2023-11-15
Landini scappa, Salvini precetta lo sciopero
I segretari di Cgil e Uil non si presentano al vertice convocato dal ministro dei Trasporti che ha intenzione di consentire il fermo solo dalle 9 alle 13 di venerdì. L’ex numero uno della Fiom in serata: «È un atto politico gravissimo, andiamo avanti».Date le premesse dal sapore politico la questione dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per venerdì prossimo non poteva che concludersi con le lettere di precettazione inviate dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. O, più precisamente, con la decisione dei due sindacati di non adeguarsi ai rilievi della commissione di garanzia e di non raccogliere l’appello di Salvini di ridurre l’orario dell’astensione dal lavoro. Pertanto quest’ultimo, nella tarda serata di ieri, ha provveduto a inviare le lettere di precettazione che riducono nel settore di sua competenza l’astensione dal lavoro dalle otto ore annunciate a quattro, vale a dire dalle 9 alle 13. Con Landini che a stretto giro ha commentato: «La precettazione è un atto politico gravissimo, c’è stato una forzatura dalla commissione di Garanzia, c’è un disegno politico. Se necessario andremo avanti».Il clou della giornata c’è stato nel tardo pomeriggio, nella sede del ministero di Porta Pia dopo circa mezz’ora di riunione tra le parti, con un ingrediente in più: una punta di disprezzo per Salvini manifestata con la scelta di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri di non presentarsi all'incontro ma di inviare la segretaria confederale Maria Grazia Gabrielli per la Cgil e il segretario organizzativo Emanuele Ronzoni per la Uil, violando così in modo clamoroso il galateo istituzionale.Si è trattato, come detto, di una riunione pro-forma, dopo che in giornata il Mit aveva inviato una lettera ai leader sindacali promotori dello sciopero generale, chiedendo loro di rivedere la propria posizione e appellandosi al «rispetto delle regole e del buonsenso». Missiva che è stata rispedita al mittente da Landini e Bombardieri, per i quali «non sono venute meno le ragioni dello sciopero». Inoltre, i due sindacalisti avevano più volte affermato nel corso della giornata di non temere il proposito di Salvini di procedere alle precettazioni nel settore di sua competenza, insistendo così nell’intenzione di non conformarsi alla decisione della commissione di garanzia. «Confermiamo lo sciopero», ha affermato dopo l’incontro con Salvini la rappresentante della Cgil, «le sue ragioni e la sua natura di sciopero generale. Attendiamo dunque che il ministro ci comunichi a breve la sua decisione. Il nostro paese è quello con le norme più severe in materia di sciopero e, ogni volta che Cgil e Uil ne proclamano uno, ci si sofferma molto sul metodo, ignorando le questioni di fondo». Stesse parole dalla Uil, che in più si è detta «preoccupata» dall’atteggiamento di Savini. Il quale ha subito diramato una nota in cui ha informato i cronisti delle proprie intenzioni: «L’orientamento», ha fatto sapere il ministro in serata, «è consentire lo sciopero dalle 9 alle 13 di venerdì 17 per tutto il settore trasporti, ad eccezione di quello aereo su cui i sindacati avevano già confermato un ripensamento». Diversa, come accade sempre più spesso, la posizione della Cisl, che in mattinata aveva ribadito la propria distanza dalle altre due sigle sindacali col segretario Luigi Sbarra, che aveva parlato di una «strada sbagliata che insegue l’antagonismo», sottolineando il carattere ideologico e dannoso dello sciopero generale in una fase di crisi economica. Quanto alle decisioni della commissione di garanzia, la presidente dell’organismo Paola Bellocchi è stata convocata per un’audizione stamani davanti alla commissione Trasporti della Camera, dopo le ripetute richieste in questo senso avanzate dalla sinistra. Il caso politico era esploso quando lunedì scorso la commissione di garanzia sugli scioperi aveva espresso un parere negativo sulla scelta di Cgil e Uil di definire generale l’astensione di venerdì 17. Secondo la commissione, infatti, stavolta non è corretto parlare di sciopero generale, bensì di sciopero intersettoriale, poiché l’astensione riguarda solo una parte dei lavoratori e del territorio. Ne consegue, stando alle norme in vigore, in primis che lo sciopero non può durare otto ore, come è nelle intenzioni dei due sindacati che lo hanno proclamato, visto che ogni settore - ad esempio i trasporti - deve sottostare alle limitazioni previste. Inoltre, la commissione ha fatto notare che lo sciopero del 17 è soggetto a limitazioni temporali poiché spalmato in più giorni e concomitante con altri scioperi precedentemente proclamati. Il pronunciamento della commissione aveva innescato uno scontro immediato e particolarmente aspro tra Salvini e Landini: il ministro aveva infatti accolto la decisione con grande soddisfazione parlando di «castigo» per i «capricci» di Landini. La replica di quest’ultimo non si era fatta attendere, così come la determinazione ad andare avanti, nonostante le conclusioni della commissione. Ma soprattutto, al botta e risposta tra i due era seguito quello tra maggioranza e opposizione, con quest’ultima (Pd, M5s e Avs) a fare da scudo all’accoppiata Cgil-Uil e ad attaccare il governo evocando la compressione del diritto di sciopero e accusando l’esecutivo di aver condizionato le decisioni della commissione di garanzia. In particolare, la segretaria del Pd Elly Schlein aveva parlato di governo che «umilia» i lavoratori, mentre il leader del M5s Giuseppe Conte aveva affermato di sottoscrivere «completamente» le ragioni dello sciopero.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)