
L'idea di incentivare i cittadini a farsi tracciare totalmente va di moda tra i governi rivoluzionari. La «carta della patria» venezuelana promette ricchi premi a chi la usa. E permette al regime di punire meglio i nemici.Carte di credito, bancomat e tessere elettroniche d'ogni risma piacciono ai governi di tutto il mondo, non solo al ministro Roberto Gualtieri. Cosa trovano di tanto interessante negli strumenti digitali? Anche se le finalità sono spesso diverse, l'intento fa sempre rima con monitorare. In Italia la tecnologia dovrebbe servire per arginare l'evasione fiscale e battere scontrini, coronando così il sogno inseguito fin dai tempi del presidente Enrico De Nicola: sbiancare una volta per tutte il nero. Ci dicono che se paghiamo tutti le imposte ne verseremo tutti meno e questo, forse, è pure vero. Ma è anche vero che la grande evasione non passa certo per i contanti e non sarà un pos a fermarla.E poi resta il fatto che i flussi di denaro delle carte sono tracciabili e quindi un grande fratello potrebbe monitorarci. Ovvero ficcare il naso nelle nostre spese, intrusione che con l'uso delle banconote non può avvenire. Infatti per far digerire l'abolizione del cash il ministro promette bonus, rimborsi vari da 100, ma che dico, 200 euro e ricchi premi con la lotteria degli scontrini.Ma nella vastità del mondo c'è chi usa gli strumenti digitali non per lottare contro l'evasione fiscale quanto per bastonare i cittadini, in particolare se oppositori del potere costituito. Uno di questi si chiama Nicolas Maduro, presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela e più semplicemente dittatore. L'uomo con i baffi a capo di uno dei più impoveriti ed indebitati Paesi del pianeta, quello che ha fatto crescere l'inflazione a cifre mai viste: oltre il milione per cento, secondo il Fmi. Ma soprattutto l'autocrate che ha ridotto alla fame il suo popolo e reprime nel sangue qualsiasi forma di contestazione o dissidenza. Si parla di 18.000 venezuelani assassinati dalle squadracce militari negli ultimi tre anni. Torture e violenze sessuali non si contano. database made in chinaEbbene gli strumenti elettronici cari a Palazzo Chigi piacciono molto anche al feroce Maduro. Che, grazie all'interessato aiuto del gigante delle telecomunicazioni cinese Zte corp, ha introdotto a fine 2016 il cosiddetto «carnet de la patria», ovvero una carta d'identità intelligente e insieme una sorta di moderna tessera annonaria che serve per ricevere sussidi, alimenti e benzina. Per invogliare i venezuelani ad aderire, il regime di Caracas ha istituito premi e incentivi in denaro. Per esempio lo scorso maggio tutte le madri iscritte hanno incassato, in occasione della festa della mamma, un bonus da due dollari che equivale a un salario minimo mensile. L'idea italiana di premiare chi striscia la carta viene quindi da lontano.Ma il presidente marxista, da sempre ispirato alla trilogia fame, punizione e paura, è andato oltre: secondo quanto riportato da Reuters, oltre agli incentivi, sta ricorrendo anche ad altri metodi per costringere i cittadini a utilizzare il carnet. Medicine, pensioni, cibo e carburante vengono negati a chi non possiede la tessera di fabbricazione cinese. Insomma, per sopravvivere in un Paese allo stremo bisogna averla in tasca. E infatti 18 milioni di persone, su un totale di 31, hanno già sottoscritto.Ma perché tanta determinazione nell'imporre la carta della patria? Bisogna sapere che la Zte corp, dietro contratto plurimilionario, fornisce anche i server in cui vengono archiviati di dati dei cittadini. Il database raccoglie informazioni quali data di nascita, stato di famiglia, occupazione e salario, proprietà, storia clinica, adesioni politiche e partecipazione alle votazioni. Non solo, vengono anche archiviati dati come la presenza sui social network e se si ha un animale domestico. Si chiamano tecnologie per il controllo dell'identificazione, si leggono schedatura della popolazione.Un occhio dentro l'urnaIl sospetto è che le tessere siano state utilizzate per monitorare i voti dei cittadini nelle ultime elezioni e che, data la quantità e il tipo di informazioni che contengono, le attività registrate possano essere usate contro chi si oppone a Maduro. Un sospetto che è certezza parlando del Venezuela: i cittadini vengono così divisi in buoni e cattivi come facevano le maestre sulla lavagna. I buoni sono aiutati dal regime a tirare a campare, ai cattivi viene negato anche un tozzo di pane e i cattivissimi spariscono senza lasciare traccia. In Sudamerica hanno una certa esperienza in materia.Preoccupante è il fatto il Venezuela non è l'unico Paese ad aver acquistato le tecnologie cinesi di controllo e identificazione: ci sono anche Ecuador, Mongolia, Etiopia, Zimbabwe e Malesia, per un giro di affari valutato in 150 miliardi di dollari. Almeno per il momento, l'Italia non risulta ancora nell'elenco.
Roberto Cingolani, ad e direttore generale di Leonardo (Imagoeconomica)
Nasce una società con Edge Group: l’ambizione è diventare un polo centrale dell’area.
2025-11-20
Dimmi La Verità | Flaminia Camilletti: «Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale»
Ecco #DimmiLaVerità del 20 novembre 2025. Con la nostra Flaminia Camilletti riflettiamo sul fatto che Francesco Saverio Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale.
Il caso Garofani non si sgonfia, anzi esplode. Belpietro ricostruisce come la notizia sia stata verificata e confermata dallo stesso consigliere del Quirinale, mentre parte della stampa tenta di minimizzare e attaccare chi l’ha pubblicata. Padellaro, da sinistra, lo riconosce: è una notizia vera e grave. E allora la domanda resta una: com’è possibile che un uomo così vicino al Colle parli apertamente di scossoni politici e listoni anti-Meloni?
La sede olandese di Nexperia (Getty Images)
Il governo olandese, che aveva espropriato Nexperia, deve a fare una brusca marcia indietro. La mossa ha sollevato Bruxelles visto che l’automotive era in panne a causa dello stop alla consegna dei semiconduttori imposto come reazione da Pechino.






