2019-10-01
La razzia dei farmaci salvavita è il nuovo business della criminalità
Ogni mese furti per 1,2 milioni negli ospedali italiani messi a segno da commando paramilitari. Ciascun colpo frutta circa 300.000 euro. Bersaglio soprattutto le strutture sanitarie del Sud ma non mancano casi al Nord.Premessa: nel giro di tre anni le uscite correnti dello Stato s'impenneranno di 48,7 miliardi di euro rispetto alle stime di un anno fa. Solo nel corso del 2019 le spese sono cresciute di circa 10 miliardi: tradotto, entro il 2021 il debito pubblico, già altissimo, salirà alle stelle. E così mentre il governo giallorosso cerca di far quadrare i conti dell'imminente legge di bilancio, gli sprechi proseguono senza freno. Per mettere a fuoco l'emergenza basta un dato: fra le voci di spesa più elevate, inserite nei cosiddetti «consumi intermedi» che servono per l'acquisto di beni e servizi, c'è quella relativa all'approvvigionamento di farmaci salvavita. Quelli, costosissimi, che servono soprattutto per combattere tumori, infezioni ed epatite C. Fra il 2016 e il 2018 per rifornire gli ospedali pubblici di «salvavita» sono stati investiti circa 18 miliardi di euro, e il conto è destinato ad aggravarsi, visto che questa voce aumenta di oltre il 7% annuo. Peccato però che i prodotti in questione finiscano sempre più spesso nel bottino di ladri e razziatori. Ogni mese il Sistema sanitario nazionale subisce danni calcolati in circa 1,2 milioni di euro, ai quali si aggiunge la beffa: quando le scorte di medicinali finiscono occorre acquistarle nuovamente, attingendo dalle casse dello Stato risorse che sarebbero destinate altrove. A tirare le fila di questo mercato nero ci sono le mafie, soprattutto quelle che agiscono in Campania, Puglia e Basilicata. Secondo i database dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, quest'anno si è registrata in tutta Italia una media di quattro grossi furti al mese, con maltolti da almeno 300.000 euro l'uno. Un'escalation continua, cominciata quattro anni fa a Foggia quando un tir che trasportava medicinali per un valore di 2 milioni di euro fu assaltato da un commando e svuotato. Solo una parte della refurtiva è stata recuperata, il resto è finito sul mercato estero. Proprio come avviene in tutti gli altri casi. Perché i nostri farmaci salvavita, una volta depredati, vengono rivenduti attraverso canali paralleli che conducono direttamente in Africa, Cina e Sud-Est asiatico. Ma anche nell'Europa dell'Est, soprattutto in Lettonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Albania. Anche se gli inquirenti hanno scoperto nicchie di acquisto illegale anche in Germania, Francia, Gran Bretagna, Grecia e Olanda. Intanto le mafie fanno affari d'oro, a danno dei malati e dei contribuenti italiani. Le razzie prendono di mira ospedali, farmacie ospedaliere, depositi, ma anche camion adibiti al trasporto. Negli ultimi 16 mesi nella sola Puglia sono stati compiuti 19 colpi, tutti per impadronirsi di medicine estremamente costose e da somministrare a pazienti affetti da gravi patologie. I malviventi vanno a colpo sicuro: arrivano con una lista dei prodotti da sottrarre, celati da passamontagna e tute mimetiche per sfuggire all'occhio delle telecamere. Grazie a tecniche paramilitari, sfondano porte, scardinano serrature e abbattono gli armadi blindati, contando anche sull'aiuto di talpe puntualmente attive all'interno delle strutture. Così riescono a portare via confezioni che possono costare da 2 a 4.000 euro ciascuna. Ma che, in assenza di opportuni metodi di conservazione, non sono più utilizzabili. Nonostante questo, i casi si moltiplicano. L'ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto ad Ancona pochi giorni fa. Questa volta è stata assaltata la farmacia dell'ospedale regionale di Torrette: un commando ha forzato la grata della finestra durante la notte e, nel giro di pochi minuti, rubato farmaci anti hcv, anti hiv, anti fibrosi cistica e antitumorali. Un bottino ricchissimo, oltre 200.000 euro. E solo nello scorso luglio lo stesso deposito era già stato «ripulito», nell'occasione il danno venne quantificato in una cinquantina di migliaia di euro. Le forze dell'ordine non stanno con le mani in mano, anche se arginare il fenomeno è complicato, Risale infatti a poche settimane fa l'operazione Dawaa, coordinata dalla Procura della repubblica a Cremona e condotta dal Nas dei carabinieri. In manette sono finite 14 persone: fra il 2017 e il 2018 avevano depredato farmacie ospedaliere, aziende sanitarie e magazzini farmaceutici fra Cremona, Lodi, Milano, Piacenza, Bologna, Napoli e Salerno. Il blitz ha permesso di recuperare 824 confezioni di medicinali per un ammontare di quasi 4 milioni di euro. Il maggior numero di colpi avviene comunque al Sud. Come la razzia del 12 giugno scorso nella farmacia del punto di prima assistenza di Grumo Appula (Bari), che ha fruttato circa 100.000 euro di flaconi, fiale e blister contenenti sostanze molto costose. Un furto fotocopia rispetto a quello avvenuto esattamente un mese prima all'interno della stessa struttura, quando i ladri portarono via più di 200.000 euro di medicinali antitumorali. Che, una volta rubati, rischiano di essere buttati nella spazzatura perché conservati in modo non opportuno o scaduti. Basti pensare che lo scorso 20 agosto la polizia ha scoperto, in una villetta disabitata alla periferia di Bari, 300.000 euro di farmaci per combattere l'infertilità femminile: erano tutti deperiti e inservibili. E così ogni anno un fiume di denaro viene sottratto alle casse della Sanità per finire nelle tasche della malavita organizzata.