2021-03-11
La resa di Fico sulle mascherine cinesi
Roberto Fico (S.Granati/Corbis/Getty Images)
Stop dopo la denuncia di Antonio Zennaro (Lega) e Andrea Delmastro (Fdi): «Aziende italiane beffate. Va controllata la reale capacità filtrante». Ma resta il vero nodo: la mancanza di trasparenza sulle importazioni da inizio pandemia.Primo successo per i deputati Andrea Delmastro (Fdi) e Antonio Zennaro (Lega), e naturalmente anche per il nostro giornale, dopo la denuncia sollevata ieri in prima pagina dalla Verità a proposito del caso delle mascherine Ffp2 di provenienza cinese in distribuzione perfino a Montecitorio. I dispositivi di protezione oggetto di contestazione sono infatti stati ritirati su iniziativa dell'ufficio di presidenza della Camera in attesa di ulteriori verifiche.Come si ricorderà, ancora la scorsa primavera, per l'esattezza a fine maggio 2020, Domenico Arcuri, proprio rivolgendosi alla commissione Affari sociali della Camera, aveva annunciato che entro fine settembre ci sarebbero state sul mercato solo mascherine chirurgiche italiane («A settembre non ci saranno più mascherine cinesi, perché quelle italiane basteranno al nostro fabbisogno», aveva detto, come riportano le agenzie e i giornali di quel periodo). Di mesi, da allora, ne sono passati più di nove, e l'Italia è tuttora inondata di mascherine cinesi. E che perfino la Camera dei deputati abbia messo mascherine di quella provenienza a disposizione dei deputati e di tutto il personale ha destato non poca sorpresa e imbarazzo. Procediamo con ordine. In Aula, intervenendo sull'ordine dei lavori, ieri mattina Delmastro ha riproposto con forza il problema, segnalando il fatto che improvvisamente le mascherine cinesi non fossero più in circolazione: «È come se qualcuno avesse qualcosa da nascondere», ha detto il deputato Fdi, «Chiediamo delle risposte al presidente Roberto Fico. Oltre a cinesizzare ulteriormente la Camera dei deputati, oltre a essere una scelta in spregio alle aziende italiane a cui il governo ha chiesto di riconvertirsi, salvo poi non acquistare da loro, c'è anche un altro tema, che è quello della verifica della corretta capacità filtrante delle mascherine». Dunque, la richiesta: «Vogliamo sapere che certezze abbiamo, che certificazioni ci siano, e perché siano state rimosse».Il capogruppo di Leu Federico Fornaro ha polemicamente chiesto di interpellare i questori, tra i quali c'è anche l'esponente di Fdi Edmondo Cirielli, e a quel punto il capogruppo del partito di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato che proprio Cirielli aveva posto il tema in ufficio di presidenza della Camera. Sulla stessa linea l'esponente leghista Marzio Liuni: «Qualcuno ha sbagliato, occorre verificare cosa sia successo».A tutti ha risposto - dando la vera e propria notizia della giornata - il vicepresidente della Camera, che in quel momento presiedeva l'Aula, Maria Edera Spadoni (M5s), che ha confermato come il giorno prima il tema fosse stato posto in ufficio di presidenza: «La questione è stata sollevata, e l'ufficio di presidenza si è attivato per capire come siano andate le cose. I questori sono stati allertati, e l'Aula sarà prontamente informata». Dunque, in attesa di verifica, le mascherine contestate sono state ritirate. Soddisfatto Zennaro (Lega), che ha preannunciato un ulteriore ordine del giorno per chiedere al governo di definire una pianificazione strategica dell'approvvigionamento complessivo di mascherine e degli altri dispositivi di protezione, e di utilizzare a questo scopo la filiera produttiva made in Italy. Restano inoltre le questioni di fondo poste da tempo dal deputato leghista, a partire da una richiesta generale di trasparenza, che potrebbe essere soddisfatta se il governo rendesse conoscibili i contratti stipulati e gli acquisti effettuati dalla struttura commissariale. Serve total disclosure, trasparenza totale: quanti soldi siano stati spesi, con quali mediazioni e commissioni; quali e quante unità merceologiche siano state acquistate, da quali e quanti Paesi stranieri, da quali e quante società (con i relativi dettagli); e anche tutte le informazioni rispetto agli standard qualitativi di ogni partita di mascherine, camici, respiratori, e così via. Va ricordato che Zennaro, tra settembre e ottobre, aveva tentato la strada di un'istanza di accesso agli atti della struttura commissariale, e poi di un'interrogazione parlamentare all'allora premier Giuseppe Conte, non ottenendo risposta né per via amministrativa né per via politica. Rivendica un primo successo anche Delmastro (Fdi): «Si accerti subito la capacità filtrante e per il futuro il presidente Fico si assuma l'impegno di comprare italiano. La riconversione delle aziende italiane alla produzione di dispositivi di sicurezza è uno dei simboli della rinascita che merita attenzione, acquistando proprio da quelle aziende riconvertite, che hanno il divieto di esportazione e che hanno assistito a un commissario e un governo che acquistavano in massa dai cinesi, peraltro, spesso, senza che venisse garantita la sicurezza. Oggi abbiamo vinto ottenendo la rimozione delle mascherine, ma non ci arrenderemo: mai più dispositivi cinesi nella casa degli italiani».
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