2023-07-10
La Russa, tutti i segreti dell’inchiesta
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Oltre a Xanax e cocaina la ragazza avrebbe assunto anche altre sostanze come Quetiapina (calmante) e Stilnox (sonnifero). È arrivata in ospedale «lucida» e in «buone condizioni generali». Le lesioni di cui si è parlato «non sono lesioni da stupro conclamato». I presunti violentatori avrebbero usato il preservativo.La storia del presunto stupro che sarebbe stato commesso da Leonardo Apache La Russa, ventunenne terzogenito del presidente del Senato Ignazio, ogni giorno registra qualche scoop orientato, che cerca di condurre l’opinione pubblica, come continua ad accadere nel caso di Ciro Grillo, verso una condanna anticipata dell’ipotetico giovane stupratore. Ieri i cronisti del Corriere della Sera, probabilmente persuasi dalle buone argomentazioni dell’avvocato Stefano Benvenuto, legale della presunta vittima, hanno sparato questo titolo: «Lesioni come per una violenza. La visita in clinica dopo la notte». Nel pezzo si leggeva: «Tre lesioni sono state accertate dai medici della clinica Mangiagalli di Milano dopo la visita ginecologica» della presunta vittima. Una fonte anonima «che lavora all’inchiesta» avrebbe aggiunto: «Potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale».Ma i nostri interlocutori vicini all’inchiesta, invece, sono convinti che non esistano lesioni da stupro conclamate. E ci assicurano che la storia è ancora tutta da investigare e che non si può arrivare a conclusioni solo sulla base della cartella clinica. In essa, alla voce «lesioni», secondo quanto riferisce chi ha visto i referti, si fa riferimento a «un’ecchimosi superficiale di 2,5 centimetri per 1,5 al livello della cute del collo a destra» e di un graffio «non sanguinante a livello della faccia laterale della coscia sinistra». E le tre lesioni svelate dal Corriere? Secondo chi ha letto le carte non si fa alcun accenno a lesioni importanti o sanguinanti. «In caso di un rapporto violento», ci dicono, «sarebbe emersa qualche altra cosa».La giovane ai medici del pronto soccorso ha raccontato di avere avuto un rapporto con un altro «partner» la settimana precedente . Leonardo, che non ha negato il rapporto, avrebbe utilizzato il preservativo. Questo non toglie che l’abuso possa esserci stato, ma la prova non sarebbero le «fissurazioni» sopra descritte. «Lesioni che confermano violenze in modo incontrovertibile non risultano» conferma una fonte vicina all’inchiesta. E a proposito dei titoli a effetto e delle investigazioni ancora tutte da svolgere commenta: «Non è che se uno porta un cognome importante possa essere sbranato a prescindere». A tal proposito, ieri l’Ordine degli avvocati di Milano ha ricordato «i doveri dell’avvocato nei rapporti con gli organi di informazione», a partire dal principio costituzionale di «presunzione di non colpevolezza», oltre ai doveri di «equilibrio, misura, discrezione e riservatezza». Nel mirino, sembra, l’intervista di Stefano Benvenuto, legale della presunta vittima, al Corriere della Sera. Di certo le notizie apparse in questi giorni sui quotidiani hanno causato grande confusione e hanno portato a esprimere giudizi affrettati. Invece, il caso è particolarmente intricato e non ci sono al momento certezze. Anche perché le indagini della Procura di Milano e della squadra mobile sono nella fase iniziale e solo a partire da oggi entreranno nel vivo con le testimonianze della presunta vittima e delle principali testimoni citate nella denuncia. I punti da chiarire sono molti. Per esempio c’è chi sostiene che le benzodiazepine rilevate nel sangue della ragazza possano essere in qualche modo coerenti con il black out denunciato dalla stessa dopo l’assunzione di un drink offertole da Leonardo in discoteca. Ma dagli esami svolti all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, inizialmente, non sarebbero risultate tracce significative di benzodiazepine. Dopo poche ore, in seguito a un secondo prelievo, i microgrammi per litro invece sarebbero saliti ben oltre il livello di positività. Va ricordato che la ragazza ha raccontato di essere consumatrice di Xanax, un ansiolitico che potrebbe avere assunto anche in clinica, ma certamente questo dato ballerino sarà oggetto di approfondimenti investigativi.La giovane è certamente una ventiduenne particolarmente sensibile: prende lo Xanax mattina e sera, un antidepressivo come la Fluoxetina, ma soprattutto un forte calmante come la Quetiapina, oltre allo Stilnox, un sonnifero.Una lista di medicinali che segnala una personalità complessa e un’indubbia fragilità. Con cui un ragazzo di 21 anni difficilmente è in grado di misurarsi. Ma questo non significa che sia una scriminante. Anzi. «Il dato delle benzodiazepine (quello più alto, ndr) è molto debole, soprattutto in un soggetto assuefatto (la ragazza ha dichiarato di prendere lo Xanax, ndr), e di per sé non appare poter produrre amnesie o sintomi simili a quelli che evidenzia la cosiddetta droga dello stupro», spiega alla Verità il professore Luigi Sabbatella, docente di