
Un delizioso frutto che accompagna la storia dell'uomo fin dal Neolitico. Per gli antichi romani regalarne un alberello era augurio di felicità. Per i celti fu una pianta sacra. Il suo ramo è diventato simbolo dell'Organizzazione mondiale della sanità.Vi sono state generazioni che si sono avvicinate al loro mondo attraverso le storie di Cip e Ciop, i simpatici scoiattolini che ne facevano golosa provvista negli anfratti delle loro tane. Era tradizione che, prima di andare a scuola, le mamme preparassero una bella fetta di pane spalmata con una magica crema a base di cioccolato e nocciole. Questo delizioso frutto della natura accompagna la storia dell'uomo dalla notte dei tempi. Pollini fossili di nocciole risalenti al Neolitico sono stati trovati in Cina. Per gli antichi romani regalare una piantina di nocciolo era bene augurio di felicità e fecondità. Il loro attuale nome, corylus avellana, lo si deve a Lucio Columella che le aveva descritte nel suo De re rustica. Dal greco corys (elmo) per il cappello fogliare in cima al frutto e da Avella, antica città irpina, già allora famosa per le sue estese coltivazioni di noccioleti. Con un loro rametto si estraevano i parassiti da sottocute, avvolgendoli lentamente. Forse è anche per questo che un ramo di nocciolo è diventato simbolo dell'Organizzazione mondiale della sanità, con un serpente avvolto attorno. Da sempre i pastori accompagnavano il loro passo con un bastone di questa pianta, amuleto contro pericolosi incontri con serpi velenose. Rami di nocciolo utili rabdomanti per individuare fonti di acqua dove costruire i pozzi per le cascine di campagna. Tramite i legionari romani il nocciolo arrivò nelle terre d'Albione tanto da diventare una sorta di pianta sacra nella cultura celtica. Per i druidi le chiazze rossastre della livrea dei salmoni erano frutto del loro essere golosi di nocciole che cadevano lungo le acque dei torrenti. Leggenda narra che Cenerentola chiese in dono al suo papà una piantina di nocciolo che andò a deporre sulla tomba dell'amata mamma. Pianta che crebbe rigogliosa. Tra le sue fronde aveva posto il nido un uccellino il quale, ascoltandone i desideri, le fece trovare il vestito e le scarpette di vetro che le permisero poi di incontrare il suo principe azzurro. Il resto della storia la conosciamo tutti. Il medioevo fu epoca oscura anche per il nocciolo, accusato di essere strumento di riti demoniaci. Ma con il rinascimento avvenne il riscatto. Immortalato in dipinti di Andrea Mantegna e Giuseppe Arcimboldo. Nocciole presenti alla mensa vaticana, posto che ne era particolarmente goloso papa Leone X. Il grosso impulso alla sua coltivazione avvenne nella seconda metà dell'Ottocento. In seguito all'embargo imposto da Napoleone nel 1806 ai prodotti importati dall' impero inglese, venne meno il cacao. Il cioccolato era diventato golosa tradizione in terra sabauda e fu così che le nocciole iniziarono a diventarne la dolce metà. Tra i pionieri Michele Prochet e Pierre Paul Caffarel. Ebbero l'intuizione di confezionare un cioccolatino a forma di barchetta rovesciata che, inizialmente, venne chiamato givu (mozzicone di sigaro). Si iniziò a distribuirlo nei giorni del carnevale, per mano della maschera locale, Gianduja. Fu tale il successo che venne ribattezzato giandujotto. Il primo cioccolatino ad essere venduto avvolto in carta stagnola. La tonda gentile delle Langhe è la varietà più apprezzata, anche se rappresenta solo un quinto della produzione nazionale. Un tempo veniva raccolta dalle nizurere, le donne dedicate, posto che nocciola, in piemontese, recita nizura. Vi è stata chi, con le nocciole, componeva delle piccole collane molto ricercate dai fidanzati quale bene augurio per una vita insieme. Caterina Campodonico, detta Cattainin dae reste (così si chiamavano queste collanine) è stata una genovese passata alla storia. La vita non era stata generosa con lei e, quindi, quale riscatto a futura memoria, investì tutti i suoi risparmi per farsi preparare una statua in autentico marmo di Carrara da un maestro dell'epoca, Lorenzo Orengo. La sua vita riassunta in versi da