2018-05-20
L’ultimo poker per giocare con i campioni
Lazio-Inter, gemelli coltelli. Nella notte che chiude il campionato, nerazzurri e biancocelesti si contendono un posto in Champions. In palio non ci sono solo 35 milioni di premi, ma anche un pezzo di futuro. Chi perde vedrà partire i suoi assi, a cominciare da Mauro Icardi e Sergej Milinkovic Savic.Gemelli coltelli. Certo, perché a dispetto degli sgambetti e dei destini incrociati in campo, Lazio e Inter sarebbero anche parenti stretti, uniti da una vita in curva per via delle tifoserie con il Dna tendente a destra. Modernariato ultrà che nella stagione postideologica vale come una canzone degli Abba, ma che consente ai nostalgici di cantare insieme, di agitare bandiere condivise («Passano gli anni, non l'amicizia») e di applaudire il volo dell'aquila Olympia, animale stupendo che inaugura le partite biancoazzurre con un volo sopra la tribuna Monte Mario. Ci sarà anche stasera e probabilmente sarà l'essere vivente meno stressato all'interno dello stadio Olimpico. Il rapace si tratta bene: si ciba di pollo e salmone, sta a pensione in una specie di nido a cinque stelle, è curato da tre falconieri spagnoli, è stato l'unico rappresentante del calcio italiano a cui il New York Times ha dedicato un articolo e costa al presidente Claudio Lotito 125.000 euro l'anno. Ma è meglio non ricordarglielo, anche perché può vivere fino a 80 anni. Ora ne ha 12, sono soldi.Per la verità niente in confronto ai 35 milioni di euro in palio nell'ultima notte di campionato, nell'ultima partita di poker che conta, nell'ultimo lampo tv di calcio italiano. Poi la finale di Champions league e il delirio mondiale riguarderanno altri. Mai quarto posto fu così ambìto. Trentacinque milioni sono il premio dell'Uefa per l'ingresso nel tabellone di Coppa dei campioni. Denari in grado di cambiare vita alla Lazio, che potrebbe tentare di tenersi Luis Alberto, Ciro Immobile e Felipe Anderson per le sfide notturne in Europa (per il gioiello Sergej Milinkovic Savic è già partita l'asta da 120 milioni). Ma il malloppo servirebbe anche all'Inter dei supertirchi cinesi di Suning, che con quei soldi avrebbero meno patemi a riscattare Rafinha e Joao Cancelo, i due più completi ed efficaci giocatori del club, fatta eccezione per Mauro Icardi. E non dovrebbero rischiare di mettere sul mercato il gioiello della difesa, Milan Skriniar, l'unico calciatore del campionato italiano titolare nella top 11 europea della rivista Gol. Quella dell'Olimpico non è una sfida alla pari perché la Lazio (con tre punti di vantaggio) può anche permettersi di pareggiare. L'Inter invece deve vincere per sorpassare i rivali; nonostante la parità di punti, il successo sarebbe decisivo nella classifica avulsa poiché all'andata fu 1-1. Per la statistica, la cosa non sarebbe neppure impossibile, visto che nelle ultime tre partite di campionato a Roma, l'Inter ha vinto due volte. I laziali mancano da 11 anni dall'Europa Vip, i milanesi bauscia da 6. Secondo i bookmaker i padroni di casa partono vincenti a 2,50, ma gli ospiti li incalzano a 2,70. Gemelli coltelli. Proprio l'Inter schiantò la Lazio nella finale di Coppa Uefa a Parigi 20 anni fa: 3-0 e Ronaldo a imperversare. Ma proprio contro la Lazio all'ultima giornata l'Inter perse lo scudetto del 2002, il famoso 5 maggio di manzoniana memoria, una delle giornate più buie della storia del club, quando la sindrome da perdente di Hector Cuper contagiò Ronaldo, Christian Vieri, Alvaro Recoba e lo squadrone milanese si sciolse (4-2) contro i biancoazzurri che anche volendo non riuscirono a scansarsi abbastanza. Il titolo finì alla Juventus della triade e l'ultimo gol laziale lo segnò Simone Inzaghi, che spiega: «I ragazzi sanno quanto ci giochiamo, è l'ultima partita di una lunga stagione da protagonisti. Dovremo essere concentrati e sbagliare poco, perché di fronte avremo una grande squadra. De Vrij gioca vuole lasciare un segno».Per continuare nel paradosso, La Lazio si scansò meglio nel 2010, quando affrontò l'Inter mossa dalla più formidabile delle motivazioni per chi ama quei colori: far perdere lo scudetto alla Roma. L'Inter vinse 2-0, i padroni di casa si inchinarono con perfidia e fantasia. Quello striscione srotolato dai tifosi sul secondo gol («Oh noooo») a suggellare il godimento per lo sgambetto ai giallorossi, rimane nell'immaginario come uno sberleffo da South park, una perfida striscia intrisa nel sarcasmo di Andy Capp.Luciano Spalletti spera che si ripeta l'esito di quella partita. «Ho letto di questa differenza tra chi merita e chi no, ma chi lo dice che loro lo meritano più di noi? Il gioco, i pali? Chi lo dice non ha visto le partite oppure ha scarsa conoscenza di quanto accaduto, io ne trovo tantissime di partite in cui avremmo meritato di più. Siamo psicologicamente al massimo».Amici di facciata, ma stasera si lotta fino in fondo. A incrinare gli affetti è arrivato nelle ultime settimane il caso Stefan De Vrij. Il formidabile centrale difensivo, naturale marcatore di Icardi, è già stato ingaggiato dall'Inter, con contratto depositato a fine marzo e reso noto in avvicinamento alla sfida decisiva. Ovviamente si è subito gridato al complotto: De Vrij non deve giocare, deve giocare, gara falsata, l'Inter non doveva comunicarlo. Invece è meglio che tutto sia alla luce del sole perché in caso di autorete o di scivolone maldestro del giocatore se ne parlerebbe fino al 2030. Così invece l'unico padrone del proprio destino è l'olandese, che infatti ha deciso di scendere in campo, al di là delle polemiche di queste settimane.Attorno a De Vrij ruota anche una spy story che somiglia a un tentativo di truffa all'insaputa del calciatore, sul quale indaga la Procura di Roma. L'ultima tranche di pagamento al Feyenoord (450.000 euro) stava per essere inviata dalla Lazio a un conto corrente sbagliato per colpa di un intermediario che invece di dare le coordinate bancarie del club aveva dato quelle di una banca offshore. Misteri, denari, un'amicizia a prova di tutto e un'aquila reale che vola in giardino: Lazio-Inter somiglia a una cena della Famiglia Winshaw (strepitoso libro di Jonathan Coe). Chi rovescia il sale non prende l'eredità.