2022-09-20
Luca De Carlo: «L’autonomia e il presidenzialismo vanno insieme, ma dopo le bollette»
Luca De Carlo (Imago economica)
Da Pontida, Salvini e Zaia hanno rimesso al primo posto il federalismo: «Su questo può cadere un governo». Il coordinatore veneto di Fdi però invita alla calma: «Non abbiamo già vinto e i primi cdm saranno su altro».Ultima settimana di campagna elettorale all’insegna del duello tra Fratelli d’Italia e Lega. Sul tema dell’autonomia va in scena il braccio di ferro tra il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini. Da Pontida, il presidente del Veneto, Luca Zaia, avverte: «L’autonomia vale anche la messa in discussione di un governo»; Salvini, da parte sua, incalza su Twitter: «Nessuno riuscirà a nascondere la marea umana presente a Pontida! La vostra voce sul pratone era chiara: sì all’autonomia, no alle tasse. Io ci credo e ho messo la firma». Zaia si spinge, quindi, a mettere in discussione la stessa tenuta dell’(ipotetico) governo di centrodestra. I leghisti da giorni ripetono che l’autonomia dovrà essere inserita in uno dei primi Consigli dei ministri. È il caso di andare a rileggere cosa è stato scritto a tal proposito nel programma ufficiale del centrodestra, firmato dai leader dei quattro partiti della coalizione. Alla voce «Riforme istituzionali», il documento recita: «Elezione diretta del presidente della Repubblica; Attuare il percorso già avviato per il riconoscimento delle Autonomie ai sensi dell’art. 116, comma 3 della Costituzione, garantendo tutti i meccanismi di perequazione previsti dall’art. 119 della Costituzione; Piena attuazione della legge sul federalismo fiscale e Roma Capitale». La Meloni ha sempre legato i due temi: presidenzialismo e autonomia. La Verità ha sentito, su questo argomento, il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Veneto. «Ho sentito Zaia», spiega De Carlo, «dire che il governo cade nel caso non si faccia l’autonomia. Innanzitutto direi che bisogna vincere le elezioni, fare un governo e nel frattempo affrontare questa crisi che ci attanaglia. La preoccupazione più grande che esprime oggi la gente, anche in Veneto, è quella di riuscire a pagare le bollette, tanto è vero che anche Salvini, quando è venuto a Treviso, lo ha detto chiaramente: la priorità sono le bollette. Mi auguro», aggiunge De Carlo, «che si possa parlare di autonomia molto presto, proprio per il fatto di aver risolto in tempi brevissimi la questione bollette». Fratelli d’Italia ha le idee molto chiare: «La nostra posizione», spiega De Carlo, «è la stessa dal 2018, e cioè: federalismo, quindi autonomia, e presidenzialismo. Era nel programma del 2018; Berlusconi, Salvini e Meloni hanno firmato sul punto un’intesa prima delle regionali del 2020; la Meloni l’ha ribadito anche dal palco di Mestre e io stesso, che sono segretario regionale del partito, lo ribadisco ogni due minuti. Tra l’altro», sottolinea il leader veneto di Fdi, «e lo abbiamo detto in maniera molto chiara, noi siamo quelli che quando danno una parola non se la sono mai rimangiata. Mai. Quindi: autonomia assolutamente sì, nel quadro della riforma per uno Stato più forte, quindi con il presidenzialismo, e non appena avremo messo in sicurezza questa nazione, che nel caso in cui qualcuno non se ne fosse accorto, ricordo che è sull’orlo del tracollo. La priorità sono le bollette per le famiglie e per le imprese. Tutto ciò, diventa ancora più importante in una regione come il Veneto dove impresa non è solo l’imprenditore, ma è lo stesso tessuto sociale: impresa, fornitori e dipendenti. Se non risolviamo questo problema», ribadisce De Carlo, «non avremo più un euro da redistribuire o da gestire localmente! Tant’è che domani (oggi, ndr) vado a votare il dl Aiuti, che ha un altro passaggio al Senato, proprio perché questo tema va risolto nel più breve tempo possibile». Eppure il Carroccio sostiene che il tema dell’autonomia andrà affrontato nei primi Consigli dei ministri: «Questo», commenta De Carlo, «è secondo me un giusto e doveroso richiamo ai propri valori da parte della Lega, che quindi fa appello in campagna elettorale a uno dei suoi cavalli di battaglia. Detto ciò, la Lega stessa sa che i primi dossier di cui ci occuperemo saranno le priorità vere, mentre nel frattempo le commissioni Affari costituzionali potranno tranquillamente occuparsi della riforma nella sua assoluta interezza, perché non risulti monca. Dobbiamo assolutamente evitare di ripetere», avverte il senatore di Fdi, «quanto, ad esempio, è successo con la legge Delrio, che ha prodotto una stortura per la quale le province non sono né carne né pesce. Un esempio di autonomia incompiuta. Il timing mi preoccupa poco: a me interessa la volontà di rivedere l’architettura istituzionale dello Stato». De Carlo non risparmia poi una stoccata all’alleato leghista: «Voglio dire anche», evidenzia il senatore, «con grande tranquillità agli amici della Lega: abbiamo fatto il referendum sull’autonomia in Veneto nel 2017, loro sono stati al governo, hanno partecipato a 93 consigli dei ministri con Draghi e 32 con Conte, e l’autonomia non l’hanno portata a casa. Se ora non sarà nel primo cdm con Fratelli d’Italia», sottolinea De Carlo, «non lo vedo un grandissimo problema. Chiaro che a livello di messaggio mediatico Salvini fa bene a dire: la faremo subito».
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