
Laura Boldrini risfodera la sua proposta dello «ius culturae»: si vorrebbero far diventare italiani alla nascita i figli di almeno un genitore straniero residente in Italia da soli 5 anni. Fregandosene delle conseguenze.«Attenti ai buoni», metteva in guardia un libro di Mario Giordano uscito qualche anno fa. Mai come oggi vale la pena di ribadire il concetto. Ora i «buoni» sono al governo, stretti in un abbraccio che dovrebbe allontanare per sempre i «cattivi» come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E, purtroppo, gli attuali governanti hanno già cominciato a esercitarla, la loro presunta bontà. In nome della «libertà» e della «compassione» verso chi soffre, ci troviamo a fare i conti con la prospettiva dell'eutanasia, della morte di Stato inflitta ai più deboli e ai più poveri, considerati rifiuti di cui è meglio liberarsi in fretta, prima che consumino preziose risorse occupando un letto di ospedale.Sempre la «bontà» anima i grotteschi scioperi verdi e le varie manifestazioni di protesta contro il riscaldamento globale. Grazie all'attenzione e alla cura che i puri di cuore al potere metteranno nei provvedimenti «green», a ritrovarsi con più tasse saranno i comuni cittadini, quelli che non possono difendersi e dovranno pagare la ripulitura della coscienza altrui. Poi, ovviamente, c'è la questione «umanitaria» per eccellenza: l'immigrazione. Pronti via e il governo ha riaperto i porti, raccogliendo gli appelli a cambiare rotta dopo il regno del perfido Mago Salvinus, terrore dei sette mari e di tutta Europa. Le conseguenze immediate di tutto ciò le abbiamo sotto gli occhi: da quando il governo è in carica gli sbarchi sono sostanzialmente raddoppiati. Significa che la tratta di esseri umani si sta rimettendo in moto di gran carriera. Chiedetevi: a chi tocca pagare la presunta bontà del governo? Sicuramente ai migranti sfruttati. E poi, ovviamente, agli italiani. Grazie agli amici delle Ong, tanto per fare un esempio, ci siamo portati in casa dei malfattori. Tramite la nave di Carola Rackete, la Sea Watch, sono giunti qui tre torturatori libici, cioè dei bei personaggini accusati di violenze, stupro, sequestro e addirittura omicidio. Simile sinfonia sulla Ocean Viking, arrivata martedì a Messina con 182 persone a bordo. Tra queste c'erano anche due scafisti. Si tratta degli egiziani Mohammed Youssef Ali ed Faki, di 42 anni e Atito Salama Soliman, di 24 anni. Sono stati individuati grazie alle testimonianze di altri migranti, ma gli attivisti pro invasione li avevano caricati senza fare una piega. Anzi, sicuramente i due schiavisti contavano sulla presenza della nave Ong per approdare qua. Grazie alle frontiere aperte ritorna poi palpabile il rischio terrorismo. E non sono i crudeli sovranisti a dirlo, ma il procuratore di Agrigento Salvatore Vella. Intervistato dalla brava Valentina Furlanetto per Radio 24, ha parlato del fenomeno degli sbarchi fantasma, cioè i famosi barchini che arrivano alla chetichella sulle nostre coste (e che non sono coperti del fumoso accordo europeo sull'immigrazione abbozzato a Malta). Al procuratore è stato chiesto se potrebbero esserci terroristi fra gli stranieri che giungono in Italia in quel modo, e Vella ha risposto: «È un'ipotesi, è possibile. Diciamo che se io fossi un terrorista dovessi scegliere una strada per entrare illegalmente in territorio europeo sceglierei questa strada». Ecco un'altra piacevole conseguenza della bontà esibita. Non soddisfatti di tutto il «bene» compiuto, però, i buoni di governo ne stanno già escogitando un'altra. Ieri l'Ansa ha fatto sapere che in Commissione affari costituzionali alla Camera dei deputati è ripartito l'esame sul ddl che introduce lo ius culturae. Un bel progettino che porta la firma di Laura Boldrini. I buoni, ovviamente, sono anche furbi: non lo chiamano più ius soli, perché con quel nome è stato già bocciato una volta. Parlano di «ius culturae» come se si trattasse di una legge diversa, e invece è la stessa di prima. Il Pd e la sinistra, infatti, hanno sempre proposto il cosiddetto «ius soli temperato». In buona sostanza prevede che diventino italiani alla nascita i figli di almeno un genitore straniero residente in Italia da 5 anni. Poi consente di richiedere la cittadinanza ai minori stranieri arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni e superato almeno un ciclo scolastico. Insomma, senza scendere troppo nel particolare tecnico: abbiamo davanti una legge sulla cittadinanza un po' meno diretta dello ius soli puro all'americana, ma comunque utile a creare in breve tempo nuovi cittadini. Come abbiamo più volte spiegato, è un provvedimento inutile, visto che ogni anno migliaia e migliaia di persone ottengono la cittadinanza italiana anche con l'attuale legge. A trarne giovamento sarebbe soprattutto la sinistra, che spera così di raccattare qualche elettore d'importazione. Fatto sta che dal 3 ottobre riprenderà la discussione sul provvedimento, e par di capire - dalle numerose dichiarazioni sentite nei giorni scorsi - che questa volta lo «ius soli/ius culturae» possa passare. Giusto giovedì lo ha invocato Matteo Orfini del Pd, i vescovi lo chiedono a gran voce, il ministro Elena Bonetti lo brama. Figuriamoci se i 5 stelle potranno fare le barricate. Il relatore del ddl boldriniano sarà Giuseppe Brescia, presidente della Commissione affari costituzionale per i pentastellati. I quali, di fronte all'atto di «umanità» richiesto dal Pd, non potranno certo tirarsi indietro. In fondo, questo è il governo dei buoni. Buoni a far danni, però.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.