2018-10-09
«La scelta di Verona aiuta le donne. Chi la contesta non conosce la 194»
Lo scrittore appassionato di bioetica: «La legge sull'aborto è un totem, qualcosa di inviolabile. Neppure si può agire in suo favore. Condannare una mozione che approva sostegni per le mamme è un paradosso». Enrico Pagano, autore del libro fresco di stampa Aborto. Ragioni vere e false non può che sostenere la scelta «a favore della vita», espressa nel capoluogo scaligero.«Bisogna tornare a difendere l'essere umano. Nel grembo di una mamma già dopo poche settimane c'è un bambino con un cuore che batte, non un grumo di cellule. Bene hanno fatto a Verona ad approvare la mozione presentata dal consigliere comunale della Lega, Alberto Zelger e sottoscritta dal sindaco Federico Sboarina». Enrico Pagano, autore del libro fresco di stampa Aborto. Ragioni vere e false non può che sostenere la scelta «a favore della vita», espressa nel capoluogo scaligero dal centro destra con l'appoggio della capogruppo del Pd, Carla Padovani. Definisce «ignoranza della legge 194» tutte le critiche che la sinistra rivolge alla dem veronese, cattolica, rea di aver votato secondo coscienza e per questo sfiduciata dai compagni di partito. Originario di Palermo, 55 anni, appassionato di bioetica e referente a Milano dell'associazione Ora et labora in difesa della vita, Pagano giudica vergognose le reazioni in nome di presunti diritti delle donne che sarebbero stati violati con quel voto antiabortista.Che cosa la indigna maggiormente nella levata di scudi contro la Padovani?«Chi ha contestato la mozione e la scelta della consigliera, non conosce le Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza. I primi articoli della legge del 1978 indicano chiaramente che cosa si debba fare per tutelare “la vita umana fin dal suo inizio". Non promuovendo l'aborto come mezzo di controllo delle nascite, ma aiutando la donna anche economicamente perché non compia una scelta così drammatica». L'impegno assunto dal Comune di Verona è proprio di aiutare le associazioni pro life.«Infatti. Si parla di finanziamenti a progetti come la Culla segreta, della Regione Veneto, pensati per aiutare le donne a portare a termine una gravidanza nell'anonimato. Il bambino che nascerà non sarà riconosciuto dalla madre ma verrà dato in adozione. Che cosa c'è di sbagliato in questo sostegno, accordato secondo le indicazioni della 194? Altre iniziative, come il progetto Gemma che offre aiuto economico alle mamme in difficoltà e quelli avviati da amministrazioni non certo di sinistra, introducono misure di sostegno alle associazioni impegnate su questo fronte». Lei è contro la 194?«Certo. Ma è un totem, qualcosa di inviolabile e di intoccabile. Neppure si può agire in suo favore. Basti pensare ai commenti di questi giorni, al paradosso di apocalittiche condanne di una mozione che approva fondi e iniziative secondo gli obiettivi di una legge, pensata per rimuovere le cause dell'aborto. Non certo per incoraggiare le interruzioni di gravidanza. Invito la sinistra a leggersi bene il testo votato quarant'anni fa».Le reazioni sono sempre le stesse, contro supposti «tentativi di colpevolizzare la donna che abortisce». Ha notato che ancora una volta non si parla dei diritti del bambino?«Per questo ho voluto scrivere un libro diverso dal mio precedente L'Olocausto bianco, tacciato come religioso. Sul silenzioso sterminio di 6 milioni di italiani, abortiti, adesso ho fatto parlare voci laiche. Cito Freud, Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Pier Paolo Pasolini Paolini, Oriana Fallaci e molti altri che hanno detto chiaramente che l'aborto è un omicidio. Ho spostato l'attenzione dalla donna al non nato, la vittima principale che non può difendersi. Non ha voce, viene fatto fuori. Può dar fastidio ma è la verità». Afferma che non esiste un motivo al mondo per eliminare un figlio.«Non lo è l'autodeterminazione della donna, non informata sulle conseguenze fisiche e psichiche di cui diviene vittima dopo un aborto. C'è chi si è suicidata e c'è chi ha smesso di vivere, chiudendosi casa, dopo aver ucciso la creatura nel proprio grembo. Non è un motivo l'asserzione che non si tratta ancora di vita, perché il concepito ha sin dal primo momento il suo unico e irripetibile Dna. Spesso chi abortisce nemmeno sa che una creatura a sei settimane è già formata. Non lo è l'egoismo dell'uomo, che prima si diverte poi non si assume le sue responsabilità e infine esercita le più violente pressioni per indurre la mamma all'aborto. Non lo è una violenza che ha causato la gravidanza, poiché la dignità umana non dipende in alcun modo dalle modalità con le quali è avvenuto il concepimento. Solo una ideologia ben poco razionale e distante anni luce dalla realtà, può giustificare l'eliminazione di un essere umano e arrivare a considerarla addirittura una “conquista di civiltà"».Neppure una malformazione diagnosticata al bambino giustifica l'aborto?«La medicina è deputata alla cura dell'essere umano, non alla sua eliminazione. Per la 194 la vita umana non è più intangibile, la legge va contro al principio di uguaglianza perché ci sono quelli con meno diritti e vanno eliminati. Inoltre elimina il principio di solidarietà riconosciuto dalla nostra Costituzione».Consentire a una donna di partorire in anonimato, perché il figlio non voluto possa essere poi adottato, è una risposta concreta in favore della vita? «Il sostegno economico è fondamentale, così pure la solidarietà, l'assistenza psicologica. È dimostrato che anche un piccolo conforto economico aiuta la vita del bambino e della mamma. Le donne devono sapere che hanno questa possibilità. Bisognerebbe fare una pubblicità progresso, speriamo nel nuovo presidente della Rai e nel nuovo clima politico».
Roberto Fico (Imagoeconomica)