2019-03-05
La legge dopo la strage marchigiana. Salvini: «Mai più spacciatori in giro»
Accusato di omicidio stradale il marocchino che guidava ubriaco e senza patente. Centrando una Peugeot ha sterminato la famiglia Carotti. Il vicepremier: «L'infame non doveva essere libero, raddoppiamo le pene».Era fatto e ubriaco, guidava senza patente e senza assicurazione, era stato già arrestato perché «coinvolto in un reato per 225 chili di droga», eppure «questo stronzo era a spasso. Non è possibile». Con queste parole il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha presentato ieri il disegno di legge, a firma Lega, depositato dopo il terribile schianto avvenuto, sabato sera, a Porto Recanati, che ha ucciso Gianluca Carotti, 47 anni, e la compagna, Elisa Del Vicario, 40 anni, ferendo gravemente i loro due bambini di 10 e 8 anni. Il testo che verrà sottoposto «con urgenza» al Parlamento prevede «il raddoppio delle pene detentive ed economiche per chi viene arrestato per spaccio, la confisca obbligatoria dei veicoli per chi viene beccato a guidare sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e la revoca definitiva della patente», oltre alla revisione dell'istituto della «lieve entità del fatto» quando si tratta di reati di droga. Alla guida della Audi A6 che, lanciata contromano a folle velocità sulla Statale 16, ha falciato la Peugeot su cui viaggiava la famiglia, c'era Marouane Farah, trentaquattrenne di origini marocchine, con precedenti penali per droga, risultato positivo al narcotest e ubriaco. Farah aveva nelle vene oltre 1,8 grammi di alcol per litro e «una serie di sostanze psicotrope«. Al momento dello scontro, secondo le ricostruzioni, spingeva al massimo sull'acceleratore, perchè stava scappando da altri incidenti che aveva provocato a Porto Recanati. Non si tratta di un novizio: il marocchino ha già precedenti penali per droga ed è ben noto alle forze dell'ordine che lo considerano un personaggio di spicco nel mercato locale degli stupefacenti. Tre anni fa era stato trovato in possesso di droga, era stato arrestato, aveva patteggiato dodici mesi e la pena gli era stata sospesa. Tornato in libertà aveva, evidentemente, ricominciato il suo business in grande stile, tanto che lo scorso aprile era stato arrestato nell'ambito di una maxi operazione dei carabinieri a Montegranaro. Durante una perquisizione, erano stati trovati 225 chili di hashish ed erano stati fermati tre marocchini, tra cui Farah e il fratello. Nel suo appartamento gli inquirenti avevano trovato un chilo della sostanza, pronta a essere preparata e venduta in piccole dosi. Ma nonostante questo, il 5 ottobre 2018, gli erano stati concessi gli arresti domiciliari. Poi, il 18 dicembre scorso, era stato sottoposto semplicemente all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Monte San Giusto. Grazie a queste concessioni, sabato sera, Farah guidava «strafatto» la sua Audi, con la patente scaduta e senza assicurazione, in compagnia altri due marocchini pregiudicati. «Un infame che doveva essere in galera in Italia o nel suo Paese. C'è qualcuno che deve farsi un esame di coscienza», ha proseguito Salvini, annunciando la richiesta della documentazione sulla vicenda giudiziaria del marocchino al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.Dopo l'incidente, Farah, ricoverato in ospedale, è stato arrestato per duplice omicidio stradale, con l'accusa di omicidio stradale plurimo, aggravato da guida in stato d'ebbrezza, sotto l'effetto di droga, con patente scaduta e carenza di copertura assicurativa dell'auto e velocità pericolosa e lesioni stradali pluriaggravate. In casa sua la polizia gli ha trovato un etto di hashish. Il progetto di legge della Lega, secondo quanto annunciato da Salvini, oltre a prevedere il raddoppio delle pene per chi spaccia entra nel merito della «lieve entità del reato», cioè della valutazione sulla gravità dei reati commessi in materia di droga, misurata a seconda della qualità e della quantità di sostanze detenute e lasciata, oggi, sostanzialmente, alla discrezionalità dei giudici. Il comma 5 dell'articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti, specifica infatti che chi commette reati di spaccio che risultino «di lieve entità» per «i mezzi, la modalità o le circostanze dell'azione» è punito «con le pene della reclusione da sei mesi a quattro anni e con una multa da euro 1.032 a euro 10.329», fissando termini evidentemente insufficienti per garantire la galera. I casi che ricadono in questa casistica finiscono per essere la maggior parte. «Gli agenti sono frustrati dal dover rischiare la propria vita per arrestare otto volte lo stesso spacciatore, nello stesso parco, con gli stessi bambini. Per me non esiste modica quantità. Ti becco a spacciare, vai in galera», ha aggiunto il ministro dell'Interno, smorzando subito le ipotesi di possibili divergenze con il Movimento 5 stelle. «Qua si tratta di salvare vite. A me interessa bloccare chi spaccia. L'aumento delle pene spero che raccolga il 100 per cento dei consensi in Parlamento», ha concluso. Intanto dall'ospedale di Ancona, dove sono ricoverati i due bimbi coinvolti nell'incidente, arrivano gli aggiornamenti: la figlia di Gianluca dopo diverse ore di coma farmacologico «è cosciente e respira spontaneamente», mentre risultano ancora piuttosto «gravi, ma stabili» le condizioni del bambino di otto anni, figlio di Elisa.