2020-09-10
La prof Cartabia ha già la cattedra in Bocconi
La presidente uscente lascerà la Consulta domenica, ma sul sito dell'ateneo privato compaiono i corsi che terrà. Come anticipato dalla «Verità», qui pianificherà il proprio futuro, con un occhio al Quirinale. La nuova toga nominata è coautrice del contiano Guido Alpa.Marta Cartabia lascerà la Consulta domenica prossima. L'ultima, mediaticamente celebratissima e autoelogiativa udienza, l'ha svolta ieri l'altro. Ma non resterà con le mani in mano. Come La Verità aveva anticipato a giugno, la prima donna a capo della Corte costituzionale approderà a una cattedra dell'Università Bocconi di Milano. Nelle sue intenzioni, quello accademico sarebbe un passaggio intermedio nella corsa verso Palazzo Chigi (qualora un incidente nella maggioranza giallorossa riportasse d'attualità un esecutivo d'emergenza), ma, soprattutto, verso il Quirinale. Forse è per questo - o forse perché noi avevamo illustrato il disegno, un po' fantapolitico, della giurista - che l'arrivo alla Bocconi è passato in sordina. Lunedì 31 agosto, Il Sole 24 Ore, nella cronaca dell'intervento del magistrato al premio speciale Cultura politica di Castiglioncello, scriveva che la Cartabia, «dal 14 settembre, tornerà al suo incarico universitario alla Bocconi». Tornerà? Si torna dove si è già stati. E lei non insegnava alla Bocconi, bensì alla Bicocca. Un lapsus? Due università milanesi, con tante «c» di mezzo, hanno indotto in confusione i reporter del Sole? O, per una volta, la studiosa lombarda vuole schivare i riflettori? A giugno scrivevamo che l'ideatore dell'operazione sarebbe il presidente dell'ateneo privato meneghino, nonché ex presidente del Consiglio, Mario Monti. Allora, l'economista non aveva voluto confermare la notizia: «Ho fatto male a rispondere al telefono», ci aveva replicato, con la consueta ironia da intelligenza artificiale. Formalmente, il conferimento dell'incarico doveva spettare al rettore, Gianmario Verona. Adesso, sul sito della Bocconi compaiono gli insegnamenti, compresi di orari, di cui sarà titolare la Cartabia: diritto costituzionale italiano ed europeo e advanced constitutional law - constituional justice. In fondo, la professoressa, colei che ha «rotto un vetro di cristallo» alla Corte, è ormai un'autorità nel settore. Certo, nel cursus honorum trova un elemento di disturbo: Giuseppe Conte. La presidente della Consulta, come il suo king maker, Sabino Cassese (intervenuto persino al cosiddetto convegno dei negazionisti di Vittorio Sgarbi e Armando Siri), aveva duramente criticato i Dpcm del premier, suscitando le ire dei grillini: «Si scordi il Quirinale», era il virgolettato che La Stampa aveva attribuito ai pentastellati dopo le sortite della Cartabia. In quella fase, Conte appariva infiacchito, mal tollerato da Sergio Mattarella e da un bel pezzo di quell'establishment che in lui aveva visto il collante tra le forze politiche capaci di bloccare l'ascesa della destra. Ora le cose sono un po' cambiate. Il capo dello Stato è sempre scettico, ma meno disponibile a sfrattare l'inquilino di Palazzo Chigi. Pure Monti, indicato come sponsor della studiosa alla Bocconi, tutto sommato ha «assolto» il suo successore. E Giuseppi, ex avvocato degli italiani, è diventato abilissimo a fare l'avvocato di sé stesso, a sminuire il suo principale concorrente, Mario Draghi («È stanco»), addirittura a tentare di bruciare a Mattarella un eventuale bis. Non è da escludere che, nella scalata al Colle, la Cartabia trovi un insidioso sfidante proprio nell'attuale, vanesio e ambizioso presidente del Consiglio.È singolare, comunque, che l'eredità culturale di un magistrato, entrato alla Consulta in quota Comunione e liberazione, consista nella parziale abrogazione del reato di aiuto al suicidio, nell'ultimatum al Parlamento affinché approvi una legge sull'eutanasia, e nel trionfo di retorica e prassi femministe. La Corte costituzionale, a tal proposito, continua a colorarsi di rosa. Il capo dello Stato, ieri, ha nominato, in sostituzione della Cartabia, un nuovo giudice: si tratta di Emanuela Navarretta, professoressa di diritto privato all'Università di Pisa. Sicuramente meno mediatica della collega di cui prende il posto, la Navarretta vanta lo stesso credenziali illustri: nel 2015, per i tipi di Giuffrè, ha curato il volume Crisi finanziaria e categorie civilistiche con Guido Alpa, il mentore scientifico, professionale e politico di Giuseppe Conte. Il giuramento della Navarretta avverrà la prossima settimana, con quello di Angelo Buscema, scelto dalle toghe della Corte dei conti, al vertice della quale era rimasto fino a luglio. Dopodiché, la Consulta dovrà scegliere un nuovo presidente. In pista, dopo la Cartabia, ci sono due donne: Silvana Sciarra (esperta di diritto del lavoro) e Daria de Pretis (amministrativista).Nel frattempo, la Corte si digitalizza e lancia un'app dedicata. A dire il vero, le spunte per iscriversi ai canali, ieri, non funzionavano. Per il resto la piattaforma ha una grafica accattivante. Sicuramente è un esperimento riuscito meglio dei barbosissimi podcast sulla Costituzione. L'app è il prodotto di punto della svolta pop impressa dalla presidente uscente, alla quale l'operazione simpatia doveva tornare utile in caso di lancio politico. Il primo tassello, la Cartabia, l'ha messo alla Bocconi. Però la strada non sarà in discesa.