2022-03-03
L’antivirus di Mosca spaventa Roma
Presentata un’interrogazione sui rischi del software Kaspersky, impiegato da molte istituzioni italiane. Potrebbe aprire le porte dei nostri sistemi all’intelligence russa.C’è un rischio di infiltrazioni da parte dell’intelligence russa nelle infrastrutture informatiche delle istituzioni italiane? Se lo domanda il deputato Paolo Nicolò Romano del gruppo Misto, che lunedì ha presentato un’interrogazione parlamentare alla Camera dove chiede ai ministri Renato Brunetta, Giancarlo Giorgetti, Vittorio Colao, Luciana Lamorgese, Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini, se sia normale o se rappresenti un pericolo il fatto che la nostra Pubblica amministrazione utilizzi il software antivirus Kaspersky. «Da quanto emerge dalle informazioni disponibili online sui siti delle varie pubbliche amministrazioni, che, secondo la legge n. 190 del 2012, sono obbligati alla pubblicazione degli acquisti relativi alla Pa», scrive Romano, «emerge che numerosi enti, fra cui agenzie di sicurezza italiane, polizia, carabinieri, ministero dell’Interno, Giustizia, Difesa: utilizzano e acquisiscono software antivirus Kaspersky, un’azienda russa con sede a Mosca, specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica, fondata nel 1997 da Evgenij Kasperskij , ex agente del Kgb, dove sembrerebbe abbia acquisito le sue competenze informatiche». Di antivirus Kasperskij si parla ormai dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. I pareri sono contrastanti. Kaspersky lab è molto conosciuto. Lavora da decenni nel settore tecnologico. È sponsor della Ferrari. Il fondatore Eugene si è formato alle scuole del Kgb, ma il suo passato fino a questo momento non è mai stato un problema. Con l’inizio della guerra tra la Russia e l’Ucraina la situazione è cambiata. Lui stesso il primo di marzo, con un tweet, ha auspicato una soluzione tra i due Paesi. «Crediamo che il dialogo pacifico sia l’unico strumento possibile per risolvere i conflitti. La guerra non fa bene a nessuno». Poi ha aggiunto: «Come il resto del mondo, siamo scioccati per gli eventi recenti. La cosa principale che possiamo fare in questa situazione è fornire un funzionamento ininterrotto dei nostri prodotti e servizi a livello globale».Stefano Quintarelli, ex deputato, imprenditore informatico e padre della nostra Spid, ha ricordato in questi giorni, nel suo blog sul Post, come gli attacchi dei «vari collettivi hacker globali abbiano preso di mira i sistemi informatici russi». E, «analizzando i dati relativi a questo attacco, si nota come la rete che offre servizi di protezione al sito Mil.ru sia di proprietà della società Kaspersky lab, produttrice del noto antivirus, che - trasparentemente - lavora per il ministero della Difesa russo». Insomma il collegamento potrebbe rappresentare un pericolo, soprattutto in questo momento di tensione. Per di più proprio di recente, alla fine di gennaio, il ministero dello Sviluppo economico «avrebbe rilasciato una certificazione di sicurezza Cc Eal2+ tale da rendere il software Kaspersky formalmente idoneo a essere eseguito in ambiti classificati». Per questo motivo, sostiene l’interrogazione parlamentare, ci potrebbe essere un rischio per la cybersicurezza dei nostri sistemi. Con il rischio, dal momento che di fatto esiste un server in Russia che si collega ogni giorno per scambiare e condividere dati, che l’Fsb o i militari russi potrebbe perpetrare azioni distruttive di sabotaggio informatico a danno degli enti pubblici». Kaspersky lab, insomma, potrebbe inserire negli aggiornamenti potenziali codici con finalità malevole». Quanto costano i servizi di Kaspersky alla nostra Pubblica amministrazione? E i rischi geopolitici di questi giorni vengono presi in considerazione?