2024-02-25
Latte, gli allevatori battono Lactalis
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini (Ansa)
Il ministero ha multato il colosso agroalimentare francese per aver violato i patti sui costi di produzione: «Pagati prezzi inferiori agli accordi». Coldiretti: fatta giustizia.Il riconoscimento dei costi di produzione e del giusto compenso agli agricoltori è uno dei punti caldissimi della protesta dei trattori e sarà al centro domani di Agrifish (il consiglio europeo dei ministri agricoli col Commissario Janusz Wojciechowski). Sotto i palazzi dell’Ue si annuncia una mobilitazione dei contadini con centinaia di trattori in arrivo da Spagna (Asaja), Portogallo (Cap), Belgio (Fwa) sfileranno dalla Stazione Luxembourg per raggiungere Rue de la Loi, nei pressi della Commissione e del Consiglio europei. Con loro ci sarà anche la Coldiretti guidata dal presidente Ettore Prandini che di professione fa l’allevatore di vacche da latte. Sul riconoscimento dei costi di produzione ha ottenuto una prima vittoria. Il gruppo Lactalis, in capo alla sua filiale Italatte, è stato sanzionato dall’Ispettorato del ministero per la Sovranità alimentare e agricoltura per violazione del decreto che punisce le cosiddette pratiche sleali. In particolare la sanzione è scattata perché gli ispettori hanno ritenuto che Italatte abbia agito in danno dei fornitori nel fissare il prezzo. La denuncia era partita proprio da Coldiretti ed Ettore Prandini nel confermare la disponibilità a intraprendere una nuova trattativa commerciale con il colosso lattiero-caseario nota: «Come Coldiretti chiediamo il rispetto della legge contro le pratiche sleali, e soprattutto che i prezzi pagati non debbano scendere sotto i costi di produzione in tutte le filiere. Molte aziende agricole hanno timore di ritorsioni nel denunciare eventuali illeciti imposti da grandi gruppi industriali e catene distributive. Per questo Coldiretti garantisce l’anonimato alla singola impresa. Abbiamo iniziato con il latte e stiamo lavorando anche per tutte le altre filiere». La vicenda Italatte prende avvio nel settembre scorso quando la Coldiretti, da sola, ha denunciato che il gruppo alimentare francese aveva - riferisce una nota dell’organizzazione agricola - «modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori; dopo 5 mesi, l’Ispettorato del ministero ha sanzionato Lactalis, perché ha riscontrato in centinaia di casi la condotta sleale». Immediata la replica del colosso del latte e del formaggio - 198 aziende in 55 Paesi, fatturato che sfora i 30 miliardi - che annuncia ricorso contro la sanzione e precisa: «Le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni di euro, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente con un prezzo in linea con il mercato». Lacctalis, peraltro, ritiene completamente infondato il danno lamentato dai fornitori, danno che è alla base della multa comminata dal ministero e con Giovanni Pomela, ad di Lactalis Italia, nota: «Il tema di un modello di definizione del prezzo del latte che sia sostenibile per l’intera filiera rappresenta oggi una priorità che deve essere affrontata con il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori economici e istituzionali. In questo senso auspichiamo di proseguire nella linea del dialogo corretto e collaborativo con tutti gli attori del settore aprendo un tavolo di confronto per una campagna salva-latte che permetta di tutelare l’intera filiera. A questo proposito richiederò personalmente un incontro al ministro Francesco Lollobrigida». Che a sua volta ha dichiarato: «Lactalis deve rispettare le regole di questa nazione, i nostri produttori e i nostri costi di produzione, abbiamo dato un segnale di forza». Ma forse il tema è ancora un altro. Quando Romano Prodi ha svenduto la Sme consegnando il latte di Stato a Sergio Cragnotti protagonista di un clamoroso crack, quando la politica ha consentito la truffa colossale di Parmalat il mercato nazionale del latte è stato sconvolto. A vent’anni dall’enorme buco di Calisto Tanzi, a 31 anni dalla svendita della Sme ora si comprende che si sono prodotti dei guasti di sistema. L’aver liquidato le centrali del latte, non aver organizzato, o aver ostacolato, una cordata italiana per rilevare da Enrico Bondi (commissario liquidatore di Parmalat) il gruppo di Parma ha oggettivamente indebolito il settore. Lactalis legittimamente ha acquisito Parmalat (per un certo periodo ha avuto come socio di minoranza Bankitalia). Lactalis detiene Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli, è il primo commerciante di Parmigiano Reggiano e con una raccolta annua di circa 1,3 miliardi di litri, pari all’11% del valore complessivo della produzione nazionale è di gran lunga il primo operatore nel mercato. Lactalis investe in Italia (oltre 248 milioni negli ultimi cinque anni altri 160 già programmati) e stupirsi che faccia il prezzo è peccare d’ingenuità, converrebbe piuttosto riflettere sul latte versato.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti