblicato un libro sulla sua esperienza in Libia tra il 2009 e il 2012, si è aggiunta nelle ultime settimane una nuova grana legata questa volta al ciclone Chido, che ha devastato l’isola di Mayotte, protettorato francese nell’Oceano Indiano. Secondo Intelligence Online, canale di informazione legato al Dgse (Direzione generale della Sicurezza esterna,i servizi segreti francesi), da circa una settimana è iniziata una missione per valutare i danni che il ciclone ha causato alle infrastrutture sull’isola, dove si trova una delle stazioni di ascolto dei cugini d’oltralpe. Secondo un’inchiesta di Le Monde di qualche anno fa, la Francia dispone di almeno venti stazioni d’ascolto, di cui cinque in zone marittime. Sono come i satelliti spia, permettono di intercettare e raccogliere tutti i tipi di dati: telefonate, Sms, e-mail, fax. I dati poi vengono memorizzati in un supercomputer situato che si trova nella sede della Dgse a Parigi. Esiste anche un software progettato e codificato per decifrare i collegamenti sicuri che viene utilizzato per analizzare le informazioni raccolte. Si tratta di una sorta di enorme computer che occupa tre piani nel seminterrato dell'edificio. Questi dati - ci sono anche comunicazioni diplomatiche, militari e industriali possono poi essere utilizzati da diversi servizi-non solo il Dgse, ma anche il Dcri (Direzione centrale dell'intelligence interna), cioè il controspionaggio francese, o il Drm (Direzione dell'intelligence militare) o il Dipartimento di intelligence della Prefettura di Polizia di Parigi. La stazione di Mayotte, denominata Centre de Télémesures Militaire (CTM), opera come orecchie della Francia nell'Oceano Indiano, al largo della costa dell'Africa orientale, da un'altitudine elevata sull'isola di Petite-Terre a Mayotte, dove Chido ha scatenato venti registrati a quasi 230 km/h.Nonostante le misure adottate prima dell'arrivo della tempesta, il sito gestito dall'intelligence militare francese, ha subito gravi danni, tanto che una parte del tetto della stazione è saltato via. Non ci sono stati feriti. Le sue antenne sono state messe in sicurezza e il centro è stato chiuso non appena i meteorologi hanno iniziato a prevedere venti superiori a 150 km/h. Ma grazie alle immagini dei satelliti di Airbus pare che alcune parti siano state gravemente danneggiate. Oltre all’uragano Chido, continuano le polemiche su Jean-François Lhuillier che a maggio fu perquisito in casa dal controspionaggio francese. Il tenente colonnello ormai in pensone, ex agente del Dgse, è stato accusato di aver violato i segreti della difesa. Nell'aprile 2023 aveva pubblicato L'uomo di Tripoli (Edizioni Mareuil), un resoconto dei suoi tre anni a capo della postazione dei servizi segreti francesi in Libia, dal 2009 al 2012. L'opera avrebbe irritato gli apparati di sicurezze francese, nonostante gli attuali vertici dell’intelligence transalpina ne fossero a conoscenza. L’ex agente segreto resta ancora sotto inchiesta. Del resto, il libro, oltre 400 pagine, racconta della sua esperienza libica fino alla caduta di Gheddafi e al passaggio delle sue attività ai servizi segreti russi. Lhuillier racconta del suo ritorno in campo dopo gli attacchi aerei francesi del marzo 2011. Ma soprattutto narra del suo obiettivo di di entrare in contatto con le forze dell'insurrezione per misurare la loro organizzazione e la loro capacità di rovesciare il regime. L’opera si ispira a quella di Erwan Bergot, L'uomo di Praga, ex ufficiale della Legione Straniera.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)