2024-09-04
La Francia ha i conti fuori controllo: serve una manovra lacrime e tagli
Il rapporto tra deficit e Pil salirà al 5,6% rispetto alle previsioni del 5,1% e si avvia a superare il 6% nel 2025. Per il ministro delle Finanze Bruno Le Maire il nuovo esecutivo dovrebbe ridurre le spese o aumentare le tasse.Grossi guai a Parigi e dintorni. Con un rapporto tra deficit e Pil al galoppo, infatti, l’Eliseo potrebbe essere costretto a una prossima manovra «tagli e cuci» per far fronte alla crisi dell’economia francese. A dirlo è il ministro francese delle finanze Bruno Le Maire in un documento indirizzato ai suoi colleghi di governo in cui spiega che il nuovo esecutivo francese dovrà affrontare un deficit importante che potrebbe comportare scelte difficili come il taglio delle spese, l’aumento delle tasse o la perdita di credibilità con i partner dell’Ue e i mercati finanziari francesi.Insomma, dopo la crisi politica, la seconda economia europea si avvia verso una crisi finanziaria che imporrà nuovi tagli all’interno della prossima manovra finanziaria. In particolare, come ha dichiarato il deputato di sinistra Eric Coquerel, a capo della commissione Finanze dell’Assemblea nazionale in un post pubblicato su X, il documento inviato lunedì dal ministero delle Finanze mostra che il deficit di bilancio rischia di raggiungere il 5,6% del Pil quest’anno. Un vero problema visto che l’attuale esecutivo (provvisorio, dopo le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal) aveva calcolato un deficit del 5,1%. Peggio ancora, il deficit potrebbe raggiungere il 6,2% nel 2025, ha aggiunto Coquerel, citando i calcoli del Tesoro secondo cui sarebbero necessari 60 miliardi di euro di risparmi di bilancio per raggiungere l'obiettivo di deficit del governo uscente al 4,1% per il prossimo anno.Insomma, diverse imposte chiave, tra cui quelle sul reddito, sulle società e sul valore aggiunto delle vendite, sono risultate più deboli del previsto. Inoltre, la crisi politica e di sicurezza nel territorio francese della Nuova Caledonia e le elezioni parlamentari lampo di quest’anno hanno causato spese aggiuntive, ha aggiunto Coquerel.Il ministro delle Finanze uscente Bruno Le Maire ha dichiarato che è «assolutamente necessario» che la Francia proceda con i tagli di bilancio e non lasci che il deficit vada fuori controllo, secondo uno dei documenti inviati ai legislatori e visionati dall’agenzia Reuters. Coquerel ha ribattuto, spiegando che la situazione era il risultato dei tagli alle tasse voluti dal presidente Macron e che poteva essere corretta solo con aumenti delle imposte, piuttosto che con tagli alla spesa. Prevedendo una crescita economica dell’1% sia per l’anno in corso che per il prossimo, Le Maire ha dichiarato che per quest’anno sono già stati congelati 16,5 miliardi di euro di spesa per compensare la mancanza di entrate e gli sforamenti di bilancio. «Dobbiamo porre fine a questa politica di contare sempre sui tagli alla spesa», ha ribattuto Coquerel.D’altronde, da tempo la Francia non rispetta le regole dell’Ue che impongono agli Stati membri di mantenere i deficit di bilancio al di sotto del 3% della produzione e Parigi non registra un avanzo dal 1974, tre anni prima della nascita del presidente Macron. Anche il suo debito pubblico totale, pari al 110% del Pil, viola le regole dell’Ue.Va ricordato, infatti, che sotto Macron, i tagli alle tasse su famiglie, imprese e redditi da capitale hanno ridotto le entrate annuali francesi di decine di miliardi di euro.Il mese scorso l’attuale governo provvisorio francese ha già congelato la spesa per il 2025 ai livelli attuali nella sua pianificazione di bilancio, ma c’è da credere che il prossimo esecutivo dovrà mettere mano ai numeri, probabilmente in modo drastico. Del resto, Macron sta lottando per trovare un primo ministro che sia compatibile sia con la sinistra che con i conservatori in parlamento e che non faccia marcia indietro sulle riforme a favore delle imprese che ha messo in atto da quando è stato eletto nel 2017. Certo, se i partiti dell’opposizione non dovessero essere soddisfatti della scelta di Macron, potrebbero sempre votare una mozione di sfiducia, facendo potenzialmente cadere il governo del nuovo primo ministro. Ad ogni modo, il tempo stringe: per legge il governo deve consegnare una bozza di bilancio da esaminare entro il 2 ottobre, anche se potrebbe esserci un margine di tempo di un paio di settimane in più.Certo è che il prossimo esecutivo francese va incontro ad acque burrascose sia sul piano politico che finanziario. Non è un caso se le agenzie di rating S&P e Morningstar hanno messo in guardia la Francia da un potenziale rischio di abbassamento del rating. Secondo S&P, l’attuale mancanza di visibilità sulla natura del prossimo governo sta creando incertezza sui dettagli della strategia di politica economica e fiscale. Simile la posizione di Morningstar Dbrs secondo cui lo scenario politico francese è «altamente frammentato» e per questo sarà «difficile» dare il via a politiche economiche fiscali, senza considerare che potrebbero esserci «ritardi significativi nel correggere le prospettive fiscali a medio termine».L’economia francese va peggio di quella italiana. È un dato di fatto. Secondo i dati Eurostat tra il 2012 e il 2022 in quasi tutte le regioni francesi il reddito medio è peggiorato rispetto alla media Ue, con un particolare declino del potere d’acquisto dopo il Covid.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)