2020-01-30
La sinistra inventa l’allarme razzismo anche sull’influenza
Secondo Stampa e Repubblica la vera emergenza è la sinofobia: i cinesi sarebbero discriminati per via del morbo. Altro che Coronavirus, in Italia pare si stia diffondendo un'altra e più pericolosa malattia: il morbo sovranista. È di quest'ultimo che dovremmo preoccuparci, mica delle astruse infezioni cinesi. Il problema, infatti, è il contagio da razzismo, ci informano alcuni dei più illuminati organi di stampa. Lala Hu, docente cinese di marketing all'Università Cattolica di Milano e, pare, collaboratrice del Corriere della Sera, racconta di un'ondata di odio nei confronti dei suoi connazionali: «Non sono preoccupata per me o altri che hanno sviluppato anticorpi al razzismo ma per chi non ha strumenti per difendersi», scrive. Repubblica dà invece conto della denuncia di Lucia Hui King, portavoce della comunità cinese a Roma, la cui sorella sarebbe stata insultata in un locale di Torino. Mattia Feltri, sulla Stampa, spiega che qui in Italia «un'epidemia c'è di di sicuro», ed elenca tutti i casi di pogrom anticinesi verificatisi negli ultimi giorni. Un esempio? «In provincia di Rovigo i genitori degli alunni di una scuola elementare vogliono che siano allontanati dalla classe due bambini cinesi». A dirla tutta, la vicenda è leggermente meno cruenta. Padri e madri si sono preoccupati per l'arrivo di due nuovi alunni cinesi a scuola: sembra che arrivassero direttamente dalla madrepatria, dunque un poco di preoccupazione poteva sorgere. Il preside ha avvisato l'Asl e il Comune, i genitori dei due piccoli cinesi si sono mostrati gentili e collaborativi, sono state fatte le verifiche del caso e con tutta probabilità i ragazzini saranno in classe già a partire dalla prossima settimana. Comunque sia, negli ultimi giorni, le pagine dei quotidiani si sono riempite di episodi di questo tipo: il calciatore quattordicenne insultato in campo, la studentessa aggredita a Mestre. Per l'ennesima volta ci troviamo in pieno allarme razzismo. Wired, rivista sempre attenta a cogliere le nuove tendenze del pensiero unico, ci fa sapere che «i cinesi che vivono all'estero, adesso, devono affrontare anche una crescente ondata di diffidenza nei loro confronti, legata in qualche modo alla paura per il Coronavirus, l'epidemia che sta dilagando in tutto il mondo. Tutto questo ha un nome: sinofobia».Dopo l'islamofobia, l'omofobia, l'afrofobia, la transfobia (e ovviamente l'omotransfobia), ecco il nuovo, gravissimo malanno occidentale: la paura dei cinesi. Un terrore che invade i cuori e le menti deboli dei sovranisti, già naturaliter predisposti a odiare il prossimo, approfittando di ogni scusa per manifestare il proprio astio belluino. A essere sinceri, sorge qualche piccolo dubbio a riguardo. Il nostro Paese ospita quasi 300.000 cinesi, che costituiscono la quarta comunità straniera più nutrita. Senza contare le persone di origine cinese che hanno preso la cittadinanza italiana, e tenendo fuori eventuali immigrati clandestini. Esercizi commerciali cinesi - più o meno legali - proliferano ovunque da anni, eppure non risulta che si siano verificati linciaggi, assalti o altri episodi di razzismo diffuso. Anzi, nei confronti dei cinesi la soglia di tolleranza è sempre stata piuttosto elevata (fin troppo). Dunque parlare di «sinofobia» è un po' assurdo. Semmai, da qualche settimana va aumentando l'ansia riguardante il Coronavirus. I primi ad alimentarla sono stati proprio gli illustri mezzi d'informazione che ora scomodano il razzismo. Tra l'altro, che una vaga insicurezza sorga di fronte alle notizie diffuse dai tg a reti unificate è piuttosto comprensibile. L'Organizzazione mondiale della sanità parla di «rischio elevato». E non bisogna dimenticare che la Cina è pur sempre una dittatura comunista, per quanto aggiornata agli standard attuali. Da Chernobyl in giù, sappiamo che i regimi non rappresentano esattamente il massimo della trasparenza in tema di catastrofi globali. E infatti il sindaco di Wuhan, la città da cui è partita l'epidemia, ha raccontato che il governo ha rallentato la diffusione di informazioni, e che addirittura 5 milioni di persone avrebbero fatto in tempo a lasciare la zona prima che scattassero le misure di sicurezza. Non è molto rassicurante, che ne dite? Il ministro della Salute, Roberto Speranza, si è preoccupato di farci sapere che possiamo andare a mangiare al ristorante cinese senza problemi, e ha precisato: «In questo momento nel nostro Paese non c'è alcuna emergenza e non c'è una necessità di procurarsi mascherine protettive». Nel mentre, Matteo Salvini ha osato chiedere lumi al governo: «Vedo che ci sono compagnie aeree che sospendono i voli, case automobilistiche che controllano, bloccano, sospendono, chiudono», ha detto. «Noi vorremmo che anche la popolazione italiana avesse rassicurazioni sul fatto che in Italia si sta controllando chiunque, e si sta facendo qualunque cosa per evitare la diffusione del contagio anche in Italia». Dai 5 stelle e dal fronte progressista, per tutta risposta, l'hanno accusato di voler «strumentalizzare» l'epidemia. Siamo sempre lì: il problema sono i sovranisti. E forse davvero c'è un virus cinese pure qui: chi lo contrae diventa allergico all'opposizione.