2021-05-12
La pressione per riaprire aumenta. Ma c’è il solito ostacolo: Speranza
Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti ed Elena Bonetti (Iv) chiedono di discutere orari e coprifuoco questa settimana. Dal centrodestra di governo mozione per le cene al chiuso e i centri commerciali. Il partito dei chiusuristi, però, fa ancora blocco.Continua il braccio di ferro nel governo e nella maggioranza sulle riaperture e lo spostamento in avanti di un'ora o due del coprifuoco. Nella serata di ieri la Verità ha appreso da Palazzo Chigi che la cabina di regia su coprifuoco e riaperture non si terrà questa settimana, ma la prossima, lunedì 17 maggio. Il segnale di Draghi ai partiti è il seguente: il come e il quando allargare le maglie delle restrizioni verrà deciso dal premier, impegnatissimo in questi giorni sul fronte degli sbarchi dei clandestini. Tra l'altro, lo spostamento del coprifuoco alle 23 o alle 24 non ha bisogno di particolari preparativi, e dunque la decisione potrebbe arrivare anche immediatamente dopo il vertice tra Draghi e i capidelegazione dei partiti di maggioranza. «La cabina di regia», dice alla Verità una fonte di governo, «si terrà lunedì. Il presidente Draghi vuole riaprire per non chiudere più. Nessuna marcia indietro, come vorrebbe far intendere il ministro della Salute, Speranza».La notizia arriva al termine di una giornata di ordinaria confusione nel governo e nella maggioranza, iniziata durante il vertice mattutino del premier Mario Draghi con i capidelegazione dei partiti che lo sostengono: i ministri dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega), del Lavoro Andrea Orlando (Pd), degli Affari regionali Mariastella Gelmini (Forza Italia), delle Politiche agricole Stefano Patuanelli (M5s), delle Pari opportunità Elena Bonetti (Italia viva) e della Salute Roberto Speranza (Leu). Alla riunione, dedicata al decreto Sostegni bis, partecipa anche il ministro dell'Economia, Daniele Franco.Il tempo stringe: sembra ormai certo che, dopo aver esaminato i dati del monitoraggio di venerdì prossimo, il coprifuoco verrà spostato alle 23 o alle 24 e saranno ammorbidite le restrizioni per alcune attività produttive, a partire dall'apertura dei centri commerciali nei fine settimana e dalla possibilità per i bar di servire le consumazioni al banco anche al chiuso, occorre iniziare immediatamente a discutere dei passi da fare e dell'andamento dei contagi e delle vaccinazioni. Ancora incerto il destino di bar e ristoranti con posti solo al chiuso, ancora completamente fermi. Così, durante la cabina di regia dedicata al decreto Sostegni bis, la prima ad andare «fuori tema» e a sollevare l'argomento coprifuoco-riaperture, è il ministro Gelmini, seguita a ruota da Giorgetti e dalla Bonetti. «Ci siamo impegnati», dice la Gelmini, «a valutare l'andamento dei contagi e della campagna vaccinale entro questa settimana, per valutare riaperture e coprifuoco. Il tempo stringe». Silenzio da parte di Speranza, Orlando e Patuanelli. «Il tema della necessità e urgenza delle aperture», fa sapere Giorgetti attraverso una nota, «condiviso ed espresso dalla Lega, è stato sollevato dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, durante l'incontro che si è svolto oggi (ieri, ndr) a Palazzo Chigi. L'esigenza di una revisione delle norme attuali, posta anche a nome dei ministri Massimo Garavaglia ed Erika Stefani, sarà oggetto di una rivalutazione, sulla base dei dati», precisa Giorgetti, «nel corso di questa settimana».Solo nel pomeriggio, il Pd si accoda, mentre nel M5s lo sbando è totale: negli ultimi giorni, pubblicamente e ripetutamente, solo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha posto il tema della necessità, se i dati lo consentiranno, di ridare respiro alle attività produttive.Il centrodestra di governo fa un ulteriore importante passo in avanti, presentando una mozione al Senato firmata dai capigruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini e della Lega, Massimiliano Romeo, e dagli esponenti dell'Udc, Antonio De Poli e di Cambiamo, Paolo Romani. La mozione impegna il governo, tra l'altro, a «assumere ogni utile iniziativa volta superare l'attuale regime del coprifuoco, in linea con quanto fatto dagli altri paesi europei» e a «prevedere un'anticipazione delle riaperture e della ripresa delle attività previste per i mesi di giugno e luglio». I quattro partiti chiedono di «riaprire i centri commerciali anche nel fine settimana e permettere in sicurezza l'organizzazione di cerimonie e dei relativi eventuali festeggiamenti», di «consentire nelle zone a basso rischio di contagio in sicurezza la ristorazione al chiuso e consumo di cibi e bevande al banco nelle attività che lo prevedono», di «anticipare la riapertura dei parchi tematici e acquatici attualmente prevista per il primo luglio», e di «prevedere la riapertura al pubblico degli stadi che ospitano gara di sport professionistico il numero di spettatori congruo a garantire la massima sicurezza». Un modo per mettere pressione ai ministri del centrodestra di governo. Mozioni sulle riaperture e il coprifuoco sono state presentate anche da Italia viva e Fratelli d'Italia.A proposito dei parchi di divertimento, la cui apertura è prevista per il 1 luglio, ieri a Roma, in Piazza del Popolo, gestori e lavoratori del settore hanno manifestato per chiedere di anticipare di un mese la data della ripartenza. Oggi, le regioni dovrebbero incontrarsi per elaborare il calendario delle riaperture da sottoporre al governo.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)