2024-07-01
La Le Pen è in testa in Francia. E Macron si scava la fossa
Al primo turno delle legislative, con un’affluenza da record, il Rn arriva al 34%. L’ultra gauche tiene. Débâcle per il presidente che aveva sciolto le Camere: ora fa appello al maxi-inciucio per il ballottaggio.Il messaggio che arriva dalle urne è senza appello per il presidente della Repubblica francese. Emmanuel Macron è sconfitto ma, pur di mantenersi al potere, è pronto ad allearsi anche con con l’estrema sinistra dalle dichiarazioni quasi antisemite. Con oltre il 34% dei voti, il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella è il primo partito di Francia. Alle sue spalle è arrivato il Nouveau Front Populaire di Jean-Luc Mélenchon con circa il 29% delle preferenze. Ensemble, il partito presidenziale, non è andato oltre il 21,5%. I Républicains pro e anti Eric Ciotti e le altre formazioni di destra hanno ottenuto circa il 10% dei suffragi. Tradotte in seggi, queste percentuali darebbero vita ad una Assemblea nazionale composta da: 240-270 deputati del Rassemblement national (Rn); 180-200 onorevoli del Nouveau Front Populaire (Nfp) e 60-90 parlamentari di Ensemble. I Républicains (Lr, pro e anti Ciotti) e altre formazioni di destra potrebbero occupare 30-50 scranni, altre liste come quelle di alcuni territori d’Oltremare potrebbero contare su 13-20 deputati. Se al secondo turno di domenica prossima questi numeri fossero confermati, per ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi, al Rn servirebbe un appoggio di 20-50 deputati delle destre o di altre formazioni.Poco dopo la diffusione dei primi exit poll, il primo leader politico a prendere la parola è stata Marine Le Pen, già eletta al primo turno. Il suo messaggio è stato chiarissimo: «Ci serve una maggioranza assoluta», poi parlando agli elettori li ha invitati a unirsi alla «coalizione della libertà, della sicurezza e della fratellanza. Mobilitatevi perché il popolo vinca!». Dopo la leader Rn è intervenuto il suo braccio destro, Bardella, che ha chiesto agli elettori di evitare la vittoria al secondo turno dell’«alleanza del peggio, che porterà alla rovina» e di preferire «l’unione nazionale che ristabilirà la sicurezza e difenderà il lavoro».Per la coalizione di estrema sinistra, è intervenuto il leader de La France Insoumise (Lfi), principale partito dell’Nfp Jean-Luc Mélenchon. Dopo aver criticato Macron, ha annunciato il ritiro dei propri candidati nelle circoscrizioni in cui ci saranno delle triangolari (con tre candidati che hanno superato la soglia del 12,5% dei voti al primo turno). Poco dopo l’intervento di Mélenchon però vari responsabili dei partiti della coalizione Nfp hanno espresso dei distinguo.A differenza degli altri leader politici, Emmanuel Macron non ha preso la parola davanti alle telecamere ma si è limitato a diffondere una dichiarazione scritta. Il capo dello Stato ha affermato che «di fronte al Rassemblement national è il momento di formare un largo raggruppamento chiaramente democratico e repubblicano per il secondo turno». Leggermente più moderato è apparso il suo ex primo ministro Edouard Philippe che, dal quartier generale del suo micro partito, Horizons, ha annunciato che i suoi candidati arrivati terzi al primo turno si ritireranno per evitare l’elezione di deputati Rn o Lfi. Anche l’ex capogruppo Renaissance, Aurore Bergé, ha contraddetto Macron rifiutando di dire che «qualunque cosa succeda, ci ritireremo». Eric Ciotti, presidente dissidente Lr, ha dichiarato che «la vittoria è in vista per portare Jordan Bardella a Matignon» e ha invitato tutti Les Républicains a votare per l’Rn. Dal canto loro gli Lr-Anti Ciotti hanno diffuso un comunicato senza dare indicazioni di voto per il secondo turno.Alcune personalità della politica francese non andranno al ballottaggio domenica prossima perché sono già state elette o escluse. Oltre alla leader Rn, vari candidati del suo partito avranno uno scranno in parlamento. Stesso discorso, a sinistra, per il capo dei socialisti Olivier Faure. Il leader del Partito Comunista, Fabien Roussel è già escluso dal ballottaggio. L’ex presidente della Repubblica, François Hollande, è arrivato in testa nel suo feudo della Corrèze con il 36% ma i candidati Rn e Lr sono attorno al 30%.Come detto, l’affluenza alle urne è stata altissima, in particolare nei dipartimenti di Parigi, Marsiglia e Bordeaux sono arrivati attorno al 63%. Le operazioni di voto si sono svolte tranquillamente sebbene, già attorno alle 9, si è appreso che, a Nizza, uno scrutatore avesse dato un pugno al presidente del seggio. Secondo il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, appartenente al partito Horizons, l’aggressore sarebbe uno scrutatore «designato da Eric Ciotti». L’entourage di quest’ultimo ha condannato su Le Figaro che si è trattato di un «alterco deplorevole» provocato da «uno dei nostri simpatizzanti piuttosto anziano» che poi è stato «dimesso» e arrestato dalla polizia. In giornata ha fatto discutere l’ennesima presa di posizione contro l’Rn di un calciatore della nazionale francese, stavolta si è trattato di Jules Koundé, nonostante il divieto di propaganda elettorale nel giorno del voto.Segnali di tensione invece si sono registrati a partire dalla metà del pomeriggio, quando vari media hanno segnalato che le vetrine di diversi negozi di Lione, Parigi, Grenoble e altre città, erano state protette con pannelli per il timore di scontri in serata. Alta tensione anche a Nantes, Bordeaux, Marsiglia, Strasburgo e Lille. Queste città erano le sorvegliate speciali dalle forze dell’ordine, come ha riportato Le Figaro. Nella capitale invece, gli occhi erano puntati sulla Place de la République dove, mentre questa edizione de La Verità andava in stampa, è iniziata una manifestazione indetta dal Nouveau Front Populaire. Al di là delle Alpi, la notte rischia di essere agitata. Anche per questo, la prefettura di Parigi ha autorizzato l’uso di droni per sorvegliare la capitale fino alle 2 del mattino.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)