2025-10-09
Travolta dalla realtà, Hamas tratta. Flotilla e pacifisti proseguono il cinema
Il flop della nuova regata certifica che la protesta via mare è ormai un format mediatico.C’è la realtà e poi c’è la Guerrilla, quella spaccatutto dei centri sociali e quella fasulla sul mare. Ci sono gli ostaggi del 7 ottobre, c’è la distruzione di Gaza, c’è perfino Hamas che ha deciso di tornare con i piedi per terra e si è seduta al tavolo dei negoziati, partita a scacchi con le regole del poker che potrebbe pure portare alla pace. E poi c’è la Flotilla, simbolo del pacifismo più ideologizzato, emblema stinto del marketing politico più vecchio e strumentale della sinistra gruppettara, improbabile squadra navale impegnata a svolazzare sopra le nuvole come un dirigibile con la chiglia in un fumetto di Zerocalcare. Un’immagine buona per una maglietta da spiaggia. Perché non replicare? Così, neutralizzata e rimandata a casa la Flotilla 1, ecco comparire all’orizzonte il suo clone in miniatura, la Flotilla 2 (120 crocieristi, 9 barche, 9 italiani a bordo) che neppure ha bisogno di nascondere la missione dietro l’ipocrisia degli aiuti umanitari. «Siamo qui per contribuire a porre fine al blocco illegale degli israeliani», aveva annunciato l’eurodeputata dei Verdi francesi, Melissa Cámara. Vaste programme, avrebbe replicato Charles De Gaulle, che conosceva bene la deperibilità degli ideali adulterati senza l’appoggio dell’aviazione. Ieri notte anche la seconda missione, denominata Freedom Flotilla Coalition, è finita. A 120 miglia nautiche dalla Striscia, i marines israeliani sui gommoni hanno fermato le bagnarole guidate dall’ammiraglia Conscience. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha annunciato: «Un altro futile tentativo di violare il blocco navale legale (è del 2009 con il beneplacito Onu, ndr) e di entrare in una zona di combattimento si è concluso con un nulla di fatto».Mentre i pro Pal di terra si disinteressano dell’evoluzione diplomatica e continuano con okkupazioni e cortei violenti mostrando solo una volontà da sfasciacarrozze, la Flotilla è diventata un format mediatico e un supporto politico per partiti (come il Pd, il Movimento 5 stelle, Avs) alla ricerca di identità e a corto di progettualità. Nel momento in cui Hamas aderisce al principio di realtà accettando di cambiare modalità e linguaggio, è stupefacente notare come gli attivisti d’alto bordo replichino se stessi all’infinito in una pièce teatrale caratterizzata da uno stucchevole fricchettonismo da diporto fuori stagione.Anche questa volta, per gli occupanti arriva il consueto destino da martiri un tanto al chilo: telefonini sequestrati per qualche ora, un paio di telecamere rotte e una notte nel porto di Ashdod prima di essere identificati, espulsi e rimpatriati nelle rispettive patrie con la libertà di raccontare sberle a tradimento, penombre minacciose, cani lupo con i canini esposti, gallette rafferme. Insomma, tutto quanto fa eroe da serie Netflix. Una delle barche della sotto-missione Thousand Madleens to Gaza batteva bandiera italiana e questo ha consentito a un portavoce di affermare: «Arrestandoci, Israele ha violato ancora una volta il diritto internazionale. Questo è un vero e proprio atto di rapimento in territorio italiano». Cercasi pm disposto ad aprire un nuovo fascicolo contro Benjamin Netanyahu; tempo un paio di giorni e si troverà.Fra i 9 militanti italiani spiccano due medici, un monaco buddhista, il filosofo-chef Vincenzo Fullone e un militante di Ultima generazione, che avremmo visto volentieri all’opera mentre si sdraiava lungo il corridoio Filadelfi verso Rafah per salvare il pianeta. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rassicura sulle loro condizioni: «L’ambasciata sta seguendo l’evoluzione della vicenda. È stato chiesto al governo israeliano di garantire il rispetto dei diritti individuali e viene fornita tutta l’assistenza necessaria. Mi auguro che in tempi rapidi gli attivisti possano rientrare in Italia».In attesa del prestampato (che altro dovrebbe dire?), ciascuno fa melina secondo il ruolo prestabilito. L’opposizione chiede che Giorgia Meloni riferisca in Parlamento sulle sorti degli italiani «fermati e torturati», termine immaginifico usato dal capogruppo grillino in Senato, Stefano Patuanelli. Poiché arriva la stagione dei venti e delle onde, è possibile che Flotilla 3 ci venga risparmiata. Per la causa Pro Pal è più facile spaccare vetrine a Milano.
Francesca Albanese (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 9 ottobre con Carlo Cambi
Carlo Fidanza (Totaleu)
Lo ha detto il capodelegazione di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza in un'intervista a margine della sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo.