2025-05-08
La Meloni fissa gli obiettivi. «Spesa in armi al 2% del Pil ma la Nato guardi al Sud»
Il capo del governo in Senato: «I giudici vogliono riportare in Italia immigrati colpevoli di violenze sessuali e su minori». E rilancia il premierato: «La madre di ogni riforma».Dieci domande, circa due ore. A Palazzo Madama il primo a interrogare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel quarto premier time dall’inizio del suo mandato è il leader di Azione Carlo Calenda. Tema Difesa. «L’Italia raggiungerà nel 2025 il target del 2% del Pil» ha garantito la Meloni, spiegando che «senza Difesa non c’è sicurezza e senza sicurezza non c’è libertà». «L’Italia e l’Unione europea devono rafforzare le proprie capacità difensive per poter rispondere alle responsabilità in ambito Nato» ha aggiunto. «Lo ribadisco in questa sede con la coerenza di chi da patriota ha sempre sostenuto un principio semplice: la libertà ha un prezzo e se fai pagare a un altro la tua sicurezza non sei tu a decidere pienamente del tuo destino e non c’è la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali». E considerando giuste le osservazioni di Calenda che sottolineava quanto i confini da difendere non siano più solamente quelli nazionali, ma anche quelli di nazioni spostate più a Est risponde: «Pur rimanendo al fianco dei nostri alleati orientali, io penso che sia arrivato anche il momento in cui la Nato prenda in maggiore considerazione il fianco Sud dell’Alleanza che pur è particolarmente importante. Soprattutto in un tempo di minacce ibride, dal punto di vista di questo governo rafforzare la Difesa non vuol dire semplicemente occuparsi di potenziare gli armamenti, cosa che pure ovviamente è fondamentale. Significa di più: significa difesa dei confini, lotta al terrorismo, controllo del cyberspazio, significa presidio del dominio sottomarino e delle infrastrutture critiche, significa protezione delle catene del valore». Circa i fondi da utilizzare per la difesa è chiara: «Non intendiamo usare i fondi di coesione». Chiara come «l’identità della politica estera italiana» rivendica il premier, che ha «smentito chi parlava di un isolamento dell’Italia». Costretta a risponderne ancora, ribadisce: «La collaborazione con gli Stati Uniti non è un favore a Trump». Sul Medio Oriente conferma la linea per la «fine delle ostilità. La prospettiva di due Stati e l’appoggio al piano di ricostruzione di ricostruzione a Gaza».«Stiamo andando avanti con determinazione sull'attuazione del Protocollo Italia-Albania» sottolinea rispondendo a Lucio Malan, presidente di Fdi al Senato. «Alla fine di questa settimana oltre il 25% dei migranti trattenuti in Albania sarà già stato rimpatriato in tempi che sono molto veloci, a dimostrazione di come la strategia e le procedure che abbiamo messo in campo nonostante i tentativi di bloccarle per ragioni chiaramente ideologiche, stanno funzionando». Poi sul Cpr in Albania ha evidenziato: «I Tribunali pare stiano disponendo il ritrasferimento in Italia, ove il migrante avanzi una domanda di protezione internazionale anche quando questa sia manifestamente infondata. Mi corre l’obbligo di condividere con voi quale sia il curriculum di queste persone a cui dovremmo considerare di dare protezione internazionale: quasi tutti i migranti trasferiti in Albania si sono macchiati di reati molto gravi, tra cui si annoverano furti, rapine, porto abusivo d’armi, tentati omicidi, violenze sessuali, pedopornografia, adescamento di minore, atti osceni in prossimità di minore. Qualcuno vuole a ogni costo far restare queste persone in Italia, noi invece vogliamo rimpatriarle». Sulla lista dei Paesi sicuri dell’Unione europea commenta soddisfatta: «Un’ottima notizia». Così come trova «molto significativa la proposta della Commissione europea di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del nuovo Patto di migrazione e asilo. Anche qui si conferma che evidentemente non eravamo nel torto». In tema di affari interni il punto debole del governo resta il ceto medio. Meloni lo riconosce: «noi siamo partiti dai nuclei economicamente più fragili, abbiamo cercato di aiutarli a recuperare il potere d’acquisto perso. Penso che qui la sfida sia ampliare gradualmente la platea dei soggetti interessati e concentrarsi ora sul ceto medio». Obiettivi che devono essere sempre più ambiziosi anche «a sostegno delle famiglie». Per aiutarle le ricordano che è necessario agire ancora anche sulle bollette su cui grava il caro energetico. «L’obiettivo è abbassare strutturalmente i costi dell’energia che pesano sulle famiglie come macigni», è la sua risposta. In un duello acceso con l’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, risponde alla sua unica domanda così: «Sono favorevole alle preferenze», cogliendo l’occasione per tornare sulle riforme. «Il premierato sta andando avanti, io continuerò a considerarlo la madre di tutte le riforme. Dipende dal Parlamento, ma la maggioranza è intenzionata a procedere in maniera spedita, come sulla riforma della giustizia». Sulla sanità, problema annoso per il quale di recente la sinistra ha deciso di mostrare un ricco interesse, Meloni ricorda: «Devo fare io un appello alle Regioni. Noi ogni anno stanziamo delle risorse, non gestiamo quelle risorse per le liste d’attesa. Le gestiscono le Regioni. Ma la responsabilità, per quello che riguarda voi, è tutta del governo».