Spaccature profonde ma Salvini rilancia: «Riforma della giustizia»

Spaccature profonde ma Salvini rilancia: «Riforma della giustizia»
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Anche oggi Lega e 5 stelle metteranno in scena la rappresentazione di una rottura. Nel Consiglio dei ministri di questa mattina verrà messo ai voti il caso Siri e i due alleati voteranno uno contro l'altro. I leghisti diranno no alle dimissioni del sottosegretario ai Trasporti, che guarda caso oggi potrebbe essere sentito dalla magistratura per i suoi contatti con un imprenditore in affari con un tizio ritenuto mafioso. I grillini, invece, approveranno il licenziamento dell'onorevole salviniano, rimosso a furor di giustizialismo dopo un'escalation di parole. Lo scalpo di Siri serve a Luigi Di Maio e compagni per risalire nei sondaggi, che negli ultimi tempi davano il Movimento prossimo alla soglia psicologica del 20 per cento, cioè alla pari con il Pd. E in effetti, secondo gli esperti di rilevazioni, negli ultimi giorni, con l'alzarsi del tono della polemica con Salvini, qualche decimale è stato guadagnato e ciò probabilmente convincerà i pentastellati (...)

(Ansa)

L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.

Su Almasri il governo passa al contrattacco
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)
Nella memoria inviata alla Giunta di Montecitorio, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano ricostruiscono gli allarmi dell’intelligence sull’incolumità di 500 nostri concittadini in Libia. Poi accusano il Tribunale: «È un processo alle intenzioni, che prescinde dai fatti».
Finisce il secolo Brachetti Peretti. Adesso Ip passa agli azeri di Socar
(Getty Images)
Dopo 90 anni al timone, cessione da 3 miliardi. Il governo può valutare il golden power.
Il green serviva a pulire la coscienza tedesca
Ansa
Dieci anni fa scoppiò il Dieselgate, la truffa di Volkswagen sulle emissioni scoperta dagli statunitensi, già in guerra commerciale con Berlino. Per riprendersi, l’azienda puntò sull’elettrico e ottenne il sostegno di Ursula. Ma ad approfittarne sono stati i cinesi.
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