2025-07-23
La trasparenza dell’Oms: vietato testimoniare
L’ex membro del Cts è andato comunque in Commissione e sarà ospite di «Tivù Verità» il prossimo sabato alle ore 10.Strani tipi quelli dell’Oms. Se c’era un’occasione in cui avrebbero potuto (e dovuto) dimostrare di non voler prevaricare i parlamenti nazionali era questa: l’Italia ha respinto pochi giorni fa gli emendamenti 2024 al Regolamento sanitario internazionale (Rsi) proprio in difesa della sovranità nazionale contro potenziali ingerenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle politiche sanitarie interne. E invece, il presidente della commissione parlamentare sulla gestione della pandemia di Covid, Marco Lisei, lunedì sera, alla vigilia dell’audizione di Ranieri Guerra, si è visto recapitare dagli uffici legali dell’Organizzazione una strana lettera dal sapore intimidatorio. La missiva, racconta Lisei, pur protocollata come «strettamente confidenziale», non è arrivata sulla sua mail personale bensì su quella della commissione. Ed è nientemeno che Derek Walton, consigliere legale dell’Oms presso la Corte Internazionale di Giustizia, a firmarla mettendo, in buona sostanza, un veto all’audizione di Guerra, in calendario al Senato ieri mattina. «Desideriamo informarvi», scrive Walton, «che, poiché il dottor Guerra - ex direttore vicario dell'Organizzazione mondiale della sanità - non è più un membro del personale dell’Oms, non è in grado di rappresentare l’Organizzazione in questa materia; né è autorizzato a rivolgersi alla commissione in merito a questioni a lui note in virtù della sua posizione ufficiale nell’Oms». Guerra, insomma, secondo l’Oms non poteva essere audito in commissione Covid. L’Organizzazione fa inoltre riferimento allo «status speciale di organizzazione intergovernativa», in virtù del quale non può essere «coinvolta in processi o indagini parlamentari nazionali». Non è tutto: l’ufficio legale di Walton fa notare a Lisei che «l’Oms e i suoi funzionari godono dell’immunità dai processi legali nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali». L’Organizzazione giustifica il veto all’audizione sostenendo di voler «salvaguardare l'imparzialità e l’obiettività dell'Oms come organizzazione internazionale pubblica». Pubblica in che senso? Dopo gli Stati Uniti, che hanno già annunciato l’uscita dall’ente a partire dal 1 gennaio 2026, i maggiori azionisti dell’Oms sono Bill Gates e Gavi Alliance, fondata da Gates, enti privati che contribuiscono al 30 per cento. Ciò significa che l’Oms segue le indicazioni del maggiore azionista che è un privato e dunque non si può certo definire, come vuole la vulgata, un ente «pubblico e indipendente» bensì un provider privato che stipendia 8000 dipendenti (i cui stipendi costano 1 miliardo e 100 milioni che, sommati alle consulenze, lievitano a 2 miliardi e 500 milioni) per dire e fare quello che decide Bill Gates. Alla luce di tutto ciò, comunica Walton, l’ente guidato da Tedros Ghebreyesus «non autorizza la partecipazione di un rappresentante dell’Oms né la divulgazione di informazioni ottenute da un ex funzionario in virtù della sua posizione ufficiale all’interno dell’Oms nella sessione, e deve quindi rifiutare rispettosamente l’invito». Alla faccia della trasparenza. Anche questa volta l’Italia si è opposta: la commissione Covid ha respinto al mittente il monito dell’Oms e ha deciso di procedere ugualmente con l’audizione di Guerra, che ha ribadito in commissione la sua versione dei fatti dopo esser stato abbandonato non soltanto dall’Organizzazione ma anche dai partiti, che lo hanno brutalmente scaricato in occasione dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla pandemia. Un bel coraggio, a dire il vero, considerando il ruolo strategico che ricopriva Guerra allora: già direttore generale dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) durante il secondo governo guidato da Giuseppe Conte - dunque sottoscrittore di tutte le decisioni assunte dal governo Pd-M5S nel 2020 (lockdown, distanziamento, cure con paracetamolo e vigile attesa, ecc) - e direttore vicario dell’Oms. Oggi Guerra è direttore delle relazioni internazionali dell’Accademia nazionale di Medicina, ente che è riuscita ad accumulare finanziamenti milionari dalle case farmaceutiche (solo nel 2021, quando è arrivato Guerra, 1 milione 602.200 euro).«Vorrei escludere che l’intento di tale lettera sia quello di limitare i poteri d’indagine della commissione o di condizionare il dottor Guerra - ha commentato Lisei, definendo con un eufemismo la lettera inusuale - mi auguro che quanto scritto non infici la genuinità dell'audizione del dottor Guerra. Credo che il comportamento dell’Oms si commenti da solo - ha poi aggiunto - avrebbero avuto l’opportunità di venire a rispondere alle nostre domande e si sono rifiutati, oggi mandano ammonimenti e lettere, mi viene in mente il detto “male non fare, paura non avere” e mi domando perché tutta questa reticenza e preoccupazione su ciò che potrebbe emergere. Non si devono meravigliare se in molti hanno perso fiducia nel loro operato e mi convinco sempre più della bontà della scelta del Governo di respingere gli emendamenti sul trattato pandemico: se vogliono più poteri dovrebbero garantire maggiore trasparenza e collaborazione e non mi pare che avvenga». Molto critico anche Claudio Borghi della Lega: «È opportuno fare una riflessione sulla questione Oms: questa lettera ci dice esattamente qual è il problema dell’Oms, un’organizzazione che non risponde democraticamente neanche al Parlamento perché, a differenza di noi parlamentari che comunque dobbiamo passare attraverso le autorizzazioni a procedere, gode di immunità di giurisdizione ed è quindi del tutto sottratta al controllo democratico».