2020-10-27
Le ramanzine social utili al potere
Ripartono i «selfie in corsia» per suscitare il senso di colpa degli italiani. Senza mai sfiorare il Palazzo. O i medici di base che, come nel Lazio, non fanno tamponi ai pazienti. L'infermiera Martina Ricci - unghie perfettamente laccate, occhi ben truccati e capelli ordinati nonostante abbia appena concluso il turno al Cardarelli di Napoli - ha riaperto la stagione dei «selfie in corsia». Pubblicando sulla Rete la sua foto, ha lanciato il proverbiale appello al popolo infarcito di frasi toccanti, rabbia malcelata e desiderio di suscitare sensi di colpa. «Quando dite che il Covid non esiste», ha scritto l'infermiera Martina, «vi farei assistere a un nostro turno, con tutti i dispositivi di protezione che fanno male e fanno sudare, vi farei capire anche solo per un minuto l'ansia che si prova». Di uscite del genere, nei mesi passati, ne abbiamo viste fin troppe: sembrava che chiunque fosse stipendiato da un ospedale si sentisse in dovere di fare la ramanzina agli italiani. C'è un'infermiera, Martina Benedetti, di Massa Carrara, che dopo un autoscatto pubblicato in marzo e divenuto celebre ora è stata scelta come testimonial da una nota marca di gioielli. Un'altra, Alessia Bonari, già da un po' è divenuta influencer e ha sfilato sul tappeto rosso a Venezia. Ecco perché speriamo che i «selfie in corsia» vengano archiviati al più presto, e il narcisismo in eccesso venga tenuto a freno. Non dubitiamo che tantissimi professionisti della salute abbiano affrontato una prova terrificante. Non dubitiamo che sia fondamentale tutelarli, ascoltarli, e sostenerli anche economicamente. Però ci piacerebbe che le loro esternazioni non diventassero - come sono già diventate - l'ennesimo strumento al servizio dell'autoritarismo sanitario di cui il governo sta facendo largo uso. Il fatto è che quando vediamo qualcuno con indosso il camice rivolgersi con biasimo ai «negazionisti» veri o presunti, ci si gonfiano immediatamente nel petto alcune domande. Tra le altre cose, ci chiediamo come mai i professionisti della salute si rivolgano così di rado ai loro colleghi o ai loro superiori. Piccolo esempio. Abbiamo capito negli ultimi giorni quanto sia fondamentale l'assistenza domiciliare: invece di affollare l'ospedale e il pronto soccorso, chi mostra sintomi o ha il sospetto di aver contratto l'infezione dovrebbe essere seguito e curato a casa. Eppure, nel Lazio, su 4.000 medici di base soltanto alcune centinaia (forse 500) si sono volontariamente offerti per eseguire i tamponi a domicilio. Perché non sentiamo appelli rivolti a questi dottori affinché si mettano a disposizione della collettività in maggior numero? Giustamente la Fimmg (che rappresenta i professionisti di medicina generale) fa notare di aver già sollecitato in luglio una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Per intervenire a domicilio serve una pur minima formazione, bisogna spiegare ai medici come eseguire un tampone, come evitare contagi eccetera. Su questo punto il ministero della Salute sembra essersi mostrato particolarmente disattento. Allora, nuovamente, ci domandiamo: perché non pubblicare qualche bel video che punti il dito su questi problemi ancora insoluti piuttosto che inveire ancora e ancora contro i «negazionisti»? Perché anche i più titolati fra i luminari sono sempre così cauti quando si tratta di criticare l'esecutivo, e invece così lesti con le parole quando c'è da bacchettare la popolazione? Forse qualcuno di costoro ha dimenticato che gli italiani - se non tutti, la grandissima parte - vive situazioni di ansia, stress e difficoltà ugualmente sfiancanti. Forse qualcuno preferisce ottenere un po' di visibilità mediatica riecheggiando una narrazione che fa comodo al governo, e che ha l'unico effetto di destabilizzare ancora di più un corpo sociale già provato. Di sicuro, in tutto ciò, anche i media hanno una notevole responsabilità: danno più spazio alla bella infermiera o al medico adirato con «la gente» che a chi fa notare le mancanze governative. Ma questa è una ragione in più per non prestarsi al giochino. Per mesi ogni protesta è stata silenziata con l'accusa di negazionismo. Ora le esplosioni di (comprensibile) rabbia da parte della cittadinanza vengono svilite dicendo che ci sono dietro la camorra o chissà quali sovversivi.Tanti medici e infermieri, tantissimi italiani, si sono comportati da eroi. Ma adesso non ci servono eroi: ci serve che ciascuno, umilmente e semplicemente, faccia il proprio lavoro. Quello che il governo non ha saputo fare.