Laboratorio di tossicologia forense della Sapienza che si è occupato del caso della piccola Desirèe Mariottini, la ragazza di Cisterna di Latina trovata nel 2018 senza vita in una palazzina occupata da extracomunitari a Roma. Il docente aggiunge: «Ovviamente si tratta di una sostanza che se assunta in grandi quantità, accompagnata da bevande alcoliche, può arrivare a manifestare delle sintomatologie di quel tipo. In questo caso, però, ci sono dati alcolemici negativi. E comunque il tasso di benzodiazepine è di poco superiore alla positività ed è compatibile con un’assunzione di tipo medico». E la cura a cui è sottoposta? «È una terapia a base di psicofarmaci abbastanza importante», afferma Sabbatella, «allo Xanax aggiunge lo Stilnox, che è assimilabile alle benzodiazepine, anche se di natura chimica diversa, e poi assume anche due antidepressivi, uno tipico, la Fluoxetina, e uno atipico, la Quetiapina». Le analisi hanno evidenziato la presenza di cocaina. «Anche questo dato», valuta Sabbatella, «non è da livelli di perdita di coscienza o di amnesia totale, che si manifesterebbe in caso di una overdose, che avrebbe comportato, però, conseguenze fisiche piuttosto serie». Ieri un’autorevole fonte ci aveva riferito che nel sangue della presunta vittima non era stata trovata la droga dello stupro, l’acido gamma-idrossibutirrico o Ghb, anche perché evapora velocemente. Ma dalla cartella clinica non sembra sia stato ricercato. E allora il tossicologo ci dice: «Si è ancora in tempo per rintracciarla. Volendo, la ragazza potrebbe ancora dimostrare di averla assunta, a un mese di distanza, sottoponendosi a una specifica analisi del capello». Lucia, chiameremo così la presunta vittima, si è presentata al pronto soccorso del Policlinico accompagnata dalla madre giornalista verso le 16.30 del 19 maggio 2023, dopo erano trascorse «circa 14 ore» dalla presunta violenza, che sarebbe stata consumata a casa del giovane La Russa, dopo una serata danzante in una discoteca esclusiva di Milano. Quindi la ventiduenne è stata dirottata al pronto soccorso di ginecologia, nella sala del servizio di emergenza Soccorso violenza sessuale e domestica dell’adiacente clinica Mangiagalli per la completa valutazione del caso. Quando inizia l’osservazione, Lucia denuncia una «lieve nausea e capogiri». Sostiene anche di avere un’«amnesia rispetto all’accaduto». La paziente viene descritta come in «buone condizioni generali», «vigile, lucida, collaborante». Viene anche precisato che ha un «eloquio fluido», un «orientamento spazio/temporale normale», «contenuti del pensiero congrui» e che «comprende ed esegue gli ordini». I medici elencano una «cicatrice chirurgica», una «lesione da graffiamento di circa 4 cm gluteo di sinistro» (ma come abbiamo visto altrove si parla dell’interno coscia) e una «piccola ecchimosi alla base del collo a destra». Circostanza e modalità dell’aggressione sono così rappresentate nell’immediatezza dei fatti: «La signora Lucia racconta di essere uscita con una amica di nome […] e di essersi recate presso un locale a Milano denominato Apophis, verso le ore 00.30 del 19 maggio 2023.Riferisce di aver fumato cannabis e «sniffato» cocaina 2 volte nella serata prima di arrivare al locale in compagnia dell’amica.All’arrivo al locale, riferisce di aver consumato 2 drink (al momento delle analisi Lucia non aveva più tracce di alcol nel sangue, ndr) e di sentirsi bene, ma di non ricordare che cosa sia successo successivamente. Riferisce che l’amica le avrebbe detto di averla vista in compagnia di un ragazzo di nome Leonardo La Russa (di circa 20 anni) che le offriva un drink, che Lucia si era comportata in maniera euforica e di aver visto Lucia e Leonardo baciarsi.Lucia riferisce di essersi poi svegliata questa mattina a casa di Leonardo La Russa, in zona […] a Milano, […], intorno alle ore 11:30-12.Riferisce di essersi svegliata nuda in compagnia del ragazzo e che i suoi vestiti si trovavano in un’altra stanza. Dalla conversazione avuta con il ragazzo è emerso che i due avrebbero avuto rapporti sessuali e che Lucia avrebbe avuto rapporti sessuali anche con un ulteriore ragazzo denominato “Nico”, dj della festa a cui aveva partecipato nella nottata, che però non era presente nell’abitazione al momento del risveglio».Non è chiaro se l’ospedale abbia trasmesso gli atti in Procura per una denuncia d’ufficio. Nella cartella clinica è barrato il «no», ma questo potrebbe essere collegato al fatto che lo stupro è un reato procedibile a querela della persona offesa, mentre è procedibile d’ufficio, per esempio, se la violenza è di gruppo. Il racconto sul secondo uomo potrebbe essere stato considerato troppo fumoso.Lucia è stata dimessa in codice verde alle 20.06 del 19 maggio, con diagnosi di «abuso sessuale di adulto» e nessuna prognosi. Ieri sono state pubblicate le prime dichiarazioni del padre della presunta vittima: «Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre. Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Da quella notte è devastata».
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