2021-08-06
La Lega strappa due modifiche, ma rosica
Smorzata la linea dura di Roberto Speranza sui tempi e sui servizi negli alberghi. Claudio Borghi: «Non voterò questo testo».La battaglia sul green pass si conclude con una sconfitta, seppur di misura, del fronte «aperturista», ormai rappresentato al governo solo dalla Lega, anche se c'è ancora da affrontare la discussione in Parlamento. Il Carroccio ottiene, è vero, alcuni risultati, ma, tanto per fare un esempio, l'obbligo del certificato vaccinale per gli studenti universitari lascia Matteo Salvini, che aveva chiesto di non introdurre obblighi di questo genere, con l'amaro in bocca. «La cabina di regia è filata liscia come l'olio»: una fonte di governo spiega alla Verità che la riunione propedeutica al Consiglio dei ministri, al di là di qualche scontro, non ha fatto registrare momenti di particolare tensione. Del resto, il «metodo Draghi» è ormai ben codificato: ascoltare le richieste di tutti e poi proporre la sintesi, esattamente a metà strada. È andata così anche ieri, sia in cabina di regia che in Consiglio dei ministri. A quanto riferiscono fonti dirette, ai blocchi di partenza il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto di far partire l'obbligo del green pass sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza dal 16 agosto, e si è schierato contro l'ipotesi di abolirlo per i clienti degli alberghi che usufruiscono dei ristoranti interni. Il Pd all'inizio ha dato manforte a Speranza, ma poi si è sfilato, assumendo un atteggiamento più morbido, e così il ministro della Salute ha dovuto cedere su entrambi i temi. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia della Lega, da parte sua ha chiesto di non prevedere l'obbligo del green pass per il personale scolastico e per gli studenti universitari, ma si è trovato senza alleati, e quindi ha dovuto accettare la decisione di Mario Draghi. Da parte sua, però, Garavaglia ha incassato l'ok a rinviare a settembre l'obbligo del green pass su aerei, navi e treni a lunga percorrenza, e ha vinto la battaglia sull'eliminazione del certificato vaccinale per i ristoranti interni agli alberghi. Non pervenuto il M5s, sempre più allo sbando, mentre Forza Italia può dirsi soddisfatta perché il paziente lavoro di confronto del ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha consentito di raggiungere la piena sintonia tra il governo e le Regioni. Il deputato della Lega Claudio Borghi va all'attacco: «Per me», scrive Borghi su Twitter, «il discrimine è uno, ovvero l'esenzione da qualsiasi green pass per i minorenni. Se non ci sarà non potrò mai dare il mio assenso a qualsiasi altro compromesso». Nessuna esenzione è stata prevista dal governo, quindi Borghi potrebbe votare contro in Parlamento, quando il decreto verrà discusso. Non dimentichiamo che la Lega ha già presentato ben 900 emendamenti al primo decreto sull'obbligo del green pass, quello varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 22 luglio. L'esenzione per i minorenni era una delle 5 richieste della Lega «per salvare l'estate»: le altre erano l'autocertificazione per i clienti di bar e ristoranti al posto dei controlli da parte dei gestori (non accolta), l'esenzione per sagre e fiere all'aperto (non accolta), quella per i servizi interni agli alberghi (accolta), nessun certificato per i trasporti (non accolta ma la Lega ha ottenuto il rinvio al primo settembre per l'entrata in vigore dell'obbligo sui mezzi a lunga percorrenza, mentre per il trasporto pubblico urbano non è previsto il green pass). Al termine del Consiglio dei ministri, Borghi esprime su Twitter la sua profonda amarezza: «Il decreto», spiega il parlamentare della Lega, «se confermato è intollerabile. Non sarà certo l'aver salvato le colazioni negli alberghi a compensare oscenità come la mancata esenzione per i minorenni e l'obbligo per la scuola e per gli studenti. Ho proposto emendamenti, primo fra tutti l'esenzione per i minorenni. Se verranno respinti e il testo resterà questo», aggiunge Borghi, «è ovvio che non lo voterò anche se metteranno la fiducia».Esprime soddisfazione per la decisione del governo di non prevedere l'obbligo del green pass per accedere ai ristoranti interni agli hotel, il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Possiamo rassicurare i nostri ospiti», esulta Bocca, «sulla possibilità di usufruire normalmente dei servizi di food and beverage presso le strutture turistico ricettive, sia per la prima colazione sia per l'accesso al ristorante e al bar. Ringrazio il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il governo e la conferenza delle Regioni per aver risposto alle istanze di Federalberghi con una soluzione», aggiunge Bocca, «che consente alle famiglie di trascorrere in tranquillità le proprie vacanze».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)