
La maestrina dalla penna rossa Ilaria Salis non è una perseguitata politica e la scelta dell’Eurocamera è uno sfregio alle toghe ungheresi. Mario Giordano ieri ha brillantemente commentato il voto del Parlamento europeo che ha salvato Ilaria Salis. Partiti anti casta che difendono i privilegi della casta, negando l’autorizzazione a procedere nei confronti di una parlamentare che è stata eletta per sfuggire a un processo: è quanto di più contraddittorio si potesse immaginare. Se c’era un modo per rappresentare l’ipocrisia di una classe politica europea i compagni della Salis lo hanno trovato.Tuttavia, vorrei segnalare altri due aspetti che riguardano l’ex occupatrice di case (e, secondo la procura di Budapest, anche martellatrice di crani) ora divenuta deputata a Bruxelles. Prima di tutto l’esempio. Se chi viola la legge, opponendosi alle forze dell’ordine mandate a sgomberare edifici abusivamente presidiati, viene premiato con uno stipendio da 12.000 euro e lo status di rifugiato politico c’è qualche cosa nel sistema che non va. Ogni idea è lecita, anche quella di una maestrina dalla penna rossa, a patto però che sia rispettata la legge. Cosa che chiunque prenda possesso senza averne titolo di un appartamento evidentemente non fa. Come non è in regola con il codice penale chi prenda parte a manifestazioni non autorizzate e, per di più, sia accusato di aver spaccato la testa a un oppositore. Quindi in discussione non ci sono le opinioni della signora Ilaria Salis, che può continuare a considerarsi un’antagonista del sistema e anche insistere a chiedere di abolire le carceri. No, nel caso dell’onorevole di Avs si discute di reati, uno di questi anche piuttosto grave: ovvero aver procurato lesioni a un giovane che non aveva le sue stesse idee.Vi sembra giusto che di fronte a tutto ciò il Parlamento europeo neghi l’autorizzazione a procedere come se la Salis fosse una perseguitata politica? Di politico qui c’è solo il salvataggio che Avs, il partito di Bonelli e Fratoianni, ha messo in atto per sottrarre la militante dei centri sociali a un normale giudizio. In molti Paesi europei gli imputati vengono tradotti in manette di fronte al giudice, ma solo per Salis è montata l’indignazione, quasi che la detenuta fosse stata torturata: sarebbe stato sufficiente farsi un giro in tribunale anche a casa nostra per scoprire che le manette sono la regola. Solo che non si vedono, perché ai giornali è fatto divieto di mostrarle, mentre nel caso della futura onorevole (forse proprio per farla diventare tale) gli schiavettoni sono stati esibiti. Le immagini hanno consentito alla coppia già nota per il caso Soumahoro di sfruttare l’ondata di indignazione dei compagni e di far eleggere Salis al parlamento europeo, lanciando un messaggio a chi oggi contesta anche con la violenza la legge e le forze dell’ordine: male che ti vada, se ti beccano finisci a fare l’onorevole a Bruxelles. Di cattivi maestri e maestre, come scrivevo ieri, ne abbiamo già troppi: non serve averne altri.C’è tuttavia anche un secondo aspetto che mi preme sottolineare. Come detto, l’onorevole Salis è stata eletta con il preciso intento di sottrarla al giudizio della magistratura ungherese, cioè di uno Stato che fa parte dell’Unione europea. Votando contro la richiesta di autorizzazione a procedere, il parlamento della Ue non ha difeso l’indipendenza di un suo deputato per l’attività svolta durante il mandato di parlamentare. Ha messo in dubbio l’indipendenza della magistratura di un Paese della Ue. Di più: ha di fatto sconfessato i giudici di uno stato membro. A questo punto si pone una domanda: se a Bruxelles qualcuno è fermamente convinto che l’Ungheria non abbia una magistratura autonoma, perché non interviene per ripristinare la democrazia e magari espellere la stessa Ungheria? Forse perché, se si cominciasse a misurare il tasso di democrazia dentro l’Unione, la prima a non superare l’esame sarebbe proprio la Ue? È la risposta più plausibile. Ma così si è legittimato il concetto che un semplice cittadino, arrestato e incriminato prima di essere eletto, possa sottrarsi al giudizio ricorrendo alla «scappatoia» della candidatura. L’elezione trasformata in un taxi per sfuggire da un processo.
Francesca Albanese (Ansa)
A Bologna le conferiscono la cittadinanza onoraria ma la dem Zampa sbotta: «Errore, lei inadeguata». Stessa iniziativa a Firenze ma un provvidenziale malanno stoppa l’iter.
Liliana Segre (Ansa)
Se per i ragazzi di Fratelli d’Italia che facevano il saluto romano si era scatenato un putiferio, per le devastazioni degli antagonisti non c’è stata la stessa fretta nel convocare l’organismo nato per indagare l’odio. Che funziona soltanto contro il pericolo «fascista».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 9 ottobre con Carlo Cambi
2025-10-09
Fidanza: «E-car non è la soluzione. Le industrie lombarde con l'elettrico rischiano di chiudere»
True
Carlo Fidanza (Totaleu)
Lo ha detto il capodelegazione di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza in un'intervista a margine della sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo.