2019-10-16
La Chiesa è in mano al partito di Francesco
Ha ridotto all'impotenza i suoi oppositori e, con la nomina di 67 cardinali in sintonia con le sue vedute, mira a blindare il conclave. Con lo spoils system curiale, il Papa conduce una rivoluzione. Ma le istanze pro migranti e filo islamiche allontanano molti fedeli.Magari è vero: la Chiesa non si governa con le Ave Maria. Ma un conto era sentirlo dire dal cinico monsignor Paul Marcinkus. Un conto è vedere che Jorge Mario Bergoglio, il Papa della «Chiesa in uscita», regge la barca di Pietro in modo tutt'altro che collegiale [...]. Francesco è molto diverso dal clemente Joseph Ratzinger. Lui è un abile politico. A tratti spregiudicato. [...]. Bergoglio si premura di collocare nelle posizioni chiave i «suoi»: lo dimostra il modo in cui ha rivoluzionato il collegio dei cardinali elettori. Francesco [...] si è costruito un vero partito di fedelissimi, magari vinti dal timore più che dalla persuasione. Tuttavia, le manovre di palazzo, la mondanizzazione della Chiesa, le aperture all'islam e i cedimenti al regime cinese, cifra di questo Pontificato, non paiono entusiasmare i fedeli. Un sondaggio Doxa ha svelato che in Italia la percentuale di cattolici è calata del 7,7 per cento. Il Dipartimento di statistiche vaticano rileva una diminuzione di 387 sacerdoti tra 2016 e 2017, l'ultimo anno misurato. Il Viminale registra la perdita di 55 parrocchie tra il 2012 e il 2016. La partecipazione a udienze, celebrazioni e Angelus si è dimezzata tra il 2013 [...] e il 2016. [...]. Forse il gregge ha scoperto l'artificio del pastore, il quale, commenta un vaticanista che preferisce restare anonimo, parla «come il segretario generale dell'Onu o il capo di Greenpeace, più che come il successore di Pietro. Sembra che non voglia confermare i fratelli nella fede, ma essere ammirato dal mondo». [...] Per consolidare il proprio partito, Bergoglio ha accresciuto l'influenza dell'Ordine da cui proviene, quello dei gesuiti, di cui ha sponsorizzato la corrente di sinistra. A Bergoglio, comunque, non sta poi così a cuore il rigoglio della Compagnia di Gesù. Come ricorda Edward Pentin, del National catholic register, «in passato ha avuto una relazione burrascosa con i gesuiti, non è mai stato vicino a loro come si potrebbe pensare». La sua, forse, è soprattutto una partita personale. Ce lo spiega lo storico Henry Sire, autore di un libro dal titolo eloquente, Il Papa dittatore: «Bergoglio ha una personalità autoritaria. Per certi versi, ricorda Juan Perón: è stato capace di passare da destra a sinistra, evita lo scontro aperto e dice ai suoi interlocutori quello che vogliono sentire. Salvo agire di testa sua». [...] In sei anni di Pontificato, Francesco ha creato 67 nuovi cardinali elettori, sforando il limite di 120 porporati, stabilito da Paolo VI: adesso ce ne sono 128 e la maggioranza è indubbiamente bergogliana. Le nomine del 5 ottobre la dicono lunga. Tra i promossi figurano, ovviamente, alcuni gesuiti, a cominciare dal ceco-canadese Michael Czerny [...]. Uno che ci ha tenuto a specificare che il legno di cui è composto il suo crocifisso «proviene da una barca utilizzata per attraversare il Mar Mediterraneo e arrivare a Lampedusa». [...] L'altro gesuita neocardinale è il capo della Conferenza episcopale europea, Jean-Claude Hollerich. Il suo merito? Magari, aver castigato Matteo Salvini per l'esibizione del rosario. O essersi fatto fotografare, il 4 ottobre, [...] con Luca Casarini, dell'Ong Mediterranea. Nel cerchio magico del partito gesuita di Bergoglio non si può non citare il direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, twittatore anti sovranista. L'Ordine tuttavia annovera personalità ben più estreme. Tipo James Martin, consultore della Segreteria per la Comunicazione, propugnatore della teologia arcobaleno e ospitato dal Papa a fine settembre. [...] E c'è pure chi si spinge fino all'eresia. Il generale dei gesuiti, Arturo Sosa Abascal, cui Francesco, sottolinea Pentin, «è considerato molto vicino», è famoso per aver negato la veridicità di Satana [...].Ma se vogliamo delineare il profilo del partito di Francesco, una menzione la merita pure un altro dei cardinali appena creati, non gesuita: è l'arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, anch'egli sostenitore delle pastorali Lgbt [...]. Le sue credenziali di amico dei musulmani sono solidissime. [...]Con lo spoils system curiale, Francesco spera di garantire continuità alla sua agenda, riformista sulla dottrina ma sostanzialmente «immobilista» in tema di moralizzazione del clero. Tant'è che le vittime delle molestie sono rimaste scontente dal summit vaticano di febbraio sugli abusi. È Sire a illustrare come Bergoglio, al di là delle operazioni di facciata, tenda a circondarsi di persone «di dubbia moralità e quindi molto deboli, per controllarle». [...]Su un aspetto gli osservatori non sono concordi: Francesco vuole rivoluzionare la Chiesa adesso? Oppure [...] vuole mettere le prime pietre di un edificio che sarà ultimato dopo di lui? José Antonio Ureta, ricercatore cileno dell'associazione Tradizione, famiglia e proprietà, assicura che «Bergoglio [...] cerca di completare le riforme il più presto possibile, anche a costo di rischiare uno scisma». [...] Altri analisti, come il vaticanista Sandro Magister, insistono invece da tempo sul principio, enunciato con chiarezza dal Papa nell'Evangelii gaudium, secondo il quale «il tempo è superiore allo spazio». Ciò significherebbe, stando all'esortazione apostolica, che si può «lavorare a lunga scadenza, senza l'ossessione dei risultati immeditati». Dare priorità al tempo vuol dire «iniziare processi» che si concluderanno nel futuro: tanto, il conclave è blindato. «Questo però non è scontato», ammonisce don Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI. «O diciamo che la Chiesa è una realtà solo umana e allora gli stratagemmi politici sono sufficienti a plasmarla, oppure riconosciamo che c'è una variabile sovrannaturale, con cui prima o poi bisogna fare i conti». Insomma, la «Chiesa in uscita» è in realtà più arroccata che mai. Assediata dagli scandali. Rosicchiata dalle lotte di potere. Ma nel disegno di Bergoglio resta un'incognita: lo Spirito Santo ha preso la tessera del suo partito?
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
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L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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