2023-02-13
Kathleen Van Brempt: «Irregolarità nel contratto Pfizer-Ue»
Kathleen Van Brempt (Ansa)
La presidente dell’eurocommissione d’inchiesta sul Covid: «Il terzo accordo per la fornitura di vaccini è stato negoziato scorrettamente. Ai vertici della casa farmaceutica dev’essere impedito l’accesso al Parlamento».Kathleen Van Brempt, eurodeputata belga del gruppo dei socialisti, presiede la commissione d’inchiesta sul Covid del Parlamento Ue. Quella dove il ceo di Pfizer, Albert Bourla, avrebbe dovuto rispondere alle domande degli onorevoli sugli opachi negoziati per le forniture di vaccini, condotti con la Commissione. Il manager, però, ha rifiutato per ben due volte di presentarsi.Commenti?«Mi rammarico profondamente di questa decisione del dottor Bourla e disapprovo il rifiuto di prendere parte a un dialogo aperto con i membri della nostra commissione, riguardo l’acquisizione congiunta dei vaccini, gli accordi d’acquisto anticipati e i negoziati preliminari. Noi abbiamo fatto di tutto per permettere al dottor Bourla di partecipare a un’audizione».Accettare l’invito sarebbe stato un segno di rispetto istituzionale?«In quanto colegislatore del bilancio europeo, il Parlamento ha il diritto di ottenere piena trasparenza sulle modalità delle spese e sui negoziati preliminari che hanno portato a quegli esborsi. Al tempo stesso, è compito della commissione sul Covid trarre lezioni dal modo in cui l’Ue ha affrontato la pandemia, incluso l’approvvigionamento congiunto dei vaccini».Ad esempio?«Il rifiuto, sia da parte della Commissione europea sia da parte di Pfizer, di parlare della mancanza di trasparenza, mostra sprezzo per il ruolo del Parlamento Ue. Ecco perché i coordinatori della commissione hanno deciso di chiedere il ritiro degli accrediti di lungo termine di Pfizer».E avete convocato anche Ursula von der Leyen?«Sì, l’11 gennaio i coordinatori della commissione hanno deciso di chiedere alla presidente del Parlamento europeo, la signora Roberta Metsola, di invitare il presidente della Commissione, la signora Ursula von der Leyen, a un’audizione, per discutere della mancanza di trasparenza sugli accordi anticipati d’acquisto dei vaccini e i negoziati preliminari».Quindi?«L’invito è stato inoltrato dalla presidente del Parlamento e stiamo aspettando una risposta dalla presidente della Commissione. Ma speriamo di riuscire a fissare questo incontro il prima possibile».Emily O’Reilly, il difensore civico dell’Ue, ha manifestato di nuovo il proprio disappunto per la questione dei messaggi privati tra von der Leyen e Bourla. Che ne pensa? È accettabile che una parte importante dei negoziati con Pfizer sia stata condotta via Whatsapp?«Prima di tutto, è importante chiarire che non conosciamo il contenuto della conversazione tra Bourla e la presidente von der Leyen».Certo: delle chat non c’è più traccia…«Ma sarebbe sbagliato semplicemente assumere che le trattative si siano svolte così. Detto ciò, stando alle affermazioni dell’ombudsman e al report della Corte dei conti europea, dobbiamo concludere che ci sono irregolarità nel modo in cui è stato negoziato il terzo contratto con Pfizer». Ecco.«Ci poniamo seriamente delle domande sulla grave mancanza di trasparenza, a confronto con altri accordi d’acquisto, e sul coinvolgimento personale della presidente della Commissione nei negoziati».Qual è il problema con il terzo contratto?«È l’unico accordo in cui la presidente della Commissione si è fatta personalmente carico delle trattative e per cui non è stata seguita la procedura ordinaria di negoziato. È il solo contratto sul quale la Corte dei conti Ue non ha ricevuto alcuna informazione riguardante le trattative preliminari, benché essa abbia diritto di accedervi, in base ai trattati».Più ombre che luci?«La campagna vaccinale è stata un successo e ha salvato molte vite. Ma il modo in cui la Commissione europea sta gestendo le richieste del Parlamento e del difensore civico non soddisfa le nostre aspettative in termini di trasparenza. E getta un’inutile ombra sul successo della strategia europea sui vaccini. Sono d’accordo con l’ombudsman sul fatto che i messaggi di testo rientrino nell’ambito della legislazione europea sull’accesso ai documenti, quando fanno riferimento al lavoro della Commissione».È vero che anche i rappresentanti delle piattaforme social hanno rifiutato l’invito della commissione d’inchiesta?«In preparazione alle audizioni sull’impatto della disinformazione durante la pandemia, alcune compagnie di social media sono state invitate a partecipare. Alla fine, non si presentate. Me ne dolgo, perché credo che avrebbero potuto offrire un contributo davvero utile al lavoro della commissione. Ma mi lasci sottolineare che essa non può obbligare gli invitati a partecipare a un’audizione. E il fatto che essi non si presentino non è così inusuale: è successo anche in passato. Non significa per forza che ci sia cattiva fede». I contratti per i vaccini sono per lo più secretati. E sebbene la domanda stia calando, il prezzo aumenta. Può darsi che l’anomalia sia legata a qualche clausola che non conosciamo? Non sarebbe il caso di pubblicare per intero quei documenti?«Sono convinta che i membri della commissione e del Parlamento europeo debbano avere pieno accesso ai contratti, senza parti oscurate, al fine di svolgere propriamente il loro lavoro. Non è accettabile che organismi cui i trattati conferiscono il compito di vigilare sul bilancio non possano accedere a tutte le informazioni rilevanti. Ecco perché la nostra commissione ha anche chiesto piena facoltà d’accesso ai contratti».All’audizione dello scorso 10 ottobre, Janine Small, di Pfizer, ha ammesso che la casa farmaceutica non aveva mai testato i vaccini per la capacità di bloccare il contagio. Siete rimasti sorpresi?«Mi permetta anzitutto di dire qualcosa sul modo in cui è stata presentata l’affermazione della signora Small».Prego.«All’audizione, alla signora Small è stato chiesto se Pfizer avesse testato il suo vaccino per la capacità di prevenire la trasmissione del virus prima dell’immissione in commercio. La signora Small ha risposto: “No. Abbiamo dovuto muoverci davvero alla velocità della scienza per comprendere davvero cosa stesse succedendo nel mercato”».E allora?«Benché la frase sia stata presentata come una rivelazione, Pfizer non aveva mai sostenuto che i suoi trial clinici avessero misurato l’efficacia dei vaccini sulla trasmissione del virus. Essi erano stati programmati per stimarne l’efficacia nel prevenire la malattia grave. Fermare il contagio non era uno dei fini dello studio».Alla gente non fu spiegata subito questa distinzione. «Gli esperti e la ricerca dicono che i vaccini hanno recato benefici anche nella limitazione delle infezioni. È estremamente importante che i membri del Parlamento riferiscano correttamente le affermazioni degli esperti e degli ospiti della commissione, inclusa la necessaria contestualizzazione. Specie quando si parla di un argomento importante come la salute pubblica». Non sarebbe stato il caso di informare meglio il pubblico? «È chiaro quanto siano importanti una corretta comunicazione e una comunicazione chiara, in tempi di crisi, per assicurarsi la fiducia del pubblico nell’approccio dei governi. L’impatto della disinformazione è enorme. La nostra commissione ne ha tenuto conto in una serie di audizioni svoltesi a gennaio. E i risultati saranno parte della relazione finale».
Jose Mourinho (Getty Images)