2021-06-07
Lega più Forza Italia. A decidere sarà solo Berlusconi
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini (Ansa)
L'ex premier vuole la fusione tra Lega e Fi, malgrado i mal di pancia dei colonnelli azzurri che tenteranno di convincerlo a un passo indietro. I moderati, comunque, sono padroni degli equilibri nazionali come non mai.Raccontano che il felpato Gianni Letta sia caduto dalla sedia dopo aver sentito il progetto di fusione tra Forza Italia e la Lega. Al gran ciambellano del berlusconismo, da sempre uomo di raccordo fra Arcore e i centri di potere romani, il progetto di unire i due partiti sarebbe stato anticipato dallo stesso Cavaliere appena un paio di settimane fa e non avrebbe strappato grida di entusiasmo. Anzi. L'eminenza azzurrina, copyright by Dagospia, avrebbe pensato a uno scherzo, a una delle bizzarre idee usate dal leader del centrodestra per testare la prontezza di riflessi dei suoi principali collaboratori. In realtà, Silvio Berlusconi, quando ha rivelato il progetto di unire i due partiti non scherzava affatto. La sua non era una battuta, ma un piano ben preciso, elaborato nei giorni trascorsi in ospedale, in attesa di liberarsi dei postumi del Covid. Non sappiamo che cosa abbia spinto il Cavaliere a pensare che fosse giunto il momento di unire le forze. Se sia stata la promessa di candidarlo alla presidenza della Repubblica che gli sarebbe stata fatta dallo stesso Matteo Salvini, come sostiene qualcuno, o altro. Sta di fatto, che l'idea non ha nulla a che fare con la federazione dei partiti moderati, come c'è chi lascia intendere, ma a differenza delle smentite diffuse nei giorni scorsi, si tratterebbe di una vera e propria fusione tra i due partiti, sull'onda di ciò che avvenne molti anni fa fra An e Forza Italia, ma anche fra Pd e Margherita. Il piano sarebbe stato così avanzato da aver fatto immaginare a Berlusconi un processo super rapido, che prevedeva già nei prossimi giorni la convocazione degli organismi dirigenti per formalizzare il matrimonio. Una fusione a freddo, per incorporazione o meno, ma di cui il leader della Lega sarebbe stato il segretario e lui il presidente. Certo, anticipando a Letta le sue prossime mosse, il leader di Forza Italia non immaginava la reazione dei colonnelli del partito. In particolare, non teneva in considerazione le perplessità di quella che è considerata l'ala più lealista di Forza Italia, a cominciare da Maria Stella Gelmini per finire con Sestino Giacomoni. Totalmente all'oscuro del progetto, rivelato già una settimana fa da La Verità, uomini e donne del Cavaliere hanno manifestato stupore, se non orrore. Le interviste rilasciate nei giorni scorsi al Corriere e ad altri quotidiani trasudano perplessità, ma in realtà, in privato, i giudizi sono assai più pesanti di quelli messi per iscritto. Per non parlare poi di ciò che dice Mara Carfagna, già da tempo con un piede mezzo dentro e mezzo fuori dal partito. Insomma, Forza Italia è in rivolta. Una ribellione che ieri ha indotto Berlusconi a una frenata per cercare di placare gli animi. Tuttavia, se da Arcore si cerca di buttare acqua sul fuoco, chi conosce abbastanza bene il Cavaliere sa che, come sempre, deciderà di testa sua, senza farsi tirare per la giacchetta da chi gli sta in torno. Così andò fin dalla sua prima discesa in campo, quando tutti i suoi più fidati consiglieri, da Letta a Confalonieri, lo sconsigliarono di candidarsi in prima persona, e così accadde ai tempi del famoso predellino, quando una domenica pomeriggio del novembre di 14 anni fa, il leader di Forza Italia gettò il cuore oltre l'ostacolo, proponendo il partito unico del centrodestra. A distanza di oltre un quarto di secolo, Berlusconi deve decidere quale futuro dare alla formazione che fermò la corsa della gioiosa macchina da guerra, ovvero che impedì alla sinistra di governare. Quale che sia la sua scelta, un fatto appare degno di nota ed è che gli equilibri politici oggi ruotano tutti intorno al centrodestra. Mai nella storia del Paese, né nella prima né nella seconda Repubblica, la competizione era parsa tutta nell'area moderata. Ma oggi la partita è fra Lega e Fratelli d'Italia, con Forza Italia a fare da ago della bilancia. Sullo sfondo, le lotte intestine dei 5 stelle e il declino di un Pd affidato al gracile carisma di Enrico Letta. Da questo punto di vista, qualunque sia la decisione di Berlusconi, di procedere con la fusione o di far marcia indietro per non perdere altri pezzi del partito, rischiando di regalare l'ala sudista capitanata da Gianfranco Miccichè a Giorgia Meloni, una cosa si può dire ed è che, comunque vada, il Cavaliere ha vinto, perché dopo quasi tre decenni sulla scena la sinistra è a pezzi e lui è ancora in campo.
Volodymyr Zelensky in piedi davanti a un sistema missilistico antiaereo Patriot durante la sua visita a un'area di addestramento militare in Germania dello scorso giugno (Ansa)
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