2023-08-09
La pm difende il nigeriano killer. «Un atleta. Precedenti? Robetta»
Viviana Del Tedesco (Ansa)
«Aveva solo resistenza a pubblico ufficiale. Droga? Se c’è un’indagine... Che poi quella roba lì bisogna vedere: è vero non è vero... Era una persona corretta, fisicamente spettacolare: si allenava. Doveva fare le Olimpiadi».I precedenti del trentasettenne nigeriano Chukwuka Nweke erano lunghi. Tre arresti, reati che vanno dallo spaccio alla violenza privata, dalla resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni, dal danneggiamento agli atti osceni e persino all’evasione. Nonostante questo elenco la questura di Trento non è riuscito a farlo espellere dall’Italia, anche perché la madre e la sorella dell’uomo hanno la cittadinanza italiana. A noi, e non solo a noi, il quadro sembrava grave ma la procuratrice di Rovereto, Viviana Del Tedesco sembra di tutt’altro avviso. «Non aveva per niente una sfilza di precedenti, non so dove li avete trovati... non ci sono queste sfilze impressionanti», ci dice subito a inizio telefonata. Glieli elenchiamo e quando arriviamo all’«inottemperanza dell’obbligo di firma», ci risponde: «Per quello che mi riguarda quella è un’evasione per andare a fare la spesa...». Poi aggiunge: «Per quanto mi riguarda c’è una cosa vecchia di un quinto comma mi pare a Verona... non aveva nient’altro... cioè... dopo che è stato arrestato aveva i domiciliari, poi l’obbligo di firma... nessun’altra segnalazione, se non l’ultima di luglio, quando ha avuto quel problema (la mancata firma, ndr) che, però, si è risolto immediatamente... non c’è stato altro. A me risulta questo, se a voi risultano tutti quelli potevate dircelo prima così lo sapevamo anche noi». Nweke è additato quasi a modello: «Aveva una puntualità nel fare la firma che se gli studenti di oggi fossero così puntuali a scuola saremmo a cavallo. Era anche collaborativo, una persona assolutamente corretta». Di fronte al nostro sconcerto il magistrato insiste: «A me non risultano tutti questi reati. Il più grave, che poi è l’unico, è quello di agosto, che poi è una resistenza a pubblico ufficiale eh!».La Del Tedesco è sicura del fatto suo: «La Map (la messa alla prova, ndr) l’ha fatta perché è prevista dalla legge, perché appunto sono reati minori. Si segue la legge eh... noi abbiamo fatto tutto correttamente. Quindi per me tutte queste cose che dite sono chiacchiere, francamente basta! Le cazzate non si scrivono ok? La verità è quella che sappiamo... è quella delle carte, dei certificati penali... se poi ci vogliamo inventare qualcosa da scrivere, bene! Io faccio un altro mestiere». In realtà noi non ci siamo inventati nulla. Le certezze della procuratrice non sono scalfite nemmeno dall’indagine per droga collegata alla mafia nigeriana della Squadra mobile di Trento: «Le indagini non lo so se ci sono, che poi non vuol dire niente. Anche lei potrebbe essere indagato in questo momento che ne so?». Alla donna montano i dubbi su quel tipo di investigazioni: «Che poi la droga... quella roba lì, bisogna vedere... è vero, non è vero... arrestato in flagranza con 56 dosi la responsabilità... bisogna vedere... soprattutto in quelle indagini lì... si fa il nome... poi bisogna vedere...». In realtà Nweke è stato arrestato dai poliziotti in flagranza di reato con 56 dosi di eroina e due confezioni di hashish. La riflessione si fa audace: «Se si va in Olanda non è nemmeno considerato reato (ride, ndr) io non so... dai manager ai bancari, tutti...».Nweke per la dottoressa non era una minaccia per nessuno a Rovereto e dintorni: «Questa non era una posizione né pericolosa... lo vedevano… adesso tutti dicono... ma lo si vedeva al parco che si allenava... e poi io non lo so cosa sia successo...».Lei stessa lo vedeva pompare i muscoli ai giardini. «È un uomo che fisicamente è spettacolare. Quello lì doveva andare a fare le Olimpiadi, a fare i mondiali di pugilato, non lo so... mi capisce? Quello lì doveva andare in pista! Sono personaggi molto forti e io lo vedevo sempre... cioè... e non ho visto nessuno all’epoca che dicesse... perché poi abito là... adesso tutti dicono... ma io non ho visto nessuno... si allenava... adesso parlano di tutte quelle robe nei parchi...». La toga riflette a voce alta: «È vero, l'anno scorso ha avuto un eccesso di ira quando è andato a trovare la moglie a casa per vedere i suoi figli… non che avesse fatto... poi adesso vengono fuori che sono agli atti... boh... a me non risulta niente! Se poi le sorelle... potevano occuparsene le sorelle... lei che ne dice?». Che ne diciamo gentile dottoressa, era stato isolato dalla famiglia… «Allora scrivi! Vedi! Fai! E comunque il Tso non lo fa l’autorità giudiziaria, lo fa il sindaco. A me tutto ‘sto casino che è stato scritto non risulta. Uff!».Il magistrato sembra prendersela con i congiunti: «La famiglia dov’ era? Vai nei dormitori, vai a cercare aiuto […] questo in fin dei conti era una persona che i figli non li vedeva». Viveva un’esasperazione? «Sì, esatto... probabilmente era un disperato. Quando è andato dalla sorella […] se avesse trovato ospitalità […] perché alla fine magari voleva vedere i suoi figli... ecco...».Il ragionamento prosegue: «Aveva tre, quattro precedenti (pausa lunga) mah... evasione… parliamo del fatto era andato a fare la spesa... non è mica un'evasione da Alcatraz eh!». Per la procuratrice «evasione» è un parolone: «Non è fuggito dal carcere eh! Dal 41 bis! E questo vuol dire che i controlli ci sono... perché basta che uno rientri un minuto dopo e viene segnalato per evasione...». Del Tedesco azzarda un paragone: «Se va a Napoli, con tutti quelli che hanno... evaderanno sistematicamente...».La toga ci invita a riflettere: «Bisogna valutare in concreto le cose! Una cosa è uno che scappa che va via, che non si fa vedere... un’altra cosa è uno che ritorna cinque minuti dopo perché ha fatto la spesa. Poi il titolo di reato è sempre lo stesso». La procuratrice sembra molto comprensiva: «Era una persona che aveva perso il lavoro, con una famiglia... io ho avuto sempre l’impressione che il suo problema fosse questo». La Del Tedesco ci rivela di non avere la sfera di cristallo: «Non è che noi possiamo prevedere il futuro. Voglio dire… poi bisogna vedere il condizionamento di tutta questa roba... ». Il discorso vira sui possibili disagi psicologici: «I criminali veri… non è che si mettono nel parco in pieno giorno e, contrariamente a quanto è stato detto, risultava privo di qualsiasi problema, cioè... è andato a visita psichiatrica... lo psichiatra ha detto “sta benissimo”. Era uno che faceva un po’ di spettacolo, molleggiava... ma non è che possiamo mettere uno in carcere perché molleggiava... eh? Adesso vengono fuori con queste ricostruzioni… è capitato qui ma poteva capitare da un’altra parte... queste sono cose imprevedibili». Sulla mancata detenzione l’ultimo affondo è sulla riforma Cartabia: «Evidentemente ha sempre fatto tutto correttamente e poi parliamo di questo momento storico... dopo la legge Cartabia... ormai una misura cautelare è impossibile... adesso con la legge Cartabia in carcere non ci vai neanche se... ma se va bene a loro...».Riforme a parte, la difesa di Nweke è totale: «Adesso bisogna per forza dipingerlo come un criminale. Se l’avessi messo dentro allora sì che mi avrebbero contestato un abuso d’ufficio… poi ci sono anche i difensori eh! Se uno va in carcere e l’avvocato a un certo punto chiede l’attenuazione della misura non è che io posso dirgli di no a prescindere. Per dire di no devo avere un motivo perché è previsto dalla Costituzione... dall’articolo 27... quindi devi ridurgliela la misura... per dire di no devo dire che ha avuto qualche problema... che in carcere non ha osservato... a me qua sembra che sia andato tutto bene.Evidentemente c’era un obbligo di firma violata... ma bisogna vedere tutto prima di aprire bocca... ripeto è uno che ha sempre sempre rispettato... ed era sempre sotto controllo... non è che si allontanava... era sempre lì! Sì era lì che si ciondolava... aveva questi atteggiamenti un po’ teatrali! Sarà stato strambo... ma era sempre lì... frequentava sempre gli stessi posti... era un pover’uomo... se si faceva lavorare... adesso aveva un lavoro... poteva recuperare... è facile sparare a zero... poi ci sono esseri umani dietro alle cose... bisogna valutare i problemi prima di attaccare... vediamo chi è, cosa ha fatto, guardiamo anche l’uomo. Adesso son tutti bravi, ma se fossimo stati al suo posto?». La Del Tedesco forse si rende conto di essersi trasformata in un avvocato difensore e conclude: «Questo non è che giustifica eh! Però questo per dire che la sua domanda non è pertinente! Capisce?». A fatica, cara dottoressa.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro (Getty Images)
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato alle forze armate di essere pronte ad un’eventuale invasione ed ha dispiegato oltre 200mila militari in tutti i luoghi chiave del suo paese. il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez sta guidando personalmente questa mobilitazione generale orchestrata dalla Milizia Nazionale Bolivariana, i fedelissimi che stanno rastrellando Caracas e le principali città per arruolare nuove forze.
L’opposizione denuncia arruolamenti forzati anche fra i giovanissimi, soprattutto nelle baraccopoli intorno alla capitale, nel disperato tentativo di far credere che la cosiddetta «rivoluzione bolivariana», inventata dal predecessore di Maduro, Hugo Chavez, sia ancora in piedi. Proprio Maduro si è rivolto alla nazione dichiarando che il popolo venezuelano è pronto a combattere fino alla morte, ma allo stesso tempo ha lanciato un messaggio di pace nel continente proprio a Donald Trump.
Il presidente del Parlamento ha parlato di effetti devastanti ed ha accusato Washington di perseguire la forma massima di aggressione nella «vana speranza di un cambio di governo, scelto e voluto di cittadini». Caracas tramite il suo ambasciatore alle Nazioni Unite ha inviato una lettera al Segretario Generale António Guterres per chiedere una condanna esplicita delle azioni provocatorie statunitensi e il ritiro immediato delle forze Usa dai Caraibi.
Diversi media statunitensi hanno rivelato che il Tycoon americano sta pensando ad un’escalation con una vera operazione militare in Venezuela e nei primi incontri con i vertici militari sarebbe stata stilata anche una lista dei principali target da colpire come porti e aeroporti, ma soprattutto le sedi delle forze militari più fedeli a Maduro. Dal Pentagono non è arrivata nessuna conferma ufficiale e sembra che questo attacco non sia imminente, ma intanto in Venezuela sono arrivati da Mosca alcuni cargo con materiale strategico per rafforzare i sistemi di difesa anti-aerea Pantsir-S1 e batterie missilistiche Buk-M2E.
Dalle immagini satellitari si vede che l’area della capitale e le regioni di Apure e Cojedes, sedi delle forze maduriste, sono state fortemente rinforzate dopo che il presidente ha promulgato la legge sul Comando per la difesa integrale della nazione per la salvaguardia della sovranità e dell’integrità territoriale. In uno dei tanti discorsi alla televisione nazionale il leader venezuelano ha spiegato che vuole che le forze armate proteggano tutte le infrastrutture essenziali.
Nel piano presentato dal suo fedelissimo ministro della Difesa l’esercito, la polizia ed anche i paramilitari dovranno essere pronti ad una resistenza prolungata, trasformando la guerra in guerriglia. Una forza di resistenza che dovrebbe rendere impossibile governare il paese colpendo tutti i suoi punti nevralgici e generando il caos.
Una prospettiva evidentemente propagandistica perché come racconta la leader dell’opposizione Delsa Solorzano «nessuno è disposto a combattere per Maduro, tranne i suoi complici nel crimine. Noi siamo pronti ad una transizione ordinata, pacifica e che riporti il Venezuela nel posto che merita, dopo anni di buio e terrore.»
Una resistenza in cui non sembra davvero credere nessuno perché Nicolas Maduro, la sua famiglia e diversi membri del suo governo, avrebbero un piano di fuga nella vicina Cuba per poi probabilmente raggiungere Mosca come ha già fatto l’ex presidente siriano Assad.
Intanto il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso preoccupazione per i cittadini italiani detenuti nelle carceri del Paese, sottolineando l’impegno della Farnesina per scarcerarli al più presto, compreso Alberto Trentini, arrestato oltre un anno fa.
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