2023-11-26
L’Europa trama contro la vittoria di Wilders
La sinistra, a partire da Macron, vuole impedire al sovranista olandese primo alle urne di formare un governo. L’idea è offrire a Mark Rutte, il premier uscente, la guida della Nato in cambio del sì all’ammucchiata. E «Repubblica» tifa per il piano anti democrazia.Allarme compagni. Un puzzone spaventa l’Europa. Il sovranista Geert Wilders, dopo aver vinto le elezioni in Olanda, s’è messo in testa di governare il paese. Biondone come Trump. Pericoloso come The Donald. Inaudito. Serve un deciso contrattacco. Urge una sopraffina strategia. E qui, grazie a Dio, la sinistra continentale può contare su un giornale capace di chiamare a raccolta persino le forze sovranazionali: Repubblica, insomma. Ieri il quotidiano romano ha dunque dettato la linea ai compagni in ambasce. Sintesi: per evitare che l’olandese diventi premier, bisogna schierare anche la Nato. E magari serviranno pure i Caschi blu. Certo, qualche pericoloso ceffo potrà obiettare: ma Wilders non ha vinto le elezioni? Quisquilie. Il puzzone, che invoca la deislamizzazione dell’Olanda, merita di marcire all’opposizione.Problemino: i diabolici progressisti non hanno i voti. In compenso, però, possono contare sui generali di Repubblica. Ed ecco, nel dettaglio, il piano auspicato dal giornale degli Agnelli. Il titolo dell’articolo sintetizza: «Olanda, la ragnatela europea per sfiancare Wilders e spingerlo a fallire». Ma lo svolgimento è meglio di un episodio di House of cards: «Una rete di protezione» è la sintesi del furbesco ordito. «Un pressing che parte dalle istituzioni europee di Bruxelles e attraversa anche il quartier generale della Nato». Inevitabile, del resto: «I risultati delle elezioni nei Paesi Bassi stanno inquietando l’Ue e l’Alleanza atlantica». S’è dunque formato un patto anti puzzone: «Le riflessioni che si fanno in queste ore sulla direttrice Parigi-Bruxelles-Amsterdam sono chiare. Prendere tempo, sfibrare Wilders e indurlo a commettere il primo errore fatale. Per cambiare completamente lo schema politico». Perché il piano funzioni serve però un cavallo di Troia. È il premier uscente: Mark Rutte. Il frugale che voleva affamare quegli sciuponi degli italiani. L’asse del bene conta sul suo partito: i liberali di Vvd non devono spalleggiare il possibile esecutivo Wilders. In cambio, ma questa bassezza Repubblica non la scrive, Rutte diventerebbe segretario generale della Nato. Va sottolineato invece il «rapporto privilegiato con Emmanuel Macron». Più della tenuta della democrazia, il presidente francese sembra però preoccupato di azzoppare un influente alleato della sua arcinemica in patria, Marine Le Pen. Insomma: «L’obiettivo di grandi cancellerie europee, istituzioni comunitarie e Nato è di evitare l’avvento del capo sovranista. Con una ragnatela che lo avvolga nelle difficoltà di trovare una maggioranza solida».Certo, ammette Repubblica, «l’impresa non è semplice». Perché, orribile a dirsi, il puzzone ha vinto le elezioni. E non contro uno dei tanti leader della sinistra europea, purtroppo. Il suo sfidante era l’ex commissario europeo al Clima, Frans Timmermans: il guru green delle ecopatrimoniali. Curiosamente bocciato dagli olandesi, adesso il leader dell’alleanza rosso-verde attende sulla «sponda del fiume». La sua colazione conta però su 25 seggi. Molti meno dei 37 ottenuti dal Partito per la libertà di Wilders. Dettagli. «L’idea è mostrare agli olandesi che l’opzione sovranista non riesce, per poi mettere in campo l’ipotesi di una grande alleanza. A quel punto tutto cambierebbe. L’Ue sarebbe più tranquilla, la Nato più serena».Repubblica, del resto, è in allerta da quest’estate. Già lo scorso luglio, proprio in vista delle elezioni nei Paesi Bassi, tira fuori un’idea da leccarsi i baffi: «Il modello Ulivo per fermare xenofobi e no green». Attingendo dall’italica storia patria, evoca quindi per il centro sinistra la svolta «prodiana». Bacchettando tra l’altro il premier uscente «che ha di fatto portato l’Olanda per l’ennesima volta al voto anticipato»: il conservatore Rutte, dunque. Che adesso gli strateghi vorrebbero arruolare nell’esercito progressista: per impedire a Wilders, «che è contro l’Ue e gli aiuti a Kiev», di formare un esecutivo. Insomma: pure in Olanda ci vorrebbe un bel governo Frankenstein, come quello creato in Spagna dal socialista Pedro Sánchez. Non aveva abbastanza voti neppure lui. Però ci teneva parecchio a rimanere alla Moncloa. Così ha messo in piedi una maggioranza da brividi. «Un fronte unito dalla comune volontà di isolare politicamente l’ultradestra di Vox» riformula Repubblica una settimana fa. Tale mostruosità, esulta il quotidiano, potrebbe portare «una solidità maggiore persino rispetto a quella dell’ultima legislatura». Già, molto meglio imbarcare tifosi di Hamas e indomiti secessionisti. Sempre con lo stesso spirito democratico che contraddistingue i progressisti. Sovvertire l’esito elettorale, comunque, sta diventando per i compagni una faticaccia. Vedi quegli scellerati degli olandesi. Come si può preferire il puzzone sovranista al profeta verde? E adesso, per riparare il guasto, serve l’artiglieria pesante: la Nato, Macron, Rutte. Suggeriamo, per la prossima tornata in pericolo, di inviare anche gli osservatori dell’Onu. Ovviamente, con le schede già barrate di rosso.