2020-10-02
Le assunzioni elettorali di Emiliano spariscono dopo il voto: irregolari
Michele Emiliano (Donato Fasano/Getty Images)
Il governatore della Puglia imbastì un evento pubblico dentro un teatro per la firma di 220 precari della sanità a poche settimane dalle Regionali. A urne chiuse, il Consiglio di Stato congela tutto e la promessa dem sfuma.Ci sono tre tipi di bugie: quelle piccole, quelle grandi e le promesse elettorali. Poi ci sono le promesse elettorali di Michele Emiliano che da oggi finiscono fuori categoria. Irraggiungibili. Molti di voi, infatti, ricorderanno quando, (...) lo scorso 14 settembre, il presidente della Puglia salì sul palco del teatro Fusco di Taranto. Davanti a lui 220 precari che con solenne cerimonia pubblica firmarono il contratto di assunzione in una delle società della sanità regionale. Euforia, entusiasmo e applausi. Fiato alle trombe, e anche alle trombette. Peccato che appena scavallata la domenica del voto, in realtà, le trombe e le trombette sono sparite. E sono rimasti solo i tromboni. Questi ultimi, però, rieletti governatori. Sono passate infatti solo due settimane da quel giorno trionfale sul palco del teatro Fusco. E le assunzioni sono saltate. Il Consiglio di Stato, con apposito decreto, è intervenuto per ricordare a Emiliano che non è possibile assumere 220 precari in una società regionale senza adeguato concorso. Per il momento si tratta di una sospensione, in attesa della decisione definitiva del supremo organo amministrativo. Ma il rischio che le assunzioni saltino definitivamente è elevatissimo. E, in ogni caso, in questo momento sono ferme. Bloccate. Quei 220 disgraziati che prima del voto sono saliti sul palco uno a uno, sotto lo sguardo compiaciuto di Michele Emiliano, convinti di avere finalmente un posto di lavoro in Regione, ebbene: il posto di lavoro in Regione non ce l'hanno. E probabilmente non ce l'avranno mai. La domanda è: Michele Emiliano li chiamerà uno per uno per dirglielo? Davanti a tutti? Magari con cerimonia pubblica dentro un teatro? Come ha fatto quando si trattava di assumerli (per finta)? Oppure si girerà dall'altra parte fischiettando, come sono soliti fare i politici dopo le elezioni? Almeno O' Comandante Achille Lauro regalava una scarpa prima e del voto e una dopo. Emiliano invece regala una scarpa prima del voto e dopo se la riprende. «Scusate, mi sono sbagliato». «Cucù cucù, l'assunzione non c'è più». E va beh che ormai tutti lo sanno: quello che si dice in campagna elettorale è affidabile più o meno come un talismano di Wanna Marchi o l'oroscopo di Mago Formaggino. Però se uno mette in piedi la sceneggiata della firma, con tanto di contratto regolare, dentro un teatro, poi si aspetta che la cosa sia almeno un pochina vera, no? Invece è vera soltanto il tempo di mettere una croce sulla scheda elettorale. Poi sparisce. Perché, come dicevano i vecchi, le elezioni sono così: un giorno fai la croce, il resto dell'anno la porti. Per altro ci viene un sospetto non da poco. O' Comandante Emiliano, nella sua precedente vita, era un magistrato. Ora è vero che da quando è diventato politico è molto meno attento a questi dettagli, li considera quisquilie, pinzallacchere o giù di lì, perché, a cominciare dalle cozze pelose, tutto avviene a sua insaputa, mentre lui è distratto o in altre faccende affaccendato. Epperò a noi tutti è parso di vedere che su quel palco, il 14 settembre, ci fosse proprio lui. Il governatore in persona. Con la sua faccetta. Con la sua barbetta. Con la sua esperienza giuridica. Com'è possibile che non sapesse che non si possono assumere 220 persone in una società regionale senza concorso pubblico? I casi sono due: o non s'è accorto dell'irregolarità e allora a guidare la Regione c'è un uomo molto disattento. Oppure se n'è accorto del rischio ma l'ha fatto lo stesso e allora siamo ai limiti della circonvenzione di precario. Quasi una truffa volontaria. Di sicuro Emiliano ha venduto fumo. E a questo punto ci viene un dubbio sulle altre promesse fatte prima del voto. Negli ultimi giorni di campagna elettorale, infatti, O' Comandante Michele ha annunciato qualsiasi cosa, a parte forse l'abolizione del lunedì, la soppressione dei temporali e la vittoria del Bari in Champions League. Dalle mille assunzioni all'Arpal al bonus agricoltori, dagli aiuti alle feste patronali alla bustarella per gli sposi, che fine faranno gli spot acchiappavoti del governatore? Se tanto ci dà tanto, non vorremmo che le feste patronali fossero aiutate soltanto a morire e che gli sposi dentro la bustarella ci trovassero un invito per l'esattoria regionale. Visti i precedenti con i precari della Asl è l'ipotesi più probabile. Nel caso, toccherà dar ragione al saggio che diceva: siccome non si riesce mai a giudicare i politici prima del voto, ma soltanto dopo, dovremo adeguarci. La prossima volta, anche il voto, glielo daremo dopo le elezioni.