2021-01-16
La Gdf negli uffici del commissario per il giallo dei due plichi sui Dpi
Le Fiamme gialle hanno acquisito documenti spediti da Sunsky a Antonio Fabbrocini di Invitalia (che dice di non averli mai richiesti), con dentro le certificazioni delle mascherine. Sono arrivati subito dopo gli scoop della «Verità».Gli investigatori si presentano nell'ufficio di Antonio Fabbrocini, dirigente Invitalia che si occupa anche di approvvigionamenti per la struttura commissariale. Davanti al funzionario pubblico, iscritto il 9 novembre nel registro degli indagati per l'ipotesi di corruzione, ma in quel momento già scagionato dai magistrati (per lui pende una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e quindi non è oggetto di perquisizione), ci sono un capitano e due marescialli delle Fiamme gialle. La richiesta è precisa: due plichi di corrispondenza spediti da Sunsky srl, l'azienda milanese di Andrea Tommasi, con destinatario proprio Fabbrocini. Gli investigatori hanno in mano una data, il 30 novembre 2020, pochi giorni dopo gli scoop della Verità, anche se in realtà i plichi risultano spediti il giorno dopo.Fabbrocini si fa assistere da un legale di fiducia, l'avvocato Francesco Sacco. Prima della consegna Fabbrocini precisa: «I plichi citati nel provvedimento dell'autorità giudiziaria sono pervenuti a questa struttura commissariale il 2 dicembre. Nella stessa data abbiamo proceduto all'apertura ed estratto copia di tutta la documentazione ivi contenuta. Da un primo sommario riscontro si è constatato che trattasi dei contratti e di ulteriore documentazione inerente alla fornitura di cui alle commesse indicate nell'ordine di esibizione emesso dall'autorità giudiziaria, che vi stiamo consegnando». Una situazione che deve aver creato più di qualche perplessità in quel momento. Tanto che Fabbrocini fa mettere a verbale: «Voglio precisare che i documenti pervenuti non sono stati richiesti da questa struttura ma trasmessi spontaneamente dalla Sunsky di Milano. Aggiungo che non è escluso che parte della documentazione contenuta nei plichi inviati dalla Sunsky sia già contenuta nel carteggio che vi stiamo consegnando. Inoltre, i plichi oggetto del provvedimento era nostra intenzione consegnarveli». Non è chiaro come gli investigatori siano andati a colpo sicuro a cercare quelle buste, forse citate in qualche intercettazione. C'è qualcosa che non torna: la Sunsky dopo i primi articoli della Verità spedisce due plichi di documenti «non richiesti», tra cui le certificazioni delle mascherine alla struttura del commissario per l'emergenza. In quelle carte, oltre ai nomi delle tre ditte fornitrici, citate mille volte su giornali e tv, appaiono anche quelli dei produttori dei dispositivi, un elenco di 18 società, che permette finalmente di verificare che le mascherine della maxi commessa sono state certificate dal Comitato tecnico scientifico tra il 2 maggio e il 20 luglio. Ma allora perché a circa cinque mesi dal completamento della fornitura e a quasi sette mesi dall'approvazione dei dispositivi da parte del Cts la Sunsky decide di mandare quel materiale alla struttura del commissario? La risposta la staranno certamente cercando gli investigatori, che quei plichi sono andati a recuperarli a colpo sicuro. Dai vari verbali di perquisizione emergono altri tasselli significativi sull'inchiesta sul grande affare delle mascherine mediato dal giornalista Mario Benotti, grazie alla sua conoscenza di Arcuri, dall'ingegnere aerospaziale Andrea Tommasi che, sospetta la Guardia di finanza, con la sua Sunsky ha agito da «schermo» per l'operazione, e dall'ecuadoriano di Ardea (Roma) Jorge Solis.Anche negli uffici della Microproducts srl, riconducibile a Benotti e alla compagna Rossana Daniela Guarnieri, il 4 dicembre, viene trovato materiale riguardante le certificazioni delle mascherine. I finanzieri infatti sequestrano una «cartellina di colore celeste intestata “certificazioni Covid 2019 prof Benotti", contenente tre cartelline trasparenti intestate “Chirurgiche", “Kn95/Ffp2" e “Ffp3"».A casa di Solis, titolare della Guernica srl, azienda che pur non comparendo in alcuna lettera di commissione percepisce soldi direttamente dalla Wenzhou Light, invece, c'erano le lettere d'incarico della presidenza del Consiglio dei ministri per le forniture. Ricordiamo che Solis, più volte denunciato per truffa e in quel momento amministratore di fatto alla Guernica, nata per commerciare nel settore della cannabis legale, è l'uomo che avrebbe messo in contatto la filiera dei mediatori italiani con due cittadini cinesi radicati a Roma, Zhongkai Cai e Zhou Xiaolu. La donna il 15 aprile 2020 ringrazia via mail direttamente Arcuri per la firma del contratto con la Luokai trade, società nata appena cinque giorni prima e di cui è general manager.Alle 6 del 4 dicembre gli investigatori bussano alla porta di Solis. In casa ci sono anche la moglie, i figli e la suocera. I finanzieri si qualificano mostrando i tesserini, ma Solis non gli crede e prima di farli entrare in casa telefona al 113 per una verifica, poi si tranquillizza e consegna la documentazione richiesta.Al trader ecuadoriano vengono sequestrate copie delle sei lettere di commessa della struttura commissariale datate 25 marzo, 6 aprile e 15 aprile.Contemporaneamente gli investigatori si presentano anche a casa di Tommasi. Portano via documentazione societaria e una bustina trasparente con apposta etichetta «Zhejiang Zhongkang Mask Co.Ltd» contenente cinque mascherine Kn95 e il contratto di collaborazione professionale composto da due fogli tra Sunsky e la pr Antonella Appulo, ex segretaria del ministro Graziano Delrio e oggi accusata di ricettazione proprio per quell'accordo professionale del valore di 53.000 euro.Infine, nella casa di Tommasi ma in uso a Daniele Guidi, il banchiere sammarinese indagato per traffico di influenze insieme agli altri tre mediatori, e per la precisione in cucina, all'interno di una valigetta, c'era una sorta di campionario delle mascherine formato da otto fogli bianchi formato A4 recanti ognuno la scritta di un produttore e una mascherina di tipo Kn95, equivalente cinese delle nostre Ffp2, e alcune pennette usb.Ricapitolando: Benotti e Guarnieri conservavano le certificazioni, Tommasi i plichi inviati a Invitalia, Guidi il campionario e Solis le lettere di incarico della presidenza del Consiglio.