2021-10-11
Salvini: «Lamorgese ancora inadeguata contro le violenze nelle piazze»
Il leader della Lega: «Il ministro doveva prevenire gli incidenti, è la persona sbagliata nel posto sbagliato. I colloqui settimanali con Draghi miglioreranno l’azione del governo»Matteo Salvini, leader della Lega, che impressione le hanno fatto le immagini degli scontri di Roma?«La violenza va condannata sempre e comunque, ma gli scontri confermano una volta di più l’inadeguatezza della Lamorgese. Al di là dei 50.000 sbarchi degli ultimi mesi, vedendo quello che è avvenuto in piazza emerge che il ministro è impreparato oppure è inadeguato. Non prevedere le necessarie misure di sicurezza e non prevenire gli incidenti, anche gravi, significa che è la persona sbagliata, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato».Tra quattro giorni entra in vigore l’obbligo di green pass nei luoghi di lavoro, e le Regioni temono il caos. Su quali punti combatterete in Parlamento?«Come già detto dai governatori e non solo, come minimo va estesa a 72 ore la validità del green pass, anche con tamponi rapidi o salivari. E i test potrebbero essere fatti direttamente in azienda, come proposto da tanti imprenditori. Non si possono lasciare a casa e senza stipendio milioni di lavoratori, medici e infermieri, poliziotti e operai, insegnanti e pompieri».Intanto sulla delega fiscale ha firmato una tregua con il premier Mario Draghi? Quale soluzione avete trovato sulla riforma del catasto? «Ci stiamo lavorando, giorno e notte. La casa per gli italiani è sacra, è fra le più tassate d’Europa, non si tocca. Far emergere il milione di immobili fantasma è un dovere, aumentare le tasse su un monolocale a Roma o Milano è una follia. Il presidente Draghi comunque mi ha confermato l’impegno a non aumentare le tasse, è un’ottima notizia e da parte nostra faremo di tutto affinché la pressione fiscale non aumenti, anzi cali, oggi e nei prossimi anni». I suoi avversari non si fidano della tregua. Enrico Letta ha detto: «Salvini racconta al Paese una storia, poi va a Palazzo Chigi e torna tutto come prima». Una pace ritrovata troppo in fretta?«Letta soffre molto Palazzo Chigi, perché è stato cacciato da lì dal suo stesso partito. Io ho il difetto di dire e fare le cose che penso, sia in pubblico che in privato: con Draghi il rapporto personale è ottimo, e sono sicuro che aumentare i nostri colloqui potrà migliorare l’efficacia dell’azione di governo. Esempio concreto: il green pass. Fino a qualche settimana fa mi davano del rompiscatole, ora emergono problemi pratici e molte voci, a partire dai governatori, suggeriscono giuste modifiche al decreto. La Lega è pragmatica e ragionevole, solleviamo questioni nell’interesse degli italiani e non per amor di polemica. La riapertura di tante attività e imprese che erano chiuse, lo stop alla tassa patrimoniale e alla tassa di successione, il no allo ius soli e al ddl Zan si devono alla Lega, questa è la realtà. Mentre Letta fa polemiche, noi diamo soluzioni».Dunque gli incontri che terrà ogni settimana con Draghi serviranno a vigilare sulla promessa di non alzare le tasse? È anche un modo per ribadire che nel partito comanda ancora lei?«Ragioneremo di tutto, proprio per evitare malintesi. Ho l’onore e l’onere di guidare la Lega, le voci di contrasti interni erano fantasie di alcuni giornali e trasmissioni tv che ora sostengono esattamente l’opposto. Fra novembre e dicembre faremo più di mille congressi cittadini in tutta Italia, siamo l’unico partito che esiste ancora in maniera reale e diffusa. E lì, chi avrà i numeri emergerà».Nel provvedimento fiscale non c’è la flat tax. È ancora un punto irrinunciabile?«Certo, l’ho detto a Draghi e sarà una nostra priorità a novembre, nella Legge di bilancio: puntiamo a portare da 65.000 a 100.000 euro la soglia di reddito per applicarla. Lavoratori autonomi e partite Iva sono una delle colonne portanti del nostro Paese. Ma la vera e propria flat tax la metteremo in pratica con un governo di centrodestra, scelto dai cittadini». In tutto questo, c’è davvero spazio per modificare il reddito di cittadinanza, e verso quale direzione?«Ne ho parlato con il presidente, sono evidenti a tutti problemi e storture che premiano i furbetti più di chi ha davvero bisogno. Avrò l’onore di mettere la prima firma a un emendamento della Lega in manovra di bilancio, a novembre. Per lasciare un aiuto a chi non può lavorare davvero come anziani, disabili e indigenti veri. E togliere miliardi di euro a furbetti, evasori e delinquenti vari senza voglia di lavorare».Il prossimo fronte di guerra è la legge sulla concorrenza, con la complicata questione sulle concessioni balneari e le direttive europee. Su quella pratica ha ricevuto rassicurazioni da Draghi?«La Bolkestein non si può applicare a stabilimenti balneari e mercati: stop. L’ho ribadito al presidente Draghi, che ha ben chiaro l’interesse nazionale. A differenza del Pd non cambiamo bandiera e non abbandoneremo mai balneari e ambulanti. L’Italia ha migliaia di chilometri di coste, non può essere paragonata ad altri Paesi europei che sulle concessioni la pensano diversamente». Se i patti presi in queste ore con il premier non dovessero essere rispettati, l’opzione dello strappo con il governo è sempre pronta sul tavolo?«Macché strappo: confronto leale fra premier e prima forza politica al governo. Come ho già detto, sono Pd e 5 stelle che potrebbero levare il disturbo. Più che ad aiutare il Paese, dopo i disastri del governo giallorosso, pensano a provocare la Lega sperando in un fallo di reazione. Ddl Zan, ius soli, liberalizzazione delle droghe, ritorno alla Fornero, tassa patrimoniale: a sinistra insistono su tutto pur di far male a Draghi».Dopo la riapertura delle discoteche e l’aumento della capienza in cinema e teatri, quale dovrebbe essere il prossimo passo verso una ritrovata normalità?«L’obiettivo della Lega è che presto, magari già a novembre, si arrivi al 100% della capienza per tutti, sono convinto che l’obiettivo sia alla portata. Anche perché i dati di continuo calo del Covid sono evidenti e rassicuranti. Ad esempio, una stagione invernale e sciistica normale è uno dei nostri obiettivi». Cosa non ha funzionato nel voto per le grandi città? Candidati sbagliati, troppa litigiosità tra i partiti della coalizione, o cos’altro? Si rimprovera qualcosa?«Non critico i candidati, anzi li ringrazio per l’impegno. Certamente alcuni li abbiamo scelti troppo tardi, e quindi è colpa nostra. Ci deve servire da lezione, anche perché l’anno prossimo ci saranno importanti elezioni amministrative in grandi città, da Palermo a Verona, da Genova a Como e Catanzaro. Entro l’autunno avremo i nomi dei candidati, alcune persone di valore per queste città le ho già incontrate, così avremo mesi di tempo per parlare dei nostri programmi e delle nostre idee». Dopo il voto amministrativo la fase «populista» della Lega è definitivamente archiviata? «Cosa intende per fase populista? Io preferisco il popolo ai salotti, preferisco il lavoro all’assistenzialismo, preferisco la sicurezza al caos. La Lega è la Lega, e continuerà le sue battaglie. Il centrodestra resta maggioritario nel Paese, e quando ci saranno le elezioni politiche sono certo che vincerà con la Lega primo partito». Ha avuto modo di parlare con Luca Morisi? L’indagine che lo riguarda va verso l’archiviazione. Che cosa pensa di quanto è trapelato sui giornali in questi giorni?«È giusto che Luca si prenda del tempo per sé, ora emerge la verità ma per troppi giorni - guarda caso prima delle amministrative - è finito nel tritacarne, trattato come uno spacciatore, con la sua vita privata messa sotto i riflettori. Davvero disgustoso e ignobile. Era e rimane un amico e una persona in gamba». Pensa che quell’inchiesta abbia influito sui risultati elettorali della Lega?«Non so, di certo per dieci giorni non si è parlato dei problemi di Roma e Milano ma della vita privata di una persona, di sesso e spaccio, tutto per attaccare me. L’accanimento contro la Lega e il centrodestra prima del voto è un brutto film visto troppe volte».Draghi è ancora il suo primo nome per il Quirinale? Quali sono le alternative?«Non voglio tirare per la giacchetta il presidente Draghi né intendo essere irrispettoso con il presidente Mattarella. Draghi sarebbe un ottimo capo dello Stato, come anche altri nomi, alcuni già usciti altri no. Ne parleremo a gennaio, adesso le priorità sono garantire il lavoro e abbassare le tasse».
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».