2021-11-01
Respinta la legge bavaglio la propaganda Lgbt torna a invadere le scuole
A pochi giorni dall'affossamento del suo ddl, Alessandro Zan fa un comizio in un liceo di Oristano. Segno che la reazione è violenta e che i giovani sono nel mirino. Interrogazione di Fdi.I commenti indignati, le vibrate proteste e i piagnistei ininterrotti seguiti alla decapitazione del ddl Zan tramite l'ormai famosa tagliola ci consegnano alcune evidenze su cui vale la pena riflettere. La prima, più scontata, riguarda l'ipocrisia strutturale dei progressisti italiani. Essi continuano a definire «folli» le manifestazioni no pass, però battono le mani ai movimenti Lgbt che sfilano con cartelli insultanti; insistono a dire che le minoranze vanno tutelate, ma si accaniscono contro la minoranza che rifiuta il vaccino; hanno passato mesi ad accusare la Lega di essere «di lotta e di governo», epperò adesso che - con regolare voto in Parlamento - sono stati sconfitti, invocano la piazza e aizzano il popolo contro la «destra estrema» (così L'Espresso) con cui pure governano. Da qui giungiamo alla seconda evidenza: la sinistra non sa perdere. Ritiene di essere l'avanguardia illuminata capace di emancipare il popolo bue e, qualora il meccanismo democratico non funzioni nella maniera attesa, essa lo disconosce, sostenendo che «non rappresenta il Paese». Beh, se i senatori che hanno affossato lo Zan sono omofobi e gli altri italiani no, significa che il ddl Zan è inutile, dato che l'omofobia diffusa non esiste, e dunque non serve una legge ma al massimo un nuovo regolamento parlamentare.La terza evidenza è la più importante. Dobbiamo renderci conto che la battaglia ideologica è tutt'altro che finita. Lo dimostra ciò che ha scritto ieri Alessandro Zan su Repubblica. Il deputato del Pd ha raccontato di essere andato in visita, sabato, in un liceo di Oristano e di aver parlato con i ragazzi «di diritti, democrazia, responsabilità». In sostanza, il nostro illustre sconfitto è andato in una scuola a fare propaganda, celebrando la bontà di un disegno di legge respinto dal Parlamento. Che ci dice questo? Di nuovo, mostra che del ddl arcobaleno non c'era alcun bisogno. Le giornate contro la (presunta) omofobia nelle classi si fanno già, tanto che uno dei più noti portabandiera del mondo Lgbt viene serenamente accolto in un liceo. Non risulta siano così frequenti le mattinate di confronto in istituto su temi quali l'immigrazione o l'aborto, magari condotte da un esponente di Fratelli d'Italia o Lega. Anzi, quando Giorgia Meloni (che ieri ha giustamente presentato un'interrogazione al ministero Patrizio Bianchi sul caso del liceo di Oristano) fu invitata in una scuola a parlare, non molto tempo fa, si gridò allo scempio della democrazia. Il progetto di Zan, quindi, consisteva solamente nell'istituzionalizzare l'indottrinamento, impedendo contestualmente ogni azione di contrasto.Non è tutto. L'edificante storiella raccontata da Zan ci mostra pure che i cari progressisti, pur in disarmo, mantengono ancora una certa presa sul cosiddetto «mondo della cultura». Minoranza tra il popolo, sono molto forti nei luoghi in cui si stabiliscono le linee di indirizzo della cultura nazionale: i giornali, le televisioni, perfino la scuola. Tradotto: la propaganda non finirà. Continueranno a esserci insegnanti e dirigenti scolastici pronti a organizzare incontri con gli studenti. I media continueranno a martellare, forse più di prima.Non è vero, come sostengono i più ottusi esponenti della sinistra, che ora sarà possibile insultare e maltrattare gay e trans: fortunatamente le leggi lo proibiscono e puniscono chi si cimenta in simili, disgustose, attività. D'altro canto, l'eroticamente corretto continuerà a dominare. Con o senza legge Zan, sarà ancora difficile, se non impossibile, contestare (duramente o meno) l'ideologia Lgbt nell'agone pubblico. Si verrà ancora accusati di essere razzisti e omofobi, si continuerà a essere censurati (o si rischierà di esserlo). La cappa del pensiero unico resta lì, non è affatto stata abbattuta, e proseguirà a silenziare il dissenso in ogni modo.Tocca rendersi conto che il ddl Zan, in fondo, era soltanto un orpello non richiesto e superfluo. Le leggi liberticide che sdoganano la rieducazione sono senz'altro odiose, ma possono ben poco rispetto alla potente influenza che la Cattedrale politicamente corretta è in grado di dispiegare. Il cosiddetto mainstream, le piattaforme di intrattenimento, le grandi aziende, la stampa internazionale: tutti hanno già fatto propria - per convenienza - l'agenda arcobaleno. E vanno avanti a imporla, plasmando le menti di adulti e giovani.Eccoci allora al nocciolo granitico della vicenda. Zan ha scritto su Repubblica di avere toccato con mano la «delusione cronica di ragazzi e ragazze». In parte, probabilmente, dice il vero. È vero anche che 30 o 40 piazze italiane, in questi giorni, si sono mobilitate per protestare contro il colpo inferto al ddl. Quelle piazze rappresentano una minoranza, ma non ci si può nascondere dietro un dito: fra i giovani, l'ideologia Lgbt fa molta presa. E il motivo è semplice: i ragazzi sono immersi in un mondo che l'ha data per acquisita. La fluidità è celebrata in ogni dove, il fatto che si possa cambiare sesso a piacimento e che il maschio e la femmina siano costruzioni culturali è onnipresente al cinema, nelle serie tv, sui social, nei fumetti e nei libri.Non si tratta, come sappiamo, di un pressante invito al rispetto del diverso, che sarebbe condivisibile, bensì di una sovversione dell'ordine naturale, della biologia e del pensiero che mira a distruggere le differenze, non a valorizzarle, che vuole scomporre e sottomettere l'essere umano, non liberarlo. I ragazzi sono i primi a farne le spese, e scendono in strada convinti a sostenere le idee di Zan o quelle della combattiva Greta.Non siamo di fronte alla manifestazione dello spirito della Storia, a un inevitabile «progresso» che i più presentano come sacrosanto e, appunto, naturale. I giovani non manifestano perché - come dice qualcuno - sono meno ottusi e bigotti dei loro genitori. Spesso non conoscono (come tanti adulti, politici compresi) il contenuto del ddl Zan o la realtà dell'utero in affitto, ma qualcuno ha detto loro che è giusto sostenerli, e loro - bombardati - agiscono di conseguenza.No, la battaglia non è finita. Il ddl Zan è fuori gioco, evviva. Ma l'assalto ideologico prosegue, ed è molto, molto più insidioso di qualsiasi legge.
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