2025-04-12
Le big del risparmio spingono la scalata Mps
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Dopo Algebris di Serra, anche Pimco, il colosso Usa delle gestioni che detiene l’1,5% di Siena, si schiera a favore dell’Ops su Mediobanca in vista dell’assemblea del 17. Segnale di fiducia per l’ad Lovaglio. Decisiva la posizione di Banco e Anima.Due colossi globali della gestione del risparmio come Pimco e Algebris, hanno deciso di appoggiare l’Ops da 13,3 miliardi che Montepaschi lancerà su Mediobanca. All’assemblea del 17 aprile, infatti, voteranno a favore dell’aumento di capitale del gruppo senese finalizzato all’acquisizione della blasonatissima banca d’affari di Piazzetta Cuccia. Una dichiarazione importante considerando che, trattandosi di un’assemblea straordinaria, la delibera deve essere approvata con la maggioranza del 66%. La mossa strategica da parte di fondi di tanto blasone è un segnale di fiducia nel progetto preparato da Luigi Lovaglio amministratore delegato di Mps per sviluppare la sua banca e consolidare il mercato del credito in Italia. Pimco, che ha sede a Newport in California dov’è nata nel 1971, è uno dei più grandi gestori al mondo di fondi d’investimento con un patrimonio di circa 2.000 miliardi di dollari. La sua adesione assume anche una maggiore valenza internazionale considerato che la società è controllata dai tedeschi di Allianz. Pimco possiede l’1,5% di Mps cui si aggiunge l’indicazione positiva di Algebris, che possiede un altro 1% e ha già confermato il suo sostegno all’operazione. Il ceo Davide Serra, ha sottolineato la correttezza e l’intelligenza della proposta sviluppata da Mps dichiarando che «i numeri parlano chiaro», una posizione che aggiunge ulteriore credibilità all’iniziativa.Passando ai grandi soci, è già scontato il sì di Mef, Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, che insieme sfiorano il 30% del capitale del gruppo senese. Ed è probabile che voteranno a favore anche le Fondazioni azioniste – da Mps, a Cariplo alla Compagnia di Sanpaolo, tutte vigilate dal Mef – con una quota complessiva poco superiore all’1%. Ad oggi, dunque, complessivamente, i voti a favore (quasi) certi dovrebbero aggirarsi attorno al 33,5% del capitale di Mps.Hanno invece espresso parere contrario all’Ops tre grandi fondi statunitensi. Si tratta di New York City Controller, che ha asset in gestione per 285 miliardi di dollari e detiene lo 0,16% di Mps, il Florida state board of administration, fondo pensione che gestisce complessivamente 260 miliardi di dollari e ha in mano lo 0,13% dell’istituto toscano, e il fondo Calvert, che «vale» 40 miliardi di dollari e ha circa lo 0,1% del Monte dei Paschi.Non si sono invece ancora espressi altri grandi azionisti con quote di peso: Vanguard (3% di Mps), Dimensional Fund Advisor (3%), Norges Bank (2,9%) e BlackRock (1,8%) e Allianz (1,58%) la cui adesione dovrebbe essere vicina, considerata la posizione già assunta dalla controllata Pimco.Tra coloro che detengono pacchetti più piccoli figurano invece JP Morgan (0,89%), Janus Henderson (0,6%), Crédit Agricole (0,65%), Julius Baer (0,2%), Deutsche Bank (0,12%) e Natixis (0,11%) e Ubs (0,11%). Da considerare anche gli investitori istituzionali italiani: Banca Mediolanum (0,89%), Euromobiliare (0,22%), Intesa Sanpaolo (0,21% e 0,19% di Fideuram) e Azimut (0,16%). A decidere la partita potrebbe però essere l’asse tra Banco Bpm (5%) e Anima (3,992%), che dopo l’ultimo collocamento del Mef hanno in mano il 9% dei diritti di voto. La decisione verrà presa nel corso del consiglio d’amministrazione previsto per martedì. Ma secondo le ultime indiscrezioni entrambe potrebbero essere orientate verso un voto favorevole che spingerebbe i sì oltre il 40%.Nei giorni scorsi i proxy, cioè le società specializzate nell’analisi delle informative societarie e nel fornire consulenza agli investitori su come votare nelle assemblee, hanno dato indicazioni discordanti. Glass Lewis ha raccomandato agli azionisti del Mps un voto favorevole all’aumento di capitale mentre Iss ha consigliato di votare contro. All’ultima assise ha votato poco più del 50% del capitale e, poiché è ipotizzabile che le presenze questa volta aumentino, per raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi servirà l’appoggio del retail e soprattutto degli investitori istituzionali.Secondo l’ad di Mps Luigi Lovaglio, sarà confermato il rapporto di concambio: 2,3 azioni Montepaschi di nuova emissione per una azione Mediobanca. Esclusa implicitamente un’aggiunta di denaro: «Al livello attuale penso che l’offerta sia corretta», ha ribadito. La distanza fra il valore in Borsa di Siena e di Piazzetta Cuccia implica a oggi che l’offerta sia ancora a sconto del 4% (del 5,7% se si include l’aggiustamento per lo stacco dei dividendi). Per ora, inoltre, Siena non vuole avvalersi della clausola di salvaguardia Mac (material adverse change), prevista in tutte le offerte e attivabile in risposta a condizioni di contesto molto critiche, anche sul fronte finanziario e congiunturale.
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