2020-11-25
La Bellanova ripesca il renziano doc
Teresa Bellanova (Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)
Grandi manovre al ministero dell'Agricoltura: l'ex vicepresidente della Camera, Edoardo Fanucci, manager della partecipata Sin. Occhi puntati sulla poltrona di dg dell'Agea.Lo scacco in tre mosse all'Agricoltura è firmato Matteo Renzi. La spartizione delle poltrone è avvenuta tutta all'interno dello zoccolo duro renziano e ha riportato in auge (ma in gran silenzio) Edoardo Fanucci, ex vicesindaco Pd di Montecatini, poi vicepresidente della Camera, poi di nuovo in consiglio comunale a Montecatini, dove ha creato il gruppo di Italia viva. Il fedelissimo del Bullo riappare alla guida, come amministratore delegato e presidente, di una società strategica del ministero dell'Agricoltura, la Sin, partecipata alla quale è affidata la gestione e lo sviluppo del Sian, lo strumento informatico attraverso il quale viene attuato il processo di telematizzazione dei servizi per l'agricoltura. Fanucci, d'altra parte, per Bellanova si era anche esposto: appena battuta la notizia dell'incarico da ministro dell'Agricoltura per la salentina, sulla sua pagina Facebook si era congratulato con queste parole: «Donna e politica che stimo moltissimo, grande combattente tenace che crede nel Paese e nelle sue possibilità di crescita. Sempre pronta al confronto e a lottare contro le disuguaglianze per la solidarietà. Un vero esempio di buona politica». E ha accompagnato l'endorsement con una foto-selfie in cui i due sono abbracciati. Quando si è trattato di scegliere l'amministratore delegato di Sin, coincidenza, la scelta è caduta sull'adulatore Fanucci, che ha anche pieni poteri di revoca del direttore generale, scaduto nel 2019. Ma è solo la prima mossa sullo scacchiere. Il secondo movimento d'attacco la Bellanova lo fatto tenendo in stand by la nomina al vertice di Agea, l'ente strumentale che eroga i finanziamenti agli agricoltori. Appena seduta al ministero, Bellanova ha annullato il decreto con cui il 14 agosto 2018 il suo predecessore Gian Marco Centinaio aveva nominato Andrea Comacchio nuovo direttore dell'organismo pagatore (una procedura che, secondo i detrattori di Comacchio, era fortemente condizionata da vizi procedurali di valore insuperabile come il preventivo parere delle commissioni parlamentari di Camera e Senato sulla proposta di nomina del nuovo dg). Comacchio era un nome nell'ambiente: già capo dipartimento del ministero per le Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore della direzione agroambiente caccia e pesca nonché vicedirettore dell'area sviluppo economico della Regione Veneto. Quell'uomo chiamato ad Agea da Centinaio in piena crisi di Governo, però, scatenò le polemiche dell'opposizione (che già si sfregava le mani). Dario Stefano, vicepresidente del gruppo dem a Palazzo Madama, aveva commentato: «Nel pieno di una crisi di governo attivata dalla Lega che dice di voler andare subito al voto, il ministro dell'Agricoltura ha firmato oggi il decreto di nomina del direttore Agea, alla stregua della più becera logica di occupazione di potere e poltrone». Logica imputabile oggi ai giallorossi proprio per i movimenti stategici della scacchista Bellanova. L'occupazione renziana è quindi andata avanti così: Bellanova ha tenuto tutto congelato grazie a una furbata, ha prorogato di 60 giorni l'incarico da direttore generale a Gabriele Papa Pagliardini (che scadeva il 13 settembre, ed era stato nominato nel 2016 da Maurizio Martina per l'accordo Renzi-Stefano in Puglia), ufficialmente evitando così un vuoto nella guida di Agea, ente che spesso è bersaglio delle organizzazioni degli agricoltori per i contestati ritardi nell'erogazione dei fondi. Pagliardini, poi, aveva presentato ricorso al Tar contro la nomina di Comacchio. Per Bellanova, quindi, è stato facile usare la formula dell'annullamento in autotutela, proprio perché pendeva la causa davanti ai giudici amministrativi. E ha incassato anche il plauso pentastellato dalla capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Agricoltura alla Camera, Chiara Gagnarli. La terza mossa va nella direzione di una nuova procedura di selezione di candidature. E con l'ultimo cavallo da piazzare, lo scacchiere dell'Agricoltura è al completo.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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