2019-04-04
La strage cristiana in Medio Oriente è il colpo di grazia alla nostra civiltà
L'Occidente chiude gli occhi davanti ai delitti dei musulmani. Non sa che stanno scomparendo le memorie che hanno segnato l'origine della religione cattolica. Con una devastazione furiosa che ricorda Gengis Khan.I cristiani orientali sembrano reliquie esotiche o complici dell'Occidente, i resti dei missionari occidentali. Sono nati in Oriente come i loro antenati, sono sicuri di essere sempre stati li, e anche di essere i primi. Non vogliono essere gli ultimi, condannati a essere eterni vagabondi, a scegliere tra la conversione, la fuga e la tomba.Il piano islamista in Siria previde fin da subito la distruzione del cristianesimo. Come ha raccontato Jean Clement Jeanbart, arcivescovo melchita di Aleppo, «non appena giunti in città i guerriglieri islamici, quasi tutti provenienti dall'estero, hanno occupato le moschee. Ogni venerdì i loro imam lanciano messaggi di odio, invitando la popolazione a uccidere chiunque non professi la religione del profeta Maometto. Essi utilizzano i tribunali per formulare le accuse di blasfemia. Chi è contrario al loro pensiero paga con la vita».John Eibner, a capo della ong americana Christian Solidarity International che si è molto battuta per i cristiani orientali, ha parlato di «un'ampia pulizia religiosa che minaccia l'intera comunità cristiana del Medio Oriente e c'è un'enorme area di territorio dalla Siria nordoccidentale fino a Baghdad che è purificata religiosamente». I segni e gli avvertimenti c'erano tutti. Bastava voler ascoltare e capire. La prima petizione per i cristiani perseguitati risale addirittura al 2009 sul quotidiano francese Le Monde3. Era prima di tutti i grandi massacri, delle grandi invasioni dei villaggi e delle città cristiane, della distruzione del loro patrimonio storico e religioso.Sono trascorsi dieci anni e ancora l'Occidente è sordo. «Non passa un giorno senza che i cristiani dell'Oriente paghino in carne e ossa il prezzo dell'intolleranza e del fanatismo. Un'estinzione alla quale rimaniamo drammaticamente sordi e ciechi. Questo annichilimento che si svolge davanti ai nostri occhi è estremamente serio, non solo in termini di coscienza umana ma anche per il futuro di tutto l'Oriente. Dopo le donne, che i fanatici cercano di emarginare ed escludere dalla società e dal mondo, i cristiani orientali sono diventati il nuovo capro espiatorio, il simbolo di una modernità insopportabile. Questi cristiani arabi, che vengono uccisi o gettati sulle strade dell'esilio, sono di casa in Oriente, dove la loro presenza millenaria precede l'islam (…) Per schiacciare gli infami, come direbbe Voltaire, tutte le menti illuminate devono mobilitarsi in modo che la barbarie non imponga la sua legge. I cristiani orientali stanno morendo. E riguarda tutti noi».Come ha scritto l'archimandrita Ignazio Dick, vicario generale della chiesa greco melchita di Aleppo, «non siamo corpi estranei. Ciò che ci aspettiamo dai nostri fratelli occidentali non è tanto il loro aiuto materiale, quanto piuttosto la loro comprensione e il loro rispetto». La maggior parte di queste Chiese sono divise in due rami: uno ortodosso e l'altro cattolico. Questi ultimi riconoscono l'autorità suprema del Papa, pur rimanendo dotati ciascuno di un Patriarca.«Maroniti, copti, melchiti, siriaci, armeni, assiri, caldei, quanti nomi strani che hanno i cristiani orientali», pensa l'occidentale scristianizzato. La morte dei cristiani orientali è il segno non solo della nostra vergogna, ma della morte della nostra civiltà. E riguarda la sopravvivenza di memorie relative alle origini stesse del cristianesimo.Sono terre di anacoreti e di «uomini santi», i quali, con la Pace di Costantino, passarono dall'eremo al cenobio, edificando chiese e conventi, esportando nel mondo il cristianesimo. A Oriente fiorirono meditazioni e approfondimenti del messaggio evangelico. Durante il Medioevo, quelli furono i luoghi dell'Oriente più popolati di edifici cristiani. Serbatoio di spiritualità e di pensiero in cui si affinarono teologi e patriarchi. Sia pure in numero via via minore, per la crisi della Chiesa orientale, dovuta alla crescente egemonia islamica. Tutto ciò fino ai tempi moderni, quando la loro decadenza subì una brusca accelerazione. Ci sono addirittura chiese paleocristiane che ebbero vasti influssi e che arrivarono fino alla Dalmazia e all'Italia meridionale e in Lombardia. Inoltre costituiscono un unicum nella storia dell'architettura cristiana. Perdere oggi per sempre queste memorie storiche di questa parte dell'Eurasia, a cui in fondo erano appartenuti anche gli apostoli, significherebbe perdere qualcosa che riguarda le origini del Cristianesimo.Dei regni arabi formatisi sin dal VI Secolo avanti Cristo ci sono il Regno Nabateo di Petra, in quella che oggi e la Giordania; il Regno di Hatra, vicino a Kufa in Iraq; quello di Edessa in Mesopotamia, centro della civiltà siriaca; e quello di Palmira, l'antica Tadmor, la città delle palme. Tranne Petra, Hatra, Edessa e Palmira sono state tutte toccate dalla furia del fondamentalismo islamico in questi anni. Hatra e stata occupata dagli islamisti nel marzo del 2015 e gravemente danneggiata nei mesi successivi. L'Isis ha pubblicato video che mostravano i suoi bulldozer in azione contro gli antichi templi assiri, fra i più colpiti dai jihadisti, assiri che sono i figli di Nestorio e parlano ancora l'aramaico, la lingua di Gesù.Dei 20.000 cristiani assiri che c'erano in Siria ne sono rimasti 1.000. Le cronache che ci arrivano dai villaggi assiri in Iraq sembrano provenire da un'epoca lontana: interi villaggi svuotati, con centinaia di prigionieri; la distruzione di opere d'arte leggendarie; una tassa sulle minoranze religiose; conversioni forzate di massa; decapitazioni. Una furia che ricorda Tamerlano e Gengis Khan, che pure non erano riusciti a distruggere la chiesa assira. I militanti islamici stanno perseguendo contro gli assiri una campagna implacabile per annientare tracce di civiltà risalenti all'antica Mesopotamia.I cristiani assiri, infatti, sono gli eredi del regno cristiano di Edessa, baluardo contro i turchi e gli arabi, «primo scalino della potenza cristiana in oriente» come scrive il Tasso nella «Gerusalemme liberata».Edessa, una delle più antiche citta cristiane al mondo, oggi e Urfa, un baluardo dell'islam politico turco. Nel 1914, il Patriarcato armeno di Costantinopoli contava 2.459 siti cristiani. Nel 1974 erano scesi a 913, di cui 464 inutilizzabili. Si fa risalire proprio a Edessa l'origine del mandylion, l'immagine del Cristo con la barba e dai lunghi capelli, la più antica raffigurazione del volto di Gesù. Molti volti «miracolosi» del Cristo raggiunsero l'Italia, come la Veronica, veneratissima nel Medioevo, e che finì a Roma in San Pietro. Ma è l'immagine di Edessa ad aver plasmato l'immaginazione occidentale. Secondo la leggenda, il mandylion di Edessa non fu dipinto da mano umana, ma nacque come impronta del viso di Cristo su un panno. Il mandylion fu inviato da Gesù al re Abgar di Edessa, l'assiro che è stato il prototipo del monarca convertito al cristianesimo. La reliquia fu trasferita a Costantinopoli, dove divenne il palladio della città imperiale, prima di arrivare a Genova.Le stragi di cristiani assiri in Iraq iniziarono subito nel 2003. Una studentessa assira dell'Università di Mosul, Anita Tyadors, venne giustiziata perché parlava inglese, vestiva all'occidentale ed era cristiana. Pochi giorni dopo ci fu il massacro di quattro assiri che scortavano Pascale Warda, l'unico ministro donna del governo iracheno. Poi fu ucciso l'assiro Ra'aad Augustine Qoryaqos, docente di Medicina dell'Università di Anbar. Due cristiani di Baghdad, Ameejon Barama e sua moglie Jewded, furono ritrovati con la gola recisa. I jihadisti uccisero il traduttore assiro Layla Elias Kakka Essa. Nella rivendicazione, Al Qaida defini gli assiri «collaborazionisti crociati».Passano gli anni e i jihadisti arriveranno a tagliare la punta delle dita di un ragazzo cristiano di 12 anni nel tentativo di convertire un gruppo di siriani all'islam. Ma quando hanno rifiutato, i terroristi hanno giustiziato tutte e 12 le persone. Una donna ha gridato «Gesù» prima che lei e gli altri fossero decapitati dal gruppo terroristico. Storie come questa diventeranno comuni per i successivi tre anni in Medio Oriente. Ma non solo. Una carneficina nel giorno della Resurrezione a Lahore, in Pakistan, nel 2016 ha spezzato la vita di 72 innocenti tra i cristiani, di cui molti bambini.Quando lo Stato islamico decapitò 21 cristiani copti sulle spiagge della Libia, il Dipartimento di Stato americano si rifiutò di riconoscere che erano stati assassinati in quanto cristiani. Si riferì a loro in quanto «cittadini egiziani». Una codardia imbarazzante.