
Lo Stato Usa accusa il colosso farmaceutico di aver rilasciato «dichiarazioni fuorvianti» sull’efficacia del farmaco e sulla sua sicurezza: «Celati i dati sugli effetti avversi». Contestata anche la censura sui social.«Pfizer ha fatto molteplici dichiarazioni fuorvianti riguardo al suo vaccino anti Covid, in un momento in cui gli americani avevano bisogno della verità». Con queste parole, lunedì il procuratore generale del Kansas, Kris Kobach, ha annunciato la causa contro il colosso farmaceutico, presentata nello stesso giorno al tribunale distrettuale della contea di Thomas. Con il suo comportamento l’azienda avrebbe violato la Consumer Protection Act, la legge dello Stato americano sulla protezione dei consumatori. «Pfizer ha ingannato il pubblico affermando che disponeva di un vaccino anti Covid-19 “sicuro ed efficace” […] anche se sapeva che l’efficacia diminuiva nel tempo e rispetto a nuove varianti […] anche se era collegato a eventi avversi gravi, tra cui miocardite e pericardite, aborti spontanei, decessi […] Pfizer ha nascosto al pubblico queste informazioni sulla sicurezza», esordisce il documento, 68 pagine di argomentazioni dettagliate. L’azienda, «per impedire alla popolazione di conoscere la verità», si è adoperata «per censurare sui social media i discorsi che mettevano in dubbio le affermazioni di Pfizer», su efficacia e sicurezza del suo anti Covid, mentre il fatturato aziendale cresceva di circa 75 miliardi di dollari in soli due anni «proprio grazie a quel vaccino». Il database di Pfizer degli eventi avversi post vaccino conterrebbe molti più dati di quelli raccolti dal Vaers, il programma nazionale americano di sorveglianza della sicurezza dei vaccini, ma l’azienda «non li ha resi pubblici», accusa Kobach. L’azienda «nel febbraio del 2021» sarebbe stata in possesso di segnalazioni di 458 donne incinte», vaccinate, e più della metà «ha riportato un evento avverso, più del 10% ha avuto un aborto spontaneo», ha dichiarato il procuratore generale. Tutto questo è «in conflitto con i suoi impegni di trasparenza pubblica».Milioni di abitanti del Kansas «hanno sentito le false dichiarazioni sul vaccino anti Covid-19», sostiene l’accusa, che ricorda come al 7 febbraio di quest’anno risultino somministrate 3.355.518 dosi prodotte da Pfizer, ben attenta a «nascondere dati critici» relativi a «sicurezza ed efficacia» del vaccino.Per questo, il procuratore generale chiede alla Corte di «condannare Pfizer a pagare sanzioni civili maggiorate di 20.000 dollari per ogni violazione della legge», secondo sentenze consensuali del 2008; sanzioni maggiorate della stessa cifra per le violazioni delle sentenze del 2012 e del 2014; sanzioni di 10.000 dollari per ogni violazione del Kansas Consumer Protection Act; sanzioni di 10.000 dollari «per ciascun giorno in cui esiste un atto o una pratica di Pfizer dichiarata violazione della legge sulla protezione del consumatore». Inoltre, la Corte dovrà stabilire l’entità dei danni causati allo Stato da Pfizer.La prima reazione di Big Pharma è stata ribadire che «Pfizer è profondamente impegnata nel benessere dei pazienti e che non ha altra priorità che garantire la sicurezza e l’efficacia dei suoi trattamenti e vaccini […] seguiamo diligenti protocolli di sicurezza e monitoraggio».A fine novembre dello scorso anno il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, aveva intrapreso un’azione simile, promuovendo una causa in cui accusava Pfizer di dare informazioni false, quali «un’efficacia del 95%», del suo anti Covid. «Le pubblicazioni della Fda indicano che la “riduzione relativa del rischio” è una statistica fuorviante che “influenza indebitamente” la scelta del consumatore», protestava Paxton. Inoltre, Pfizer sapeva che la protezione vaccinale non poteva essere prevista con precisione oltre i due mesi, «tuttavia ha alimentato l’impressione fuorviante che la protezione vaccinale fosse duratura». Il procuratore generale concludeva: «Mentre l’amministrazione Biden ha utilizzato la pandemia come arma per imporre alla popolazione decreti illegali sulla salute pubblica e arricchire le aziende farmaceutiche, io userò ogni strumento a mia disposizione per proteggere i nostri cittadini che sono stati ingannati e danneggiati dalle azioni di Pfizer»A marzo di quest’anno, la Prescription medicines code of practice authority (Pmcpa), l’organismo di vigilanza e di autoregolamentazione del Regno Unito sui medicinali soggetti a prescrizione, aveva accolto il reclamo presentato da un cittadino nel febbraio del 2023 contro «l’uso improprio dei social media da parte dell’azienda farmaceutica per promuovere in modo fuorviante e illegale il loro vaccino anti-Covid». Il direttore medico di Pfizer Uk, Berkeley Phillips, nel 2020 aveva condiviso un post di un dipendente statunitense di Pfizer che affermava: «Il nostro candidato vaccino è efficace al 95% nel prevenire il Covid-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni». Aggiungeva: «Forniremo tutti i nostri dati alle autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia». Lo stesso messaggio era stato postato da altri quattro dipendenti della Pfizer. L’organismo di vigilanza inglese ha evidenziato che il messaggio conteneva informazioni «limitate» sull’efficacia del vaccino, nessuna informazione sulla sicurezza e nessun riferimento a eventi avversi. Complessivamente, il colosso farmaceutico aveva violato cinque volte il codice normativo e gli sono stati addebitati costi amministrativi pari a 34.800 sterline. Nella sentenza di marzo, Pfizer è accusato di «portare discredito e di ridurre la fiducia nell’industria farmaceutica».
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.