Giambattista Vigo. Ancora oggi la statua di Caterina è meta di turisti e curiosi in una delle ali storiche del cimitero ligure. Nel Piemonte collinare la corilicoltura è valida alternativa alla coltivazione della vite. Cortemilia, poco più di 2.000 abitanti, ne è la capitale. Qui ha sede il museo della nocciola. Vi è una sagra di lunga tradizione, Nel 2000 è stata fondata la Confraternita i cui membri indossano una mantella ovviamente di colore nocciola e portano al collare il medaglione del marchesato di Cortemilia posto che qui, un tempo, operava una zecca la cui moneta aveva corso legale in gran parte della regione. Ogni anno vengono nominati gli ambasciatori di questa ricchezza locale. Volti che non hanno bisogno di presentazione. Da Bruno Pizzul a Giorgio Calabrese, il noto medico nutrizionista. Chiamati a testimoniare, nel mondo, le mille virtù della nocciola. Posto che è ricca di minerali, vitamine. Il suo acido oleico ottimo spazzino del colesterolo cattivo. Nocciolo utile anche nella fitoterapia e nella cosmesi. I decotti delle sue foglie hanno una buona capacità cicatrizzante. Olio utile nelle maschere facciali, un tempo usato anche per combattere la calvizie. La maggiore produzione la si trova tra Lazio e Campania. In particolare a Giffoni (patria del famoso festival cinematografico per ragazzi) ha sede l'associazione Città della Nocciola, fondata nel 2004. Vi partecipano oltre 200 Comuni di sette regioni con l'obiettivo di favorire, attraverso questo prodotto, la valorizzazione turistica. Meritoria, in questo senso, la testimonianza della Festa della nocciola delle Langhe, sotto l'abile regia dello chef stellato Damiano Nigro. Ogni anno vengono invitati cuochi italiani e stranieri i quali portano i rispettivi ingredienti per maritarli al meglio con le nocciole langarole. Ecco allora il siciliano Pino Cuttaia come lo svedese Goran Amnegard. In cucina, con le nocciole, oramai si può viaggiare a tutto pasto. Troviamo i fiori di zucca «in carrozza», fritti e farciti con acciuga e mozzarella, poi ammorbiditi con bagna cauda e cosparsi di fine granella di nocciola. I golosi capunet, involtini di foglie di cavolo, ripieni di salsiccia e collo di maiale, grana e uova. Messi in teglia e ricoperti di bra e nocciole. Il risotto con le nocciole può mantecarsi con taleggio, ma anche con fontina o raschera, a secondo dell'estro della cucina. Le nocciole in salsa ci stanno bene con tagli di pasta diversa, e pure ripiena, come i pansoti liguri, al posto delle più tradizionali noci. Il filetto di salmone in crosta di nocciole sta diventando un classico. Nelle colline langarole un piatto di tradizione come la peperonata e salsiccia spesso veniva abbellito al gusto con qualche granello di salsa di nocciole. Il tocco tristellato di Massimiliano Alajmo propone un cuore di costata di vitello con purea alle nocciole. Giunti al dessert è una marcia trionfale. Componenti fondamentali del salame al cioccolato, in Piemonte nobilitato al rango di salame del Papa, per via dell'essere avvolto in una rete di plastica. La cassata avellana è l'equivalente irpino della cassata siciliana. A Natale come negarsi la variante nocciolata del panettone, e così pure con l'uovo di Pasqua, ricoperto dell'intrigante granella. Il goloso bunet, una specie di budino con caffè e amaretti. Nella biscotteria e dolceria non c'è che l'imbarazzo della scelta. Troviamo i brutti ma buoni come i famosi baci perugini che fanno il paio con i baci di dama. Ci sono i cremini di varia fatta per non parlare del torrone che trova innumeri elaborazioni a tutta penisola. I maestri gelatieri confessano che, tra le diverse varianti, quella alla nocciola rimane sempre la più richiesta. Ci sarebbe poi la storia della crema al cioccolato e nocciole, un altro dream team di creazioni golose, frutto di aziende e piccoli artigiani con le loro storie di cui è ambasciatrice universale l'impareggiabile Nutella, tanto che uno dei suoi refrain è, guarda caso, «che mondo sarebbe senza Nutella».
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.
Ansa
Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».





