Lgbt protetti, pagati e sponsorizzati. E chi dissente è zittito con la violenza
Una scena del film «Gli anni amari» (Ufficio Stampa/Ansa)
Quale cultura è davvero discriminata in Italia? Quella che riesce a ottenere soldi e patrocini istituzionali o quella a cui si vuole tappare la bocca con prepotenza, con i boicottaggi e con una legge degna di un regime?
Il furbetto del quartiere (televisivo), un tempo sempre pronto a fingersi ostracizzato, ora che non è più in Rai ha l’aria di chi è in esilio (auto imposto). Odia essere definito «buonista», ma c’è un rimedio: basterebbe, una volta tanto, fare vere domande agli intervistati.
In un istituto a Spilimbergo (Pordenone) i docenti invocano la «clausola di minoranza», prevista da una legge del 2015: non possono essere forzati ad agire contro la loro morale. Per loro «Mario» non diverrà «Giorgia».