2019-07-20
La società non è liquida, ma gassosa ed è fondata sul deodorante spray
I profumi che scacciano i cattivi odori generano un mercato da 18 miliardi di dollari. Eppure c'è chi si ribella alla dittatura del gradevole. Sono i ragazzi americani che proprio non ne vogliono sapere e i Vip come Cameron Diaz e Sting.Se nell'antichità la pipì di cammello veniva usata come deodorante, più di recente due studentesse indonesiane, Dwi Nailul Izzah e Rintya Aprianti Miki, hanno trovato il modo di trasformare il fetore dello sterco di mucca in una gradevole profumazione per ambienti, completamente ecologica, che ricorda la freschezza di un prato. Grazie alla loro invenzione, le due ragazze si sono aggiudicate la medaglia d'oro all'Indonesian science project olympiad di Jakarta. Il flacone da 225 grami costa poco più della metà di un deodorante tradizionale chimico. Una trovata creativa, economica e coraggiosa che un giorno potrebbe anche essere trasformata in un prodotto per il corpo. I profumi esistono da sempre, ma il brevetto del primo deodorante antibatterico per combattere i cattivi odori risale solo al 1888, e fu registrato a Filadelfia. Per il primo antitraspirante bisognerà aspettare altri 15 anni. Inizialmente nessuno dei due riscontrò successo. Erano ritenuti superflui. Oggi, sono i numeri a dirci che i deodoranti sono essenziali: l'industria mondiale dei deodoranti vale 18 miliardi di dollari. Solo nel giugno del 2017 gli italiani hanno comprato 28,5 milioni di euro in deodoranti per la persona, il 10 per cento in più rispetto al giugno del 2016. I giovani americani però non li apprezzano. Per spronare quel 40 per cento di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che di spruzzarsi il deodorante non ne vuol sapere, il cantante pop Justin Bieber, che fa parte di quel 60 per cento che deve tapparsi il naso, ha deciso di lanciare Here + Now, un deodorante naturale vegano, cruelty free, ed eco friendly. Per Michael Cammarata, ad e cofondatore di Schmidt's, la casa che lo produce, il deodorante naturale è uno stile di vita: «Riguarda le piccole ma intenzionali scelte che facciamo ogni giorno che ci aiutano a condurre una vita più felice e più sana, mentalmente e fisicamente». Verrà commercializzato in autunno. L'anno scorso 13.000 persone si sono prenotate per acquistare Rosy Pits, un deodorante da 18 dollari che viene venduto online. Si tratta di uno stick composto da soli ingredienti naturali, ideato dalla modella Katie Sturino, salito alle cronache grazie a ottime recensioni. Per smaltire la lista d'attesa c'è voluto qualche mese. Se per Liz Taylor «il successo è un eccellente deodorante», in molti preferiscono esaltare l'odore della propria pelle. Il cantante Sting ha fatto più volte sapere che da anni non usa saponi e o deodoranti: «Preferisco l'odore naturale del mio corpo». Anche l'attrice Cameron Diaz non si spruzza deodoranti da più di vent'anni convinta che facciano male. Ai tempi di Cesare le donne per bene non dovevano odorare di nulla. L'usanza di profumarsi, molto in voga tra le matrone, veniva tollerata a fatica. E ancora oggi, in alcuni Paesi, profumi e deodoranti sono osteggiati. A Ottawa, in Canada, i mezzi pubblici sono interdetti a chi usa l'acqua di colonia, in Nuova Scozia il Chronicle Herald di Halifax ha proibito ai 350 impiegati deodoranti, dopobarba e collutori. Un liceo di Toronto poi è stato dichiarato fragrance free, libero da profumi. Anche gli impiegati municipali di Detroit sono stati invitati a non usare più deodoranti e profumi dopo che un dipendente che non sopportava il profumo di un collega nel 2010 fece causa all'amministrazione ottenendo un risarcimento da 100.000 dollari. I cinesi non apprezzano i deodoranti, non per il profumo, ma perché si ritiene che il sudore aiuti ad aumentare la memoria e a far ringiovanire la pelle. Nel 2008 la multinazionale olandese Unilever, l'azienda che produce i prodotti Rexona, Axe e Dove, approfittando delle Olimpiadi di Pechino sperava di fare il grande salto deodorando poco meno di 2,8 miliardi di ascelle. Il risultato per la Unilever non è stato incoraggiante: nel 2016 in tutto il Paese sono stati venduti deodoranti per un po' più di 80 milioni di euro. Circa un quinto rispetto all'Italia, che di ascelle ne conta 120 milioni.Scriveva Patrick Süskind ne Il profumo (Longanesi, 1985) che a Parigi, nel XVIII secolo, «la gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati, dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali». All'epoca le dame, che di bagni ne facevano due o tre durante tutta la loro vita, per coprire il loro pessimo odore usavano l'acqua di rosa.Le Deo Perfume Candy sono caramelle al geraniolo, un'essenza estratta dalle piante, che non solo promette un alito dal sapore floreale ma anche ascelle profumate alla rosa. Con lo stesso meccanismo in cui la pelle si impregna d'aglio, queste gustose pasticche contengono una sostanza chimica che non viene decomposta nel corpo ma esce attraverso i pori. Il prodotto, inventato in Bulgaria, è molto apprezzato negli Stati Uniti ma anche in Germania, Gran Bretagna, Spagna, Cina, Corea e Armenia.Tra i 15.000 neologismi del Lexicon recentis latinitatis del Vaticano il deodorante è «foetoris delumentum». Roll on, stick e creme funzionano al meglio quando l'ascella è depilata. Gli spray attecchiscono bene anche sui peli. I deodoranti eliminano i cattivi odori con un'azione antibatterica. I responsabili sono gli stafilococchi. Spiega il biologo Gavin Thomas, dell'università di York, nel Regno Unito: «Abbiamo scoperto un piccolo numero di questi batteri che sono in grado di produrre una sostanza chimica odorosa (chiamata 3M3SH) a partire da una molecola inodore secretata dalle ghiandole delle nostre ascelle». Una scoperta che permetterà lo sviluppo di nuovi tipi dei prodotti che agiranno in maniera mirata.Uniqlo, Under Armour e Lululemon sono solo alcune delle marche di abbigliamento sportivo che promettono di non far emanare odori sgradevoli anche dopo un'intensa attività. Magliette, canottiere, pantaloncini e fuseaux sono fatti di tessuti realizzati con nuove tecnologie a base di metalli capaci di uccidere i batteri del cattivo odore. Il sudore di per sé non puzza ma l'umidità fa proliferare i batteri. Gli antitraspiranti regolano la sudorazione grazie a sali come il cloruro di alluminio che tende a chiudere i pori sudoripari limitando l'emissione di sudore. Da sfatare il mito che il deodorante che contiene alluminio o parabeni faccia venire il cancro al seno. Si ipotizzava che questi composti potessero, una volta assorbiti attraverso la pelle, modificare i recettori per gli estrogeni nel tessuto mammario, aumentando quindi il rischio di ammalarsi. Ma diverse ricerche pubblicate dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro rivelano che «la quantità di metallo che raggiunge la mammella attraverso il cibo è molto più elevata di quella che lo fa attraverso la cute. Di conseguenza gli esperti ritengono che non vi sia alcun legame concreto tra alluminio nei deodoranti e cancro del seno».Il tredicenne inglese Kacper Krauze lo scorso maggio si è risvegliato dal coma in cui è stato per diverse settimane dopo aver avvertito l'odore del suo deodorante preferito. Era caduto nelle acque ghiacciate del fiume Eden, nella contea di Cumbria, mentre faceva canottaggio; dopo diversi tentativi falliti di svegliarlo, la madre del giovane gli ha messo il suo deodorante preferito e Krauze ha riaperto gli occhi. «Come ho premuto il dispenser del deodorante, mio figlio ha aperto gli occhi», ha raccontato la mamma. Che si sia trattato di un miracolo o più probabilmente di una fortunata coincidenza, non è andata altrettanto bene a un diciannovenne olandese che per sballarsi con un deodorante spray ha finito per farsi venire un infarto che lo ha ucciso. Negli Stati Uniti, si stima che ogni anno ci siamo circa 125 vittime tra chi, per stordirsi sniffa deodoranti o lacche. Anche Jonathan Capewell, un sedicenne di Oldham (Manchester), è morto a causa di un deodorante. Ma lui non si sballava. Studente brillante, figlio modello e calciatore provetto, era ossessionato dal cattivo odore al punto da spruzzarselo su tutto il corpo più volte al giorno. I genitori, nell'ottobre del 1998, lo ritrovarono esanime sul pavimento della sua stanza, gli occhi rossi, le mani, le braccia e le gambe violacee. Nel suo sangue furono riscontrati livelli di butano e propano di 0,37 milligrammi per litro: un livello di 0,1 per litro è già considerato mortale. Stessa fine ha fatto il 29 agosto del 2016 un adolescente del Kent che non amava lavarsi. Per coprire gli odori, spiegava la mamma, usava il deodorante. Dopo la sua morte nella sua stanza ne sono stati trovati 42 flaconi.
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