2023-02-14
Nel Lazio è ribaltone: scardinato il sistema di potere dem romano
Per Francesco Rocca risultato migliore delle attese: maggioranza assoluta. Alessio D’Amato rivendicava la buona gestione Covid. Evidentemente...Clicca qui per vedere i risultati delle elezioni regionali.Un risultato senza appello, per certi versi anche migliore delle attese, è quello con cui l’ex presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca , è diventato il nuovo presidente della Regione Lazio per il centrodestra unito, battendo l’assessore uscente alla Salute, il dem Alessio D’Amato, e la giornalista pentastellata Donatella Bianchi. Rocca si è affermato col 50,3 per cento dei consensi, mentre D’Amato e la Bianchi si sono fermati rispettivamente al 36 e all’11,7 per cento. E sul fatto che si tratti del risultato politicamente più rilevante di questa tornata elettorale regionale ci sono pochi dubbi, visto che la vittoria del centrodestra in Lombardia, seppur brillante perché ottenuta contro il redivivo asse giallorosso M5s-Pd, ha confermato Attilio Fontana al Pirellone, mentre l’affermazione di Rocca pone fine al regno decennale dell’ex-segretario del Pd Nicola Zingaretti e del partito romano su tutta la regione. A rafforzare la valenza straordinaria di queste elezioni, un elemento inedito: il centrodestra ha vinto a fronte di un dato molto forte relativo all’astensionismo (ha votato il 37 per cento degli aventi diritto, con una punta negativa record a Roma pari al 33 per cento) contravvenendo a una delle regole non scritte delle urne italiane, che premiano quasi sempre i partiti del centrosinistra quando a votare vanno gli elettori più motivati o inquadrati (generalmente quelli di sinistra). Non a caso, c’erano state delle polemiche sul fatto che i media mainstream avessero parlato molto poco di queste elezioni, con l’intento malcelato di sterillizzarne l’esito. Se ne deduce, quindi, che la bassa affluenza del Lazio abbia punito il governo giallorosso degli ultimi anni, a dispetto della narrazione con cui D’Amato ha condotto la campagna elettorale rivendicando una gestione di successo della pandemia e della campagna vaccinale.Il centrodestra, dunque, in questo territorio avanza anche rispetto alle ultime elezioni politiche, che pure lo avevano premiato: è arrivato nettamente sopra al 50 per cento, mentre lo scorso 25 settembre si era attestato al 44 per cento. Ed è questo il dato su cui hanno insistito tutti i big nazionali, compreso il premier Giorgia Meloni, sia per il Lazio che per la Lombardia, evidenziando la valenza positiva che la vittoria assume 100 giorni dopo l’approdo del centrodestra a Palazzo Chigi. Per quanto riguarda le performance delle liste, si conferma l’onda lunga di Fratelli d’Italia, che non contraddice le previsioni dei pronostici e sfonda quota 30 per cento (33,9), diventando saldamente il primo partito della regione. Gli equilibri interni della coalizione, almeno all’ombra della Capitale, sorridono ancora di più al partito del premier, poiché Fdi arriva quasi a doppiare la somma dei due principali alleati, visto che Fi e Lega prendono rispettivamente il 6,3 e il 6,7 per cento. Musi lunghi a sinistra, e non solo per la sconfitta: il Pd laziale tutto sommato resta a galla col 20,6 per cento, mentre M5s cala ancora e si ferma attorno al 9,2 per cento. Fortemente ridimensionato il Terzo polo, che puntava a scavalcare Forza Italia e si ritrova invece al 5 per cento, penalizzato forse dall’abbraccio con D’Amato. In discesa anche i rossoverdi di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, poco sopra al 3 per cento. In un quartier generale euforico e popolato dal gruppo dirigente di Fdi, Rocca ha preso la parola nel tardo pomeriggio, quando le dimensioni della vittoria sono apparse chiare: «Insieme a questa soddisfazione», ha detto, «prevale il senso di responsabilità per risollevare una sanità che mortifica la dignità dei cittadini. Anche il dato dell’astensione», ha aggiunto «porta un segno di responsabilità, perché dieci anni di sinistra hanno allontanato i cittadini dalle istituzioni. Noi ci impegneremo per far ritornare il senso di fiducia. Saremo all’altezza di formare una squadra straordinaria», ha concluso.Nell’altro fronte, oltre ai musi si affilano anche i coltelli: D’Amato ha commentato la sconfitta recriminando sulla mancata alleanza coi grillini e accusando il loro leader Giuseppe Conte anche se, numeri alla mano, la saldatura di tutto il centrosinistra non sarebbe comunque stata sufficiente per tenere il Lazio: dopo aver telefonato a Rocca per congratularsi per la vittoria di quest’ultimo e avergli promesso un’opposizione intransigente, D’Amato ha affermato che «Conte dovrà riflettere sulle scelte che ha compiuto e sulla decisione di non proseguire un’esperienza di governo che ci ha visto alleati». «I 5 stelle», ha aggiunto, «sono i veri sconfitti di questa tornata elettorale e vanno molto dietro sia il dato delle precedenti regionali e sia dietro i dati delle elezioni politiche. L’inceneritore è stato solo un pretesto». Mestizia nella sede romana del M5s, dove - alla presenza di Conte - la Bianchi si è limitata a dire che si è trattato di un «risultato insoddisfacente lontano dalle nostre ambizioni e aspettative. È stata una campagna molto veloce», ha aggiunto, «la nostra proposta forse aveva bisogno di più tempo per essere comunicata».