2022-07-16
«La presunta “talpa” avvicinò Palamara per offrirgli 3 prove del complotto»
Luca Palamara. Nel riquadro, Raffaele Guadagno (Ansa)
Il cancelliere, sospettato di aver passato notizie ai giornali, incontrò un uomo di fiducia dell’ex pm imputato per corruzione.La presunta talpa che agiva dentro la procura di Perugia, ovvero l'ex segretario della Direzione distrettuale antimafia cittadina Raffaele Guadagno, nel novembre del 2021 avrebbe incontrato nel capoluogo umbro una persona di fiducia di Luca Palamara. E gli avrebbe riferito questa ambasciata: era disposto a portare all'ex presidente dell'Anm le prove che dentro agli uffici giudiziari perugini stavano tramando contro di lui. E quali sarebbero stati questi riscontri? Innanzitutto Guadagno avrebbe informato (per interposta persona) Palamara dell’esistenza di una richiesta di astensione dal procedimento per corruzione contro di lui. A firmarla sarebbe stata la pm Gemma Miliani che l’avrebbe presentata all’ex procuratore Luigi De Ficchy. La richiesta, di cui i giornali non hanno mai dato notizia, sarebbe stata motivata dai rapporti di amicizia che intercorrevano tra la Miliani e la moglie (di cui è stata testimone di nozze) di Cosimo Ferri, l’ex segretario di Magistratura indipendente presente al noto vertice dell’hotel Champagne, il piccolo summit da cui sono iniziati i guai di Palamara.Questa istanza, a quanto risulta alla Verità, sarebbe stata inoltrata realmente dal sostituto procuratore che oggi rappresenta l’accusa contro Palamara in giudizio e non sarebbe stata accolta da De Ficchy, il quale, lo ricordiamo, è andato in pensione subito dopo la perquisizione a carico di Palamara del 30 maggio 2019. Le altre due notizie che Guadagno avrebbe offerto a Palamara non hanno trovato riscontro da parte di chi scrive. La prima riguarderebbe l’esistenza di una trascrizione della cena al ristorante Mamma Angelina del 9 maggio 2019 a cui parteciparono con Palamara, l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, una giudice e un lobbista con rispettivi consorti. Ebbene è sempre stato detto che di quella serata il trojan inoculato nel cellulare dell’ex consigliere di Palazzo dei marescialli non registrò nemmeno una parola. La presunta talpa avrebbe riferito una versione opposta, sempre smentita in Procura. Diceva il vero o tentava semplicemente di ingolosire il suo interlocutore, travolto dalle note vicende giudiziarie?La terza informazione riservata avrebbe riguardato un altro pm titolare del fascicolo Palamara, Mario Formisano, il quale avrebbe aggiornato sull’andamento delle indagini De Ficchy, anche dopo il suo pensionamento. Guadagno avrebbe riferito di aver appreso la circostanza dagli autisti della Procura. Le storie narrate si sono svolte in questi termini? Risponde al vero che l’ex cancelliere del procuratore Nicola Miriano abbia fatto recapitare a Palamara queste informazioni e soprattutto per quale motivo le avrebbe condivise con lui?Una possibile spiegazione, ma si tratta di una semplice ipotesi, è che, lui, narratore di casi giudiziari irrisolti, come la scomparsa del giudice Paolo Adinolfi e l’uccisione del giornalista Mino Pecorelli, fosse interessato a entrare nel circuito editoriale che aveva partorito il best-seller Il Sistema firmato da Palamara. Un’altra supposizione è che l’abboccamento perugino, se confermato dalle indagini, sia giustificato da un sincero moto di solidarietà nei confronti di Palamara in quel momento accerchiato dai pm perugini.Noi ci limitiamo a registrare che subito dopo la vicenda dell’hotel Champagne Il Fatto quotidiano pubblicò un articolo così intitolato: «Csm, Magistratura Indipendente blinda i suoi: “No dimissioni”. E prende distanze da Ferri: “Stop ai contatti con i politici”». Guadagno inserì su Facebook un commento («La prima parte mi trova d’accordo») che lasciava trasparire una certa empatia con i partecipanti al dopocena successivamente espulsi da Palazzo dei marescialli.Palamara, contattato dalla Verità non smentisce la notizia dell’avvicinamento da parte dell’ex cancelliere, ma taglia corto: «Preferisco non rilasciare dichiarazioni su un episodio molto delicato». La presunta talpa, impiegato dell’ufficio esecuzioni, entrava nel sistema informatico della Procura con le proprie vecchie credenziali, rimaste invariate, di quando lavorava come assistente dei magistrati. E con quelle password avrebbe fatto numerosissimi accessi non autorizzati a fascicoli d’inchiesta che non lo riguardavano.Fonti investigative ci parlano espressamente di un «personaggio molto più potente di quanto si possa immaginare» e ci avvertono che potremmo trovarci di fronte a un vero e proprio «verminaio».Chi conosce bene Guadagno sorride di fronte a questa descrizione della situazione e parla solo di un uomo innamorato del proprio lavoro e dei suoi libri. Anche se i numerosi contatti, magistrati e giornalisti, adesso sono molto preoccupati di quanto potrà emergere dall’analisi dei dispositivi elettronici che gli sono stati sequestrati dai carabinieri del Comando provinciale di Perugia e dal comparto della Polizia postale.Ricordiamo che il giro di amicizie dell’impiegato (almeno quelle social) è un piccolo almanacco delle «belle lettere» progressiste. Personaggi tutt'altro che comuni nell'orizzonte di un ex cancelliere ancorché appassionato di cold case. Su Facebook è infatti in contatto con giornalisti d'inchiesta e reporter di quotidiani nazionali. Ma anche documentaristi e tanti magistrati, ovviamente. Ci sono poi editor e agenti letterari e presentatori tv. E una piccola, ma nutrita pattuglia di politici del Casertano, territorio da cui Guadagno proviene.La perquisizione a casa dell’indagato (per accesso abusivo e rivelazione di segreto), lunedì pomeriggio, è avvenuta alla sola presenza della figlia che ha consegnato il pc del genitore agli investigatori. In serata il padre e la madre, che si trovavano a Milano, sono ritornati in Umbria e Guadagno è stato ricoverato per un malore. Il mattino successivo ha consegnato agli operatori il proprio cellulare mentre si trovava ancora in ospedale. Ma, sempre martedì, gli investigatori hanno recuperato un secondo telefonino affidato a una persona che non farebbe parte della cerchia famigliare. Ovviamente l’episodio ha attirato l’attenzione sul contenuto del dispositivo di cui il dipendente della Procura (prossimo alla pensione), secondo l’accusa, avrebbe provato a disfarsi.Nel frattempo gli inquirenti stanno scandagliando il passato del dipendente e stanno approfondendo un altro episodio ritenuto d’interesse della vita professionale di Guadagno. L’uomo nel febbraio del 2016 sarebbe stato sentito a sommarie informazioni testimoniali dopo essere stato sorpreso a fotocopiare documentazione «sensibile» (si parla di corrispondenza) e per questo sarebbe stato messo sotto torchio dal procuratore De Ficchy e dall’allora aggiunto Antonella Duchini, poi travolta da un’inchiesta giudiziaria. Subito dopo quell’aspro confronto con i superiori, il 7 febbraio 2016, Guadagno venne colpito dall’ictus cerebrale che da allora ha segnato la sua vita.