2020-05-25
L’ex presidente dell’Anm: «Forse questo è l’ultimo ballo. L’Associazione può sparire»
Cronaca tragicomica di Pasquale Grasso (costretto a dimettersi dopo lo scandalo Luca Palamara e poi sostituito da Luca Poniz) della riunione di sabato: «Si sono sbranati a vicenda».In questi giorni gli appassionati di basket stanno gustando un documentario televisivo intitolato The Last Dance. Narra dell'ultima stagione, trionfale, giocata dal più grande cestista della storia, Michael Jordan. Quel titolo mi è venuto in mente alla fine di circa otto ore di visione del comitato direttivo centrale di oggi (ieri, ndr), al quale ho assistito sul sito Web di Radio Radicale. Solo che è un titolo che, nel caso, non indica nulla di trionfale. Solo tristezza si aggiunge alla ricorrente tristezza di questo 23 maggio. Il Cdc (Comitato direttivo centrale, il «parlamentino» dell'Anm, ndr), per quel che ho compreso, oggi (ieri, ndr) ha deciso all'unanimità che alle prossime elezioni useremo la votazione telematica.Bene. Poi è iniziato lo sbranarsi reciproco degli attuali componenti della giunta esecutiva centrale. Gli eletti di Area hanno accusato di tradimento il segretario generale Caputo, per aver mandato sulle mailing list il comunicato di Unità per la Costituzione (di presa di distanze dalla Gec) praticamente nel corso della riunione di Gec (Giunta esecutiva centrale, il «governo» dell'Anm stessa, ndr) e senza avvisarli.Luisa Savoia (Area) ha chiesto conto ad Angelo Renna (Upc) delle intercettazioni (pubblicate in esclusiva dalla Verità, ndr) in cui l'avrebbe definita come una candidata a posto semidirettivo «da fottere». Renna ha chiesto scusa, formulato una difesa un po' traballante, e si è dimesso dalla Gec, di cui era al momento componente. Tedesco (Area), nel dichiarare la propria amicizia e stima per Renna, ha detto che non era sufficiente, che Renna doveva andarsene proprio dal Cdc. E Renna si è così dimesso dal Cdc. Si è poi sviluppato il dibattito sulla richiesta di Magistratura indipendente di anticipazione delle elezioni del Cdc; richiesta motivata dal coinvolgimento di troppi componenti del Cdc nelle intercettazioni, non irreprensibili, diffuse in questi giorni; richiesta agevolata dall'agile mezzo telematico, adottato per le votazioni prossime.Il dibattito ha permesso di delineare, mi pare di poter affermare, le seguenti posizioni politiche. Mi rivendica il proprio coerente atteggiamento di rifiuto di reazioni «da Stato etico» anche rispetto ai fatti emersi dalle recenti intercettazioni, chiedendo non processi di piazza ma coerenza di reazione e un'espressa presa di posizione, critica, da parte del Cdc; il tutto senza negare il disvalore di quanto emerso lo scorso anno. Area ancora una volta ha attaccato Mi per non aver preso posizione contro Cosimo Ferri, e ha affermato sussistere una netta differenza tra i fatti dello scorso anno e quelli attualmente conosciuti: da un lato un tentativo di eterodirezione della magistratura, dall'altro un semplice aspetto di degenerazione del correntismo. Autonomia e indipendenza ha rivendicato la propria esigenza di far conoscere i propri candidati con una campagna elettorale di adeguata lunghezza.Upc ha rivendicato … qualcosa, non ho capito molto bene. A questo punto, con scarsa coerenza rispetto alle intenzioni, la maggioranza (voto compatto di Upc «stampellata» da AeI, con l'astensione di Area) ha respinto la richiesta di anticipazione del voto a luglio. Si voterà a ottobre, Covid permettendo.Tutto concluso ? No, colpo di scena.I componenti di Area, dopo aver contribuito con il proprio voto a mantenere a distanza le elezioni, dichiarano di uscire dalla Gec. Alla domanda «È crisi di giunta?», il loro esponente risponde «Assolutamente no; subentrino componenti di Upc e AeI, esistono le giunte con sostegno esterno».Immediata la reazione di Upc: «Noi ci siamo dimessi con il comunicato della nostra segreteria, di questa mattina; anzi ci dimettiamo ora; anzi potremmo formalizzare le dimissioni dalla Gec lunedì. Va bene, comunque non partecipiamo alla Gec».Mentre ancora non si era capito se il presidente Poniz si fosse dimesso, visto che aveva dichiarato di astenersi dalla votazione sulla data delle elezioni in virtù della propria posizione di presidente, i componenti di AeI risolutamente affermavano la propria intenzione di rimanere in Gec, con l'unico loro componente già presente. Sull'integrazione non si pronunciavano, forse considerando il fatto che la Gec dovrebbe essere formata da nove componenti e loro sono in tutto sei. Finalmente, a specifica domanda di Cilenti, il presidente Poniz dichiarava di essere «ovviamente dimissionario». Non so dire se ciò significhi che si sia già dimesso o che si dimetterà «meglio» nel prosieguo del Cdc.Eh sì, perché il Cdc si è concluso con un accordo di prosecuzione per il prossimo lunedì (oggi, ndr), per valutare come gestire la crisi e «perché la notte porta consiglio». Il tutto mentre i componenti di Area dichiaravano di essere ormai disinteressati a qualsiasi accordo di partecipazione alla Gec, neppure al limitato fine di traghettare questa Anm alle elezioni. Non ho capito, invece, la posizione di Upc.Qualche commento a spot. Qual è il senso di rinviare le elezioni a ottobre e poi non voler partecipare all'organo che organizza e gestisce, tra l'altro, le elezioni? Dov'è finito il tante volte sbandierato interesse per la «casa comune» dei magistrati? Non si intende neppure partecipare all'organizzazione delle elezioni; davvero una Anm 2.0 in cui ciascuno dei gruppi pensa al proprio tornaconto elettorale e se ne infischia del pessimo spettacolo fornito ai magistrati e all'esterno.Perché la degenerazione correntizia non merita alcuna, neppure indiretta, presa di posizione da parte dell'Anm? Ieri una condanna immediata sulla base di articoli di giornale, senza se e senza ma; oggi un tiepido e asettico rinvio ai probiviri, a quando non si sa.Insomma, un balletto un po' peloso e molto accorto, privo di qualsiasi eleganza. Un balletto che rischia davvero di essere stato The Last Dance … ma in senso del tutto opposto rispetto al trionfo di cui dicevo in principio: un ultimo ballo, preludio della sparizione dell'Anm? Speriamo di no.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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