2021-09-19
La Cgil appoggia i fattoni più dei lavoratori
Il sindacato, con le gravissime emergenze economiche e sociali che stanno attanagliando le famiglie italiane, dà sostegno alla consultazione sulla depenalizzazione della coltivazione e dell'uso personale di cannabis. Raggiunte le 500.000 firme digitali.Evidentemente per la Cgil il modo migliore per far dimenticare ai lavoratori italiani i problemi che li affliggono, dal green pass obbligatorio ai rincari stratosferici delle bollette, dalla rivalutazione del catasto alla raffica di cartelle esattoriali, è quello di fumarsi un bello spinello. Non si spiega in altro modo il sostegno esplicito, pubblico e convinto, che il sindacato guidato da Maurizio Landini sta dando al referendum sulla depenalizzazione della coltivazione e dell'uso personale della cannabis. Proprio ieri, il Comitato promotore ha annunciato di aver superato la soglia delle 500mile firme raccolte: «A una settimana precisa dal lancio, la raccolta firme per il Referendum cannabis raggiunge quota 500.000, la cifra limite che permetterà al quesito di andare al voto nella primavera 2022», hanno fatto sapere i promotori, ovvero le Associazioni Luca Coscioni, Meglio legale, Forum droghe, Società della ragione e Antigone, e i partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani. «Un risultato straordinario», hanno aggiunto i promotori, «ma non sorprendente: da tempo occorreva un intervento sul tema della cannabis e con la firma digitale in pochi giorni il tema è esploso. Questo referendum è la prima raccolta firme italiana tenutasi interamente online sul sito referendumcannabis.it. La velocità della mobilitazione conferma la voglia di cambiamento sulla cannabis ma anche di partecipazione alle decisioni su questioni che toccano personalmente».Le sigle che promuovono il referendum sono, seppure con diverse sfumature, schierate storicamente sulla linea antiproibizionista: sorprende invece che la Cgil di Landini, con le gravissime emergenze economiche e sociali che stanno attanagliando le famiglie italiane, trovi il tempo di dedicarsi a questo argomento, certamente non in cima alle esigenze della popolazione. Eppure, basta andare sul sito ufficiale della Cgil per trovare un accorato appello a sostenere il referendum per lo spinello libero: «Per la Cgil», si legge sul sito, «la questione della coltivazione e del consumo di cannabis è una questione sociale importante, e da tempo la Confederazione si è pronunciata a favore della legalizzazione e della depenalizzazione dell'uso. È tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, le libertà individuali, oltre che il diritto alla cura dei pazienti che ne fanno uso a scopo terapeutico. Preme infatti sottolineare che la coltivazione domestica riguarda anche molti malati che traggono beneficio dalla cannabis medica», aggiunge la nota, «ma che non riescono ad accedere alle cure per la insufficiente produzione ed importazione di questa. I quesiti referendari proposti vanno in questa direzione, per cui la Cgil ha deciso di sostenere questa campagna referendaria».Quella sulla cannabis non è l'unica battaglia della Cgil che non ha niente a che vedere con i problemi dei lavoratori. Ricordiamo, tanto per fare un esempio, che la Confederazione guidata da Landini è scesa addirittura in piazza, lo scorso 13 luglio, per chiedere l'approvazione del ddl Zan: «Vogliamo ancora una volta affermare la nostra posizione di sostegno al testo licenziato a novembre scorso dalla Camera», scrissero sul sito della Cgil il responsabile dell'Ufficio nuovi diritti, Sandro Gallittu, e la responsabile Politiche di genere, Susanna Camusso, sbarrando la strada a ogni ipotesi di mediazione, e contribuendo quindi di fatto ad affossare la legge.E come dimenticare che lo scorso 10 febbraio, incontrando Mario Draghi nel corso delle consultazioni, Landini si preoccupò di comunicare all'allora premier incaricato la sua ansia di vedere approvato lo ius soli? «Quanto si parla di dare un futuro ai giovani», disse Landini al termine del colloquio con Draghi, «e se si vuole costruire un clima di coesione, allora bisogna dire che i giovani sono anche figli di migranti e se si vuole creare un clima di coesione diverso serve che chi nasce qui o ha studiato qui abbia gli stessi diritti di cittadinanza di tutti gli altri».Gli esempi di questo atteggiamento, per molti versi incomprensibile, della Cgil, sono molteplici. Uno particolarmente clamoroso è la presa di posizione a favore dell'obbligo vaccinale: «Avremmo preferito», ha detto ieri Landini nel corso di un dibattito pubblico con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, «discutere con il governo e arrivare per legge a un obbligo vaccinale per tutti, come previsto dall'articolo 32 della Costituzione, perché pensiamo che per sconfiggere il virus serva affrontarlo così. Ci sono molte persone non vaccinate tra anziani, disoccupati e inattivi, parliamo di alcuni milioni. Questo poteva essere il momento in cui il governo e il parlamento», ha aggiunto Landini, «si assumevano la responsabilità dell'obbligo vaccinale per tutti». Le battaglie per i diritti dei lavoratori possono attendere.