2019-09-04
La squadra di governo è già pronta. In pole Gualtieri e Franceschini
Praticamente definita la composizione del nuovo esecutivo. Per Luigi Di Maio pronto un posto agli Esteri. Il successore di Matteo Salvini potrebbe essere il prefetto Franco Gabrielli. Verso la conferma di Elisabetta Trenta, Alfonso Bonafede e Giulia Grillo.La giornata di ieri ha registrato il culmine della trattativa per la formazione del governo giallorosso. Fin dalla mattinata si sono rincorse febbrili le voci sui possibili ministri, mentre erano in corso parallelamente due riunioni. Una a Palazzo Chigi con lo stato maggiore del Movimento: il capo politico Luigi Di Maio insieme ai big Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Massimo Bugani e il capogruppo in regione Sicilia Giancarlo Cancelleri, poi raggiunti anche dal sottosegretario Vincenzo Spadafora, il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, il suo omologo alla Camera Francesco D'Uva e Nicola Morra della Commissione antimafia. L'altro incontro tenutosi in giornata è stato quello tra il premier incaricato Giuseppe Conte e la delegazione Pd formata da Andrea Orlando e Dario Franceschini. Nel primo pomeriggio invece è stata la volta del vertice tra i due azionisti del nascente esecutivo. Il totoministri ha registrato parecchie novità, prima fra tutti la pole position di Roberto Gualtieri per l'Economia. L'europarlamentare piddino è presidente della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento europeo, inoltre ha fatto parte della commissione di «saggi» voluta da Romano Prodi per redigere il manifesto programmatico del partito. Un dem che strizza l'occhio all'Ue, forse la figura più in linea con l'asse Conte-Mattarella, che ricordiamo, almeno secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi, sembrasse andare nella direzione di un veto proprio sui dicasteri di Economia, Esteri, Interni e Difesa. Per sostituire l'uscente Giovanni Tria si era parlato, nel corso della giornata di ieri, anche di Carlo Cottarelli (ipotesi tramontata subito) e dell'economista Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea degli investimenti dal 2007 e presidente del consiglio di amministrazione del Fondo europeo per gli investimenti dal 2012, il quale avrebbe fatto sapere di preferire il suo mandato in Bei. Una certezza della trattativa fin qui consumata è che Pd e M5s sembrano ormai convinti a rinunciare alla figura del vicepremier. Ciò imporrebbe alle forze politiche di occupare la casella di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con un nome di peso. Il più quotato sembra essere quello di Vincenzo Spadafora, pentastellato che dovrebbe avere anche la delega alle Pari opportunità. Non si esclude che possa finirci anche Roberto Chieppa, attuale segretario generale di Palazzo Chigi o Riccardo Fraccaro, che tuttavia dovrebbe essere confermato nel suo scranno attuale di ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Luigi Di Maio, dopo un ping pong che lo dava alla Difesa (dove dovrebbe rimanere Elisabetta Trenta) potrebbe finire agli Esteri, mentre al Viminale è dato molto probabile l'attuale capo della Polizia Franco Gabrielli. Altre ipotesi agli Interni sono quelle di Luciana Lamorgese, prefetto di Milano e consigliere di Stato, e di Alessandro Pansa, ex direttore del Dis. Tra le conferme c'è il grillino Alfonso Bonafede alla Giustizia (ricordiamo che la giustizia è tra i temi chiave per il Movimento), dopo che Andrea Orlando si è del tutto sfilato dal totoministri. «Il segretario del mio partito mi ha proposto di fare parte del nuovo governo con una delega di grande rilievo», ha spiegato l'ex Guardasigilli dei governi Renzi e Gentiloni sulla sua pagina Facebook. Le ragioni sono due: «La prima è che la nostra richiesta di discontinuità implica la necessità di una forte innovazione anche nella nostra compagine». La seconda è che «credo che la scommessa che stiamo facendo si gioca in larga parte nella società e in questo senso sarà determinante il ruolo del nostro partito», ha consluso. Sembrerebbe confermata Giulia Grillo (M5s) (ma con il nome di Pierpaolo Sileri dato in ascesa in serata) alla Sanità e il sottosegretario Armando Bartolazzi (M5s). Alla Pubblica amministrazione, al posto della leghista Giulia Bongiorno, dovrebbe andare Mattia Fantinati, attuale sottosegretario di quel dicastero in quota grillina. Danilo Toninelli invece dovrebbe essere sostituito alle Infrastrutture da Stefano Patuanelli. Gli Affari regionali dal borsino sono dati a Leu con Vasco Errani, che nei giorni scorsi era entrato in pole per la Sanità. Alla Cultura il nome ormai consolidato è quello di Dario Franceschini del Pd, allo Sviluppo economico Paola De Micheli, sempre Pd, ma qualcuno ha parlato anche dell'attuale sottosegretario Stefano Buffagni (M5s). Per il ministero del Lavoro si fanno i nomi del capogruppo dem a Montecitorio Graziano Delrio, dell'economista Giuseppe Provenzano e della senatrice pd Teresa Bellanova. Al ministero dell'Istruzione potrebbe andare Nicola Morra dei 5 stelle, che sostituirebbe il leghista Marco Bussetti. All'Ambiente, anche se lei nega definendosi «troppo a sinistra sui temi ambientali per stare in un governo con i 5 stelle», dovrebbe andare Rossella Muroni di Leu, ma alcuni voci di ieri sera parlano di una conferma dell'attuale ministro Sergio Costa.
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