2020-06-19
Le indagini sulla mancata zona rossa puntano alle circolari del ministero
I pm hanno acquisito le direttive di gennaio con i criteri da adottare per i malati sospetti. La prima prevedeva il tampone in caso di polmoniti non identificate, la seconda no. La modifica può aver accelerato i contagi.Nel mirino della Procura di Bergamo c'è molto di più della mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana. Negli ultimi giorni le indagini dei magistrati lombardi si sarebbero concentrate sulla ricostruzione dell'intricato puzzle normativo in vigore durante le settimane immediatamente precedenti l'esplosione dell'epidemia. Gli inquirenti minacciano di scoperchiare un vaso di Pandora potenzialmente pericolosissimo per l'intero governo.Secondo Repubblica, il procuratore aggiunto di Bergamo Maria Cristina Rota e altri tre colleghi si sarebbero recati a Roma due giorni prima dei colleghi incaricati di indagare sulla questione legata alla zona rossa. Tra i motivi della visita anticipata rientrerebbe il valzer di circolari emanate a fine gennaio di quest'anno da Lungotevere Ripa, e contenenti le prime fondamentali indicazioni indirizzate alla comunità medica e alle amministrazioni del territorio relative al coronavirus. Un argomento che i lettori della Verità conoscono già, perché le domande alle quali gli inquirenti stanno provando a dare risposta in queste ore sono identiche a quelle che ci ponevamo quasi due mesi fa su queste stesse pagine. Le linee guida emanate dal ministero della Salute rappresentano la prima - e forse più importante - fonte da verificare prima di puntare il dito contro chicchessia. Ebbene, il primo documento nel quale ci imbattiamo risulta una guida provvisoria per la «gestione clinica dell'infezione respiratoria acuta grave nei casi di sospetta infezione da nuovo coronavirus», pubblicata dai tecnici di Roberto Speranza il 12 gennaio. Recependo le linee guida diramate il giorno precedente dall'Oms, tutti i pazienti affetti da infezione respiratoria acuta - a prescindere dalla storia di viaggio in Cina - vengono trattati come un potenziale caso di coronavirus. Pochi giorni dopo, il 15 gennaio, l'Oms aggiorna la definizione di caso sospetto, stabilendo che qualunque persona che presenti un decorso clinico insolito e inaspettato con improvviso deterioramento debba essere considerato come potenziale infetto. Veniamo ai documenti allo studio della Procura di Bergamo. È il 22 gennaio quando il ministero della Salute pubblica la circolare 1.997, indirizzata tra gli altri alle Regioni e agli ordini nazionali dei medici e degli infermieri. Nell'allegato 1, la definizione di caso sospetto contempla tre opzioni: 1) una persona con infezione respiratoria acuta grave (Sari) e una storia di viaggio a Wuhan (oppure se i sintomi si verificano in un operatore sanitario che lavora a contatto con pazienti affetti da Sari); 2) una persona che manifesta un decorso clinico insolito e inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso, senza tener conto del luogo di residenza o storia di viaggio, anche se è stata identificata un'altra eziologia che spiega pienamente la situazione clinica; 3) una persona con malattia respiratoria acuta che nei 14 giorni precedenti sia venuta a stretto contatto con un caso conclamato, oppure con un operatore sanitario che lavora in strutture nelle quali sono presenti casi conclamati o, infine, abbia visitato il mercato di Wuhan.Salta agli occhi il punto 2, che impone al personale sanitario massima attenzione quando si tratta di pazienti dal decorso clinico «anomalo». Nell'ambiente ci si interroga sul senso di quelle parole: come faranno i medici a mettere in pratica un criterio all'apparenza così generico? Un'incertezza del tutto legittima, specie per chi lavora sul campo tutti i giorni. La mattina del 22 gennaio, il commissario dell'Azienda sanitaria ligure (Alisa), Walter Locatelli, convoca una riunione che si terrà due giorni dopo e durante la quale verrà specificato che «è stata espressa perplessità riguardo la specificità e l'applicabilità della definizione di caso riportata in circolare al punto 2». Stessi dubbi arrivano dal Veneto. Con una nota del 23 gennaio, il direttore della Direzione prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria, dottoressa Francesca Russo, informa che «in merito alla stessa definizione di caso, rispetto al punto 2 sono stati richiesti al ministero alcuni chiarimenti, dai quali è emerso che la “definizione di caso provvisoria", verrà a breve aggiornata da una nuova definizione da parte dell'Ecdc». Passati appena cinque giorni dall'emanazione del primo documento il ministero ci ripensa e cancella il famigerato «punto 2», anticipando le decisioni degli organismi internazionali. La circolare 2.302 del 27 gennaio stabilisce che solo chi ha viaggiato in Cina, oppure è venuto a contatto con persone infette, rientra nella definizione di caso sospetto. Forse a Lungotevere Ripa avranno pensato che fosse meglio berci su e abbracciare un cinese, anziché fare controlli a tappeto. Peccato che, anche grazie ai nuovi criteri deliberati dal ministero della Salute, il virus ha potuto circolare di fatto indisturbato. E quella decisione, ora dovrà passare al vaglio della magistratura.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
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