2018-10-22
«La guerra totale a Trump sta rovinando la mia sinistra»
Alan Dershowitz, l'avvocato vicino ai democratici, già sostenitore di Barak Obama e di Hillary Clinton, accusa i suoi: «Vedo che ormai regna un odio caotico. Terribile e dannoso l'attacco a Kavanaugh».Gli Stati Uniti sono in subbuglio. La recente battaglia per la Corte suprema si è rivelata particolarmente feroce, con i democratici che hanno fatto di tutto per bloccare in Senato la conferma del giudice conservatore, Brett Kavanaugh, nominato dal presidente Donald Trump lo scorso luglio. Certo: non che i procedimenti per la conferma dei giudici al massimo organo giudiziario statunitense siano mai stati esattamente rose e fiori. In passato, hanno avuto luogo battaglie accese e alcuni candidati sono stati addirittura cassati (come accadde per esempio a Robert Bork, proposto da Reagan nel 1987). Eppure questa volta si è assistito a qualcosa di dirompente: il tutto all'insegna di un ostruzionismo al vetriolo. Anziché concentrarsi sul curriculum di Kavanaugh e sulle sue visioni ideologiche, i democratici sono partiti all'attacco, rovesciando addosso al candidato una serie di pesantissime accuse personali: prima hanno insinuato che avesse il vizio del gioco, poi che avesse quello dell'alcol, fino ad arrivare alle accuse di molestie sessuali. Molestie che sarebbero avvenute più di trent'anni fa. L'obiettivo era chiaramente quello di mettere i bastoni tra le ruote in ogni modo alla presidenza Trump, scatenando una guerra all'ultimo sangue. Una strategia portata avanti soprattutto in vista delle elezioni di metà mandato, che si terranno il prossimo novembre. In quest'ottica, lo scontro sulla Corte suprema rappresentava un collante per un partito - quello democratico - attualmente più diviso che mai, tra lotte e faide intestine. Il punto è che questa strategia non solo, vista la nomina di Kavanaugh, non sembra essersi rivelata efficace. Ma potrebbe anche forse risultare un boomerang sotto il profilo elettorale. Per comprendere meglio la situazione, La Verità ha chiesto il parere dell'avvocato Alan Dershowitz: principe del foro statunitense, difensore - tra gli altri - di O. J. Simpson e Roman Polanski. Un profilo non esattamente destrorso, vista la sua dichiarata vicinanza al Partito democratico e il suo sostegno a favore di Hillary Clinton alle presidenziali del 2016.Il punto è forse innanzitutto capire se questo Kavanaugh fosse veramente un candidato così scadente come molti hanno detto. «Brett Kavanugh non sarebbe stato una mia scelta, dal momento che sono un democratico liberale. La mia scelta - prosegue Dershowitz - sarebbe stata Merrick Garland (il giudice centrista nominato da Barack Obama e bocciato dai repubblicani nel 2016, ndr). Non conosco Kavanaugh, ma persone che stimo hanno una buona opinione sulle sue doti intellettive. La sua condotta da adolescente sembra deprecabile. Certamente non vorrei che i miei figli o i miei nipoti si comportassero così. Ma la sua condotta da magistrato presenta standard accettabili dal punto di vista giudiziario». Se dunque sotto l'aspetto tecnico non sembra ci sia troppo da eccepire, resta tuttavia la questione strategica. Davvero i democratici trarranno beneficio dall'ostruzionismo delle ultime settimane? Anche perché qualcuno già parla di un impeachment contro il nuovo componente della Corte suprema. «La strategia dei democratici - dichiara Dershowitz - è stata terribile e controproducente. Molti senatori democratici si sono opposti a Kavanaugh senza sapere nulla del suo passato o della sua storia. Non dovrebbe essere e non sarà messo in stato d'accusa, in base a quello che ha fatto come privato cittadino quando aveva diciassette anni. Né dovrebbe essere messo in stato d'accusa per la sua testimonianza, anche se contiene alcune esagerazioni, dichiarazioni incomplete o frottole». D'altronde, in un editoriale recentemente apparso su Fox News Dershowitz ha osservato: «Se i democratici trascorreranno il mese prossimo ad andare contro il giudice Kavanaugh, allontaneranno molti elettori centristi che sono stufi e stanchi di un gioco partigiano e che vogliono che i membri di entrambe le Camere del Congresso possano tornare a lavorare insieme nell'interesse di tutti gli americani - anche quelli che votano contro di loro. Questo può sembrare irrealistico nella nostra epoca di profonda partigianeria, ma si può sperare. [...] Sarebbe la prima volta nella storia americana che un impeachment riguardasse un comportamento tenuto nel corso dell'adolescenza».In questo senso, particolarmente dannoso per i democratici potrebbe rivelarsi la strumentalizzazione del movimento #Metoo per fini smaccatamente politici. Anche in questo caso, insomma, potremmo trovarci davanti alla classica arma a doppio taglio. «Il movimento #Metoo - dice infatti Dershowitz alla Verità - ha svolto un'importante funzione nel dare forza alle vittime di abusi sessuali. Purtroppo ha anche incentivato false accuse. Ci deve essere un modo per distinguere le due cose». Anche per questo, in un editoriale pubblicato pochi giorni fa su Newsweek, l'avvocato ha criticato alcuni leader del movimento, accusandoli di aver condotto una battaglia ideologica contro Kavanaugh, non soppesando adeguatamente le accuse che gli venivano mosse. In tal senso, ha affermato, «la credibilità del Movimento #MeToo ha subìto una perdita».In tutto questo, non va trascurato che una delle questioni centrali del dibattito fosse l'ulteriore spostamento a destra della Corte. Ma anche qui bisogna stare molto attenti a eccessive semplificazioni. Spiega Dershowitz: «Qualsiasi giudice nominato dal presidente Trump avrebbe spostato la Corte a destra. Dei quattro in shortlist, Kavanaugh potrebbe essere quello di più aperte vedute. Può anche essere stato sensibilizzato dalla sua esperienza nella conferma al Senato su temi come il giusto processo, la presunzione di innocenza e le altre libertà civili». Perché, alla fin fine, lo scontro sulla Corte suprema altro non è stato se non l'esemplificazione di una più generale crisi del bipolarismo americano. Un bipolarismo sempre più caratterizzato da profonde venature estremistiche. Non a caso, Dershowitz sottolinea amaramente: «Trump è un populista, che ha fatto appello ad alcuni dei peggiori elementi della destra estrema. Viviamo in un periodo in cui la destra estrema si sta spostando ancora verso destra e l'estrema sinistra si sta spostando ulteriormente a sinistra. Il risultato finale è un odio caotico su entrambi i fronti».