
«Basta con il pettegolezzo sulla mia candidatura». Poi parla di Gaza, Ponte e riarmo.«Resterò segretario anche durante le elezioni (le politiche dovrebbero tenersi tra due anni, ndr). Il congresso Cgil si chiuderà nel 2027. Basta con il pettegolezzo sul “Landini che si candida”». Il leader sindacale sceglie guarda caso Repubblica, che gli dedica l’ennesima paginata, per smentire le voci che girano ormai da tempo su una sua più che probabile discesa in politica entro fine mandato. Non poteva esprimersi diversamente, Landini, pena rosolamento a fuoco lento tra i corridoi di Corso d’Italia, eppure ci mette poco l’ex numero uno dei metalmeccanici ad auto-smentirsi.Nello stesso colloquio nel quale si sottrae dall’agone elettorale, infatti, il segretario della Cgil riesce a parlare, nell’ordine, di manifestazione per la Palestina («Da sempre noi ci battiamo per due popoli due Stati»), Ponte sullo Stretto («Il Ponte è un’opera inutile non è una priorità»), sanità, riarmo («Il governo sbaglia») e casa («L’esecutivo ha persino tagliato il fondo affitti»). Per carità, tutti temi di strettissima attualità e rispetto ai quali vale la pena discutere e approfondire posizioni e provvedimenti che arrivano dal governo e da Bruxelles, ma che hanno poco a vedere con il programma di un leader sindacale. Insomma, cosa c’azzecca Landini con Gaza, Ucraina e Ponte sullo Stretto (che sulla carta porterebbe posti di lavoro e collegamenti al Sud) quando in Italia ci sono situazioni esplosive come Stellantis e l’ex Ilva o crisi occupazionali preoccupanti come quella scoppiate negli ultimi giorni tra i dipendenti del gioiellino dell’e-commerce di lusso, Yoox? Ecco, dal segretario della Cgil ci saremmo aspettati dichiarazioni al vetriolo, anche chiamando il governo ad avere un ruolo nella partita, per salvare i circa 200 lavoratori della società della moda creata da Federico Marchetti un po’ di anni fa. Un caso allarmante. Perché la nuova proprietà tedesca è arrivata a maggio e nel giro di una paio di mesi ha deciso di smantellare Bologna e Milano. Licenziamenti annunciati senza seguire regole e procedura previste dalle leggi italiane. Un precedente pericolosissimo: chi se non la Cgil dovrebbe denunciare? Oppure ci saremmo aspettati parole di fuoco sul balletto infinito che sta coinvolgendo l’ex Ilva. Sull’acciaieria con cuore a Taranto e polmoni a Genova le colpe vanno certamente parcellizzante negli anni, ma è difficile negare che ancora oggi si faccia fatica a intravedere una soluzione. Poi ci sarebbe Stellantis, ma sull’ex Fiat guidata dagli Elkann, Psa (Peugeot) e dallo Stato francese abbiamo rinunciato ad aspettarci qualsiasi cosa. Si contano ormai a decine le interviste rilasciate da Landini ai giornali del gruppo Gedi (stessa proprietà di Stellantis) e, salvo sporadici richiami, mai che ci sia stata una precisa presa di posizione sulla crisi del gruppo. Vero che Landini avrebbe dovuto fare mea culpa sul Green deal, ma è altrettanto palese che di fronte al dilagare della cassa integrazione (Melfi, Modena, Cassino, Termoli, Pomigliano e Mirafiori) e alle pressanti richieste ai dipendenti di trasferirsi in Serbia per continuare a lavorare, qualche cenno di protesta un leader barricadero come Landini avrebbe potuto pure lanciarlo. E invece niente. Facile fare appelli strappa-applausi per Gaza, più difficile sparare contro la casa automobilistica che ha la stessa proprietà del giornale con il quale stai parlando. Insomma, al ritorno dall’estate ci ritroviamo il solito Landini. Sempre pronto ad annunciare nuove manifestazioni, manovre alternative e scioperi generali per fomentare un autunno (e qui il climate change non c’entra) che quando c’è il centrodestra al governo è caldo a prescindere. Se poi la sua smentita sulla discesa in campo verrà smentita dai fatti, questo lo vedremo solo vivendo. La realtà ci dice che ormai da anni l’ex Fiom continua a fare politica sotto le mentite spoglie del sindacalista e del difensore degli interessi dei lavoratori. Nella miglior tradizione della sinistra.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
La casa fiorentina del lusso rileva il laboratorio ottocentesco. E continua con i reportage grazie a «Fashional geographic».
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Sollima, autore di una serie sull’omicida, ha accostato la strage delle coppiette allo scandalo di Phica.net. Il comune denominatore, ovviamente, sarebbe la cultura maschilista. Una mistificazione lunare, utile però a garantirsi la benevolenza dei salotti «giusti».
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)
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- Padre Pompei è stato sospeso a divinis dal vescovo di Latina, che gli aveva intimato di non pubblicare più video su Internet. La replica: «Io seguo il vero magistero».
Lo speciale contiene due articoli.
Elon Musk (Getty Images)
Tesla vuole dare al suo fondatore un maxi pacchetto retributivo legato agli obiettivi di crescita, fra cui l’espansione dei robotaxi. Lo scopo è «fidelizzarlo e incentivarlo». Se tutto andrà liscio, entrerà nella storia come il primo «bilionario» del pianeta